Storia di una trentenne che non voleva i suoi 30 anni

Storia di una trentenne che non voleva i suoi 30 anni

Arriva il momento nella vita di tutti in cui ti rendi conto di non essere né troppo giovane né troppo vecchia ma abbastanza adulta per poter avere già un ricco bagaglio di ricordi a cui pensi con nostalgia e al tempo stesso un percorso in salita tutto da scoprire.

Siamo noi, i trentenni di questi anni duemilatroppo.

E’ un’età particolare a cui ci affacciamo con timore ed entusiasmo. Da un lato il peso di quello che gli altri si aspettano da te, dall’altro la forza e la testardaggine di poter riuscire da solo a fare tutto quello che vuoi.

Personalmente ho iniziato a sentire questo peso già ai 28. La sera del mio compleanno sono entrata in casa, nella mia camera, luce spenta, ho pensato: Cavolo! Sono ufficialmente grande! Che ve lo dico a fare quando ho abbandonato il 2 come decina e sono passata al 3.

La mia festa di compleanno con le mie amiche più care aveva come tema #30enonlivoglio… c’est la vie.

No, non li volevo affatto!

Proprio non me ne capacitavo, io giovane virgulto della mondanità ho dovuto alzare bandiera bianca alla terza decina.

Ma poi alla fine non è così male… quest’anno ne compio 35, ma a dicembre eh! E’ ancora presto per il giro di boa. Magari poi ne riparliamo più in là…

Sono una romanticona nostalgica e mi piace troppo ripensare e ricordare a quanto era bello essere bambina e poi adolescente tra gli anni 80 e i 90.

Cresciuta con la musica giusta (come vi racconto qui https://www.distantimaunite.com/2020/06/04/cosa-restera-di-questi-anni-80/) e con tanti ma tanti cartoni animati. Grazie Italia 1 per riproporli a loop  tutte le mattine. Non c’è colazione senza Pollon, L’incantevole Creamy, Il mistero della pietra azzurra.  Sto solo aspettando Sailor Moon per chiedere definitivamente lo smart working… ma mi sa che non verrò accontentata.

Tornando alla realtà,  da un’accurata analisi del post ventina ho notato una  serie di cose per me allucinanti: improvvisamente ho sempre sonno, è diventato necessario asciugare i capelli col phon perché sennò benvenuta cervicale,  ho capito qual è il mio drink preferito dopo anni di degustazione approfondita, ringrazio un giorno sì e uno no il dio OKI per la sua esistenza che mi libera da tutti i mali da qui all’eternità.

La colazione dei campioni!

L’adolescenza sarà anche appesa al chiodo della parete dell’ufficio anagrafe ma mai nessuno potrà impedirmi di amare Dylan McKay, di cantare a squarciagola tutte le canzoni di Cristina D’avena, di convincere mia nipote a giocare con Gira la Moda che ho custodito nell’armadio, di sognare il Soldino della Mulino Bianco.

Ma c’è una cosa più di tutte che mi manca, ora che è estate.

Ridateci il Festivalbar!

distantimaunite

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