“Chef in quarantena”: la ristorazione ai tempi del Covid-19 | VIDEO

“Chef in quarantena”: la ristorazione ai tempi del Covid-19  | VIDEO

Siamo stati, tutti o quasi, degli “chef in quarantena”. Abbiamo rispolverato attrezzi da cucina dimenticati per anni nei cassetti, comprato farina, lievito, zucchero e uova come se non ci fosse un domani. Abbiamo sperimentato ricette, sporcato e pulito a ripetizione forni, fornelli e piani di lavoro e soprattutto messo a dura prova il nostro peso forma. Che tanto in forma più non è.

E allora mentre la bilancia inizia a strizzarci l’occhiolino (che tanto prima o poi ci dovremo fare i conti), l’interrogativo è presto servito: chi rimarrà ai fornelli anche in fase due e successive?

La cucina: il nostro porto sicuro in quarantena

Già le vedo le nostre mamme alzare le mani e ricordarci: “noi in cucina ci siamo sempre state e sempre ci saremo”. Ad unirsi al coro anche tutti coloro che già prima della quarantena sfornavano piatti stellati senza magari promuoverli sui social. Perché, diciamoci la verità, all’epoca faceva più figo scattare foto al ristorante più o meno famoso, piuttosto che immortalare le pietanze fatte in casa. Oggi, per mancanza di alternative, stiamo assistendo al fenomeno contrario. Il riscatto dell’home made.

Uno dei nostri collage per #mangiachetipassa

Poi ci sono, appunto, gli “chef in quarantena”. Quelli che ancora guardano increduli e gongolanti le loro inaspettate creazioni culinarie. Quelli che: “chi l’avrebbe mai detto! Oltre all’uovo fritto c’è di più”. E anche quelli che: “bello tutto, buono tutto, ma…quando aprono i ristoranti che non vedo l’ora?”.

Scegliete pure da che parte stare. Nessuno vi giudicherà.

La mia storia in cucina

Io con la cucina ho iniziato a familiarizzare circa un anno e mezzo fa. Galeotto: lo svezzamento di mia figlia. Passo dopo passo, errore dopo errore, qualcosa di buono l’ho combinato anche io. Confesso, però, che solo la quarantena mi ha spinto ad osare di più. Così tanto che il primo acquisto post lockdown è stato: una macchina per fare la pasta in casa!!! E ho detto tutto! Quindi, a meno di clamorose sorprese, ai fornelli ci rimarrò. E mi sono ripromessa di continuare a sperimentare e a migliorare perchè ci ho preso proprio gusto. E non solo io.

Quando torneremo al ristorante?

Certo è che sarà bello tornare un giorno a sedersi al tavolo di un ristorante, rilassarsi, ordinare un piatto particolare senza dover pensare a: “ora mi tocca rimettere a posto”.

Ma quel giorno sarà bello soprattutto per chi sta dall’altra parte: ristoratori, pizzaioli, gestori di locali e di bar che in questa quarantena hanno affrontato una crisi difficile da gestire. Gli stessi che ora si preparano a ripartire, gradualmente e parzialmente, nel rispetto delle regole imposte dai governi nazionali.

I quattro metri quadrati per ogni cliente, i due metri di distanza fra un tavolo e l’altro, le mascherine per i camerieri, il gel igienizzante, le barriere divisorie. Così il settore della ristorazione aspetta con ansia e timore il 18 maggio e tutto ciò che verrà nei giorni successivi.

“Sarà un massacro” secondo Filippo La Mantia, titolare di “Oste e cuoco”, in piazza Risorgimento, a Milano. “Lo Stato sta radendo al suolo la ristorazione italiana”, è il parere di Alessandro Borghese, che sempre a Milano gestisce il ristorante “Il lusso della semplicità”. Mentre Carlo Cracco avverte che “così si rischia di perdere un tessuto enorme per il nostro Paese”.

La video testimonianza

Una crisi che noi di #distantimaunite abbiamo deciso di raccontarvi attraverso la voce di Enrico D’Angeli, titolare a Roma del ristorante “Al grottino del laziale”.

Enrico D’Angeli – Al grottino del laziale

Se per gli “chef da quarantena” la sfida sarà rimanere ai fornelli, gli “chef di professione” si preparano, insomma, ad una prova ben più impegnativa: quella della sopravvivenza.

Sottofondo musicale consigliato

Per spunti e suggerimenti ecco alcune ricette che vi abbiamo proposto sul nostro sito distantimaunite.com

https://www.distantimaunite.com/2020/04/10/iorestoacasatiello/

Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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