Vade-mecum di sopravvivenza di coppia

Vade-mecum di sopravvivenza di coppia

Mi sono innamorata di mio marito per il suo sorriso. Non i per i suoi bei denti ma perché rideva sempre. Ora io e mio figlio lo chiamiamo brontolone e da quando è scoppiata la pandemia, AIUTO.

Sicuramente avrete sentito parlare più di divorzi in questo periodo che di nuove coppie. La Quattrociocche ha lasciato quel figone di Aquilani e due pazzi hanno deciso di mettersi insieme scambiandosi uno sguardo ognuno dal balcone di casa sua. Scelte discutibilissime entrambe. Io Aquilani non lo lascerei mai. A parte gli scherzi.

Ecco il mio Vade-mecum di sopravvivenza dopo 75 giorni tête à tête con mio marito:

-Seguire la luce in fondo al tunnel: in Italia la luce era rappresentata da Conte e le sue dirette delle 20 su Rai Uno, in Lussemburgo da Xavier Bettel e le sue dirette su l’Essentiel. È lui che mi guidava, facendo le crocette sul calendario verso la liberazione, oggi il 25 maggio. Sarà una data storica che ricorderanno anche i miei figli perché da oggi mamma/Anna/ sergente Piccolomini torna ad avere il controllo dei suoi 95 mq di casa ! Quindi non dimenticare mai il tuo obiettivo!

-Non litigare per nulla: e lo so è difficile, a volte ti provoca, sembra lo faccia a posta ( è sicuro lo fa a posta). Tu devi resistere alla voglia di cacciarlo fuori di casa, esci uno dei tuoi più bei sorrisi e girati verso tuo figlio. Gioca con lui, se ci riesci, lo so è difficile, invita anche tuo marito a giocare con voi. Spesso basta distogliere la loro attenzione, restiamo sempre bambini dentro no?

-prenderlo per la gola: no, non dovete strangolato ma dovete cucinare il suo piatto preferito. Ammetto che i peperoni e le olive fritte mi hanno salvata due tre volte. Ho dovuto smettere purtroppo perché mio marito stava per diventare come un peperone ripieno.

-ricordiamoci dei nostri bambini: ammetto che molto spesso sono stata zitta perché non volevo litigare davanti ai piccoli. Soprattutto perché le litigate di questa quarantena erano dovute alla noia, alla reclusione e non da veri problemi esistenziali.

-manda tuo marito a giocare con tuo figlio: aiuterà entrambi a creare un loro rapporto e tuo marito capisce finalmente perché tuo figlio ti segue anche in bagno e come ci si sente a sentire la parola mamma ripetuta 30 volte in 10 secondi. Top crono!!!

– obbligato a crearsi una quotidianità che non lo annoia: se ci pensate è quello che abbiamo fatto con i nostri figli. Mio figlio ama andare a passeggio, lui la chiama scoperta, e anche mio marito dopo la passeggiata era più rilassato. Così ogni giorno, sole permettendo a passeggio tutti e quattro anche pr due ore. Ammetto che tornavamo a casa distrutti ma ne è sempre valsa la pensa.

-obbligarlo ad uscire di casa: durante la quarantena mio marito è uscito per fare la spesa, era il suo compito. Una volta, per mia grande gioia, è tornato dopo 5 ore ma era super rilassato.

-mettete da parte il generale hitleriano che é in voi: all’inizio vi siete sentite sicuramente sopraffatte dalla presenza di tutte queste persone in casa. Una volta elaborata questa convivenza é fondamentale non dare ordini, ma cercare piuttosto la collaborazione di vostro marito. E’ importante avere un alleato in caso e non un nemico, altrimenti non vincerete mai nella lotta continua contro i bambini. Sicuramente ci si sente più serene se si é spalleggiate dal marito e non affondata da lui.

All’inizio della quarantena andava tutto bene, sicuramente perché Daniele non si era ancora annoiato di sentirmi chiedergli ogni tre per due di aiutarmi in qualcosa. “Spostiamo questo mobile amore” ” mi aiuti a pulire lassù non l’ho mai fatto da quando viviamo qui?! ” Immagino che io non sia l’unica ad aver approfittato a pulire casa nei meandri più nascosti durante questi mesi.

A parte tutto e parlando seriamente, lo so non abbiamo mai vissuto così a lungo con i nostri mariti. Ventiquattro ore su ventiquattro sono davvero lunghe. Ma non dobbiamo dimenticare il perché ci siamo innamorati dell’altro e per me é stato bello farlo ridere come quando eravamo solo noi due. Anche se si sta meglio in quattro però con mio marito a lavoro. 

Anna Piccolomini

Come si chiama mamma? Piccolomini Anna. È grassa o magra? Grassa. È Bassa o alta? Alta. Cosa le piace mangiare? Pasta e anche un po' di gnocchi. Come le piace vestirsi? Bene. Quanti anni ha? 3 come me. Quale regalo vorresti fare alla mamma? Una macchina telecomandata. Chi ama la mamma? Io e non papà. Cosa fa la mamma? Sta con me e Leonardo. Di cosa ti parla sempre la mamma? Di non dire brutte parole. Dove vuoi viaggiare con la mamma? Alla scuola e all'asilo. Cosa vuoi fare da grande? Accompagnare un bimbo all'asilo. Di cosa ha paura la mamma? Di perdere il bus. Cosa piace alla mamma? Mangiare. Cosa fa arrabbiare mamma? Quando lancio le macchinine e dico brutte parole. Ecco come mi vede mio figlio. Mi descrive di sicuro come una donna sposata con due figli, che lotta ogni giorno per lavorare nel sociale. Vivo a Lussemburgo ma sono anche originaria di questo Paese e per metà pugliese. Amo il rosa da sempre e mamma dice che ho una classe innata. Amo osservare e mi lascio andare solo con le persone che amo. La mia prima impressione è sempre quella giusta.

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