Ritorneremo a sognare con il floral design

Ritorneremo a sognare con il floral design
Il floral design: questo sconosciuto

Il floral design è un’arte. Che io non ho.

Se c’è una cosa che di certo non ho ereditato da mia madre è il pollice verde. Lei sì che con fiori e piante ci sa fare. Li coccola, li cura, ci parla pure. E infatti il giardino della mia casa natìa mi ha regalato sin da piccola un’esplosione di odori e colori da rallegrare l’animo mio e di chi anche oggi passa da quelle parti.

Ma in me la passione non ha attecchito come avrebbe dovuto. Sui miei balconi raramente troverete composizioni floreali degne di nota. Ma… c’è un ma. Capacità a parte, a venirmi in soccorso c’è sempre stata la caparbietà. E così, con alterne fortune, provando e riprovando, qualche volta sono riuscita nell’intento di ottenere il risultato tanto desiderato. Guardare per credere.

In mente sempre la figura di mia mamma intenta nell’estirpare quella fogliolina secca o nell’innaffiare con cura gli innumerevoli vasi colmi di lillà, gerani, primule e rose (non eccedo nell’elenco solamente per scarsa conoscenza della materia).

Tra arte, armonia ed equilibrio

Ma il floral design, bè, quello, fino a qualche mese prima della preparazione del mio matrimonio proprio mi era oscuro.

Sì certo, sapevo benissimo che alla “sezione costi” la spesa del fioraio era notoriamente una delle voci più impegnative dal punto di vista economico. Ma prima di incontrare Federica Ambrosini la mia visione in merito era molto limitata.

A consigliarci di rivolgerci a lei fu l’uomo che ha reso il mio matrimonio una delizia per i palati di tutti i commensali: Venturino Ciarfella (Colasanti). “Perché non ti rivolgi a Federica” mi disse: “è una giovane di belle speranze, forse ancora poco conosciuta ma dal talento raro. Vedrai che presto esploderà”. Era il 2016.

Così andammo ad incontrarla. Di fronte mi ritrovai una bellissima ragazza dall’entusiasmo travolgente, con al fianco una madre (Paola Fantozzi) meticolosa e attenta ad ogni particolare: un mix perfetto. Sedendomi dinanzi a loro mi si è aperto un mondo.

Ogni piccola scelta relativa all’allestimento floreale del mio “giorno più bello” si è trasformata magicamente in una creazione originale che ha preso forma, dettaglio dopo dettaglio, sotto ai miei occhi stupiti.

Un risultato frutto del talento artistico di questa donna professionista che nel giro di pochi anni è diventata un punto di riferimento del settore ad altissimi livelli.

Ora Federica Ambrosini organizza corsi, master ed eventi da favola, e dà vita ad allestimenti descritti bene da una sola parola: wow!

L’emergenza coronavirus e la quarantena che ha imposto ad ognuno di noi di rimanere a casa hanno messo ovviamente in ginocchio tutto il comparto legato sia ai fiori che all’organizzazione dei matrimoni.

Così ho pensato di contattare Federica per capire come ha ridisegnato le sue giornate, il suo lavoro e qauli progetti ha in cantiere per garantire alla sua attività una pronta ripartenza dopo questo stop forzato.

A tu per tu con Federica Ambrosini

Federica Ambrosini

Tra un Tik Tok (@federicaambrosini) e un allenamento, tra un giro di lap dance e numerosi appuntamenti giornalieri con i suoi corsi creativi, Federica ha fatto della sua quarantena un’esplosione artistica in linea con la sua natura e il suo modo di essere.

Perché il floral design è un’arte. Ed io ora lo so.

Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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