Come torneremo a fare acquisti nel Post-Covid

Come torneremo a fare acquisti nel Post-Covid

I commercianti hanno alzato le serrande tra il 4 e il 18 maggio scorso e con fatica stanno rimettendo in sesto le proprie attività, ma si sono davvero chiesti che tipologia di cliente potranno incontrare? E quelli che consideravano “fidelizzati”, dopo la pandemia, saranno riconoscibili?

Ho potuto leggere qualche indagine e mi sembra di intuire che tutti noi oscilliamo tra la fiducia nella ripresa, la volontà di incoraggiare una “ripartenza” e la paura, nonché i dubbi, sulla sicurezza sanitaria; per non parlare l’ansia del contatto con le altre persone…

C’è la consapevolezza che piano piano si fa più forte: le crisi accadono anche quando si pensa di essere intoccabili.

Mi ha colpito una ricerca condotta da IZI ed in collaborazione con Comin & Partners, nota azienda di comunicazione, dalla quale risulterebbe che solo poco più della metà degli italiani (53,6%) tornerà come prima nei negozi e meno di due su quattro (42,5%) andranno nei centri commerciali.

Sorprende quanto dichiarato dai più giovani, con un’età intorno ai 34 anni, che diversamente dalle persone di età superiore ai 50 anni, non credono che avranno le stesse abitudini del pre-Coronavirus.

Quindi non frequenterà assiduamente centri commerciali, ristoranti e bar, un po’ per i motivi citati sopra, un po’ per l’incertezza economica che a prescindere dalla pandemia, ha sempre caratterizzato questa generazione.

C’è anche un dato positivo, secondo il sondaggio comunque in generale più di un italiano su quattro (35,2%) tornerà a frequentare i ristoranti “come prima” e quasi due italiani su cinque i bar (42,4%).

Da una seconda indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat, risulterebbe che il 19,7% degli italiani per l’impossibilità di spostarsi, ma anche spinti dalla volontà di sostenere le attività che avevano bisogno di aiuto per ripartire, hanno riscoperto i piccoli negozi di quartiere, preferendoli a quelli grandi.

E se tutto quanto concerne la fisicità ha avuto uno scossone, il digitale sta incrementando le soluzioni ai nostri bisogni: è notizia di qualche ora fa che Google sta testando gli acquisti vocali effettuati tramite gli smart speaker, che ormai sono oggetti che una buona parte di noi ha in casa, basandosi sulla tecnologia Voice Match.

Ma questo è futuro prossimo, abbiamo invece potuto constatare come durante il blocco, il digitale ha permesso a tante aziende di restare attive perché già avvezze all’e-commerce o perché sono state veloci ad integrarlo.

E siccome si sa che l’esperienza insegna e noi italiani siamo degli inguaribili ottimisti, tutto questo credo che potrà avere ricadute positive: potremo contare su un bagaglio di strumenti da sfruttare anche quando questa pandemia sarà un ricordo, un problema gestito e non qualcosa che ci abbia solo colto di sorpresa.

Angela Tassone

Esperta di Comunicazione e Marketing. Componente della FERPI - Federazione delle Relazioni Pubbliche italiana. Socievole e inconsapevole accentratrice, cerca di indirizzare al meglio le proprie energie. E anche se ha imparato che nella vita le cose non si possono mai considerare definitive, il suo amore per la scrittura e i media non passerà mai.

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