Packaging eventi: tra design e estetica

Packaging eventi: tra design e estetica

Mi dicono spesso che il lavoro manuale sia ‘salvifico’, perché ti dà concretezza e, nonostante le mie reticenze verso il packaging e affini, ho scoperto in questa quarantena che per certi aspetti è vero.

Volendo si possono abbattere muri psicologici e pensieri pregressi sulle proprie abilità partendo da un semplice pezzo di legno (nel mio caso) e questo lo porterò con me per sempre, come un regalo inatteso.

C’è  pero’ chi questa ‘scoperta’ legata al packaging, al design e all’estetica l’ha fatta molto prima di me e la prima volta che ho visto le sue creazioni me ne sono innamorata. La delicatezza del profilo, i colori scelti, la varietà degli oggetti creati mi ha fatto avvicinare al mondo di Francesca Legivi’.

Un universo fatto di carte, disegni, intuizioni e tanta fantasia, utile a realizzare i sogni dei suoi clienti e non solo…

palline di natale decorate

Com’è nata questa passione?

Da bambina ero già appassionata di packaging. Poi col passare del tempo mi sono avvicinata al design e all’estetica della carta. Mi si è aperto un mondo: ammiravo soprattutto i paper designer americani e giapponesi, stili di esecuzione così differenti eppure così articolati da catturarmi per ore.

All’inizio non è stato facile reperire i materiali e gli strumenti, che dovevo farmi arrivare dal Giappone e dagli USA.  Strumenti che poi sono molto semplici ed ora anche di facile reperibilità, solo che fino ad una decina di anni fa qui non era un hobby così popolare e di conseguenza tutto quello che ruotava attorno a questo mondo era ancora un po’ sconosciuto.

Come si è trasformata in lavoro?

Pura casualità: con la nascita della mia prima figlia decisi di creare qualcosa ad hoc per lei, pubblicai qualche fotografia e alcune amiche se le passarono tra di loro.Una di queste fotografie arrivò fino ad una nota wedding planner, che un giorno mi rintracciò e molto semplicemente mi disse che era rimasta molto colpita dalla mia manualità e che per questo avrebbe voluto mettermi alla prova.

Mi anticipò subito che se le fosse piaciuta la campionatura che mi aveva richiesto e avessi accettato di collaborare con lei, ci sarebbero state una serie di clausole di riservatezza ed un impegno quindi a non rivelare prima di ogni evento, le generalità dei suoi clienti, trattandosi quasi sempre di personaggi molto conosciuti.

Per me fu una vera sorpresa, essere così apprezzata, stimata da questa persona. Che devo dire, mi ha insegnato molto e coinvolta nel suo lavoro.

Quanto è importante conoscere le persone con cui lavori, prima d’iniziare a creare per loro?

Conoscere chi si rivolge a me è fondamentale. Anche se non può avvenire di persona, almeno qualche chiacchierata telefonica è d’obbligo. Lo scambio di email o messaggi va benissimo ma sentire direttamente dalla voce di chi è coinvolto in prima persona è importantissimo perché in qualche modo
mi trasmettono le emozioni che stanno provando. Quello che io intendo fare ogni volta è interpretare queste emozioni e traformarle, trasmettendole poi alla carta o al packaging, realizzando quello che mi viene richiesto.

La scelta di un colore,  della tipologia di carta, dello stile richiesto, dicono
molto sulla persona che ho di fronte e per me è importantissimo carpire anche i minimi dettagli per poter offrire un prodotto finale che sia proprio quello che avevano in mente le persone che me lo hanno richiesto.


Com’è cambiato questo mondo nel corso degli anni?

Per certi versi è rimasto lo stesso. Ci sono tecniche artigianali di lavorazione della carta che non cambieranno mai, ed è proprio questo tipo di manualità che molti richiedono. Per altri versi invece è cambiato molto, subendo le influenze dettate dalle mode.

Qual è stata la commissione più bizzarra che ti è stata fatta?

Delle partecipazioni di nozze con la riproduzione in 3D di alcuni crop cirle. Sì esatto, proprio i cerchi nel grano che qualcuno attribuisce agli UFO.

Quella più complessa?

Ce ne sono state diverse, ma tutte avevano in comune una cosa: erano la somma di più tecniche di realizzazione. Alcune abbastanza complicate anche per la gestione dei tempi tecnici di realizzazione (ad esempio il tempo necessario di asciugatura dopo l’applicazione di pigmenti naturali sulla carta che andava necessariamente ad impattare anche sull’ordine dei passaggi da effettuare per arrivare al prodotto finale).

Cake topper stile marino

Quale bilancio puoi fare della tua attività a livello di materiali? Perché oggi non è solo la carta a farla da padrona, visto il packaging eventi ad esempio…

Bilancio sicuramente positivo, dopo che anche in Italia sono arrivati diversi fornitori che aiutano nel reperimento dei materiali e che spesso hanno contatti diretti anche con diverse cartiere e questo permette di reperire materie prime differenti da una o più fonti (sempre comunque limitate) e
questo permette sicuramente di diminuire i tempi di realizzazione di un prodotto, cosa molto importante quando arrivano soprattutto richieste urgenti.

C’è mai stato qualcuno che, vedendo i tuoi lavori, ti ha chiesto di poter venire a ‘scuola’ da te?  Quali consigli puoi dare una persona che vorrebbe iniziare un cammino simile?

E’ successo e ne sono stata molto felice. Quello che però consiglio sempre è di dedicarsi a questa ‘passione’ solo se ci si tiene veramente. Anche perché spesso richiede un notevole impegno anche a livello temporale ed interrompere una creazione equivale, in qualche caso a non poterla più
proseguire e di conseguenza aver vanificato il tempo impiegato precedentemente.  E poi bisogna avere tanta voglia di imparare e sperimentare cimentandosi con le varie tecniche, fino a trovare anche un
proprio stile personale.

Come ha inciso questa quarantena sul tuo lavoro? Hai lanciato iniziative particolari?

La quarantena, all’inizio,  ha inciso abbastanza perché giustamente è stato tutto bloccato, dai matrimoni agli eventi, etc… Poi però, da parte di tante persone, si è innescato qualcosa, una sorta di voler comunque andare avanti nonostante tutto.

Per cui, ad esempio, ci sono coppie che hanno richiesto ugualmente le partecipazioni di nozze studiando insieme delle soluzioni per poter inserire anche all’ultimo momento (io o anche loro dirattamente) una data.  Questo per le partecipazioni ma anche per normali biglietti di ringraziamento o di tags che accompagnano le bomboniere: tutto senza data.

Ho notato che invece è momentanamente cambiato l’ambito legato alle nascite. Si è preferito fare qualcosa di immediato per annunciare la nascita di un bambino piuttosto che aspettare di poter stabilire la data del Battesimo. Perchè in fondo, nonostante il virus che sta mettendo a dura prova tutti noi, la vita va avanti.

E ricevere qualcosa di assolutamente personalizzato e creato per le persone che più amiano è un modo per dir loro che li pensiamo e che li sentiamo accanto a noi anche se per forza di cose siamo separati e distanti.

INFO:

fb: facebook.com/legivi
IG: legivi_

distantimaunite

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