Non avere paura.

Non avere paura.

Anni fa, in un mercoledì di novembre, dovevo andare ad accogliere un gruppo di turisti portoghesi in un hotel vicino San Pietro. Lavoravo in zona, ma ero alle prime armi di tutto: del lavoro, dell’accoglienza, della mia capacità linguistica e di orientamento. Mi ritrovavo sotto la pioggia in questa via che conoscevo a malapena perchè ero andata a cena con il mio ragazzo di allora in un ristorante sulla stessa strada.

Io e Valerio eravamo insieme da un pò. Ci dividevano qualche anno di differenza e svariati chilometri di distanza. Io abitavo a nord di Roma, lui a sud. Eravamo simili per tante cose, ma diversi per altre. Eppure per me tutto quello che avevo, era tutto quello che avrei sempre avuto. Ignoravo completamente il mio futuro. E non è che non ci pensassi, semplicemente per me non poteva essere diverso da quello che era. Nonostante alcuni tormenti sgomitassero già dentro di me.

Ma la paura di poter affrontare anche solo un cambiamento minimo era talmente tanta da non farmi prendere in considerazione qualcosa di diverso.

Ignoravo.

Che nel corso degli anni il mio cuore sarebbe passato per le mani di altre persone. Che a un certo punto della mia vita, quell’hotel in quella via che poco conoscevo sarebbe stato esattamente a metà fra il lavoro e i sentimenti, a qualche metro tra il mio ufficio e la casa dove sarei andata a vivere con il mio successivo ragazzo. Che dopo la convinzione di avere già tutto, sarebbe arrivato un altro tutto a me sconosciuto, fra amici, rotture, riconquiste, ragazzi, esperienze, scelte, intoppi e cambiamenti. Che quel tutto a me sconosciuto sarebbe diventato una nuova normalità da stravolgere.

E oggi ancora ignoro quello che sarà da qua al futuro, che sia domani o un po’ più in la. Ma quando questo mi mette paura, penso che la vita mi ha portato ben lontana da dove mi vedevo anche solo pochi mesi fa, e che nonostante tutto sono viva e sono qua.

Che le strade sono infinite, e fatte di mille incroci, il più delle volte a noi sconosciuti ma non per questo non affrontabili. Che alle volte i fallimenti sono la nostra più grande fortuna, e con loro tutti gli stravolgimenti che ne seguono. Che è nel cambiamento la vera chiave del tutto, e che tutto può essere.

E allora, quando la paura prende, mi aggrappo ai ricordi delle mie vite passate, quando pensavo che non avrei potuto avere di meglio, e invece il meglio è arrivato, e magari ancora deve arrivare.

E ricordo a me stessa quanto ignoro del mio futuro mentre vivo questo strano presente.

distantimaunite

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