Amami e basta. Perché solo l’amore conta

Amami e basta. Perché solo l’amore conta

L’amore conta, l’amore conta

E conta gli anni a chi non è mai stato pronto.

Nessuno dice mai che sia facile.

“L’amore conta” di Luciano Ligabue
L’amore conta di Luciano Ligabue

“Se io non sono per me, chi è per me? E, se io sono solo per me stesso, cosa sono? E se non ora, quando?”.

Ora è il momento di dire basta. Di guardarsi allo specchio, accettarsi, sorridersi. Di pretendere rispetto. E amore. Non l’amore quello delle favole, che tanto la realtà è un’altra cosa e tutti lo sappiamo bene. Ma un amore vero. Quello fatto di discussioni animate, ma non di spinte o schiaffi. Di controversie verbali, ma non di sopraffazione, fisica o psicologica che sia. Quello fatto di sguardi, carezze e complicità. Che la passione fisica forse può svanire, ma l’amore no. E l’amore è l’unica cosa che conta.

L’amore per l’altro, per il proprio uomo, per il proprio compagno. Ma soprattutto l’amore per se stesse.

1 femminicidio ogni tre giorni

Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

I dati diffusi, riguardanti l’anno in corso, sono allarmanti: +119,6% di chiamate al numero antiviolenza tra marzo e giugno 2020, 1 femminicidio ogni 3 giorni*.

Il lockdown ha esasperato situazioni già critiche. Vittime e carnefici costretti dalla pandemia a vivere sotto lo stesso tetto. Già, perché nell’82 % dei casi, chi abusa di una donna non bussa. Ha le chiavi di casa.

Se non lo vedi non vuol dire che non succede!

amami e basta
Amami e basta

Amami e basta

Non confondere la violenza con la passione e non scambiare la passione per amore. Amami e basta. Senza snaturarmi, senza deridermi, senza schiacciarmi, senza umiliarmi, senza prevaricarmi. Amami per quello che sono. Per quello che penso, che sento, che voglio. Per le mie debolezze ma anche per la mia forza. Amami. E basta.

Amami e basta è anche il titolo del calendario realizzato dalla Fondazione Roma Cares, in collaborazione con Roma Capitale. Il ricavato della vendita sarà destinato all’attivazione di percorsi di formazione dedicati a donne vittime di violenza, seguite dalle strutture capitoline.

La cosa bellissima di questo progetto è il fine. Il fine concreto. Non si tratta solo di lanciare un messaggio, che pure è importantissimo. Si tratta di mettere a disposizione un pezzo di futuro. Questo calendario servirà a finanziare corsi di reinserimento al lavoro. Perché una donna indipendente è una donna più forte. E una donna più forte è una donna che non è da sola. E’ una donna libera. Ed è in nome di questa libertà che questo progetto non è solo quello delle Wags della Roma, ma quello di tutte noi.

Chiara Zucchelli

Il calendario è acquistabile dal 28 novembre negli AS Roma Store e dal 1° dicembre su asromastore.com e nelle edicole della Capitale.

Protagoniste degli scatti realizzati dalla fotografa Laura Gozzi sono le mogli o compagne dei giocatori giallorossi. 

Il calendario è ambientato in tutta Roma, ci racconta Laura, a partire dai quartieri più popolari fino ai luoghi iconici della capitale.
Insieme a Francesco Pastorella, ideatore del calendario, abbiamo valutato quali location potessero essere più idonee e di impatto per rappresentare e al meglio tutta la popolazione.
La violenza non segue regole di ceti sociali, situazioni economiche o località. La violenza è ovunque, e con l’avvento del Covid che ci ha costretti in quarantena, i numeri delle violenze domestiche sono aumentati in modo esponenziale. Per questo abbiamo scelto di scattare in tutte le tipologie di quartieri.

Calendario 2021 – Amami e basta


Sono abituata per lavoro a ritrarre donne incinte o neonati nei loro primi giorni di vita.
Questa volta la sfida è stata diversa anche perché non ero nel mio studio e quindi non potevo sfruttare la mia comfort zone.

Non è stato molto semplice in realtà creare delle immagini efficaci, perché inizialmente pensavo di scattare immortalando il dramma della situazione su cui lottare, poi Francesco Pastorella giustamente mi ha indirizzata su un aspetto diverso, più determinato, quello di donne forti e coraggiose.
Le ragazze si sono prestate al meglio per farsi ritrarre ed abbiamo cercato di far uscire da un semplice sguardo o gesto la forza di ognuna di loro.

Amra Dzeko posa per il calendario Amami e basta

Quando Amra Dzeko mi ha chiamata per chiedermi di fare il calendario ero su una scala a scartare un muro per via dei lavori a casa e del trasloco che stavo facendo; a qualsiasi persona in quel momento storico avrei detto di no per via dei mille impegni ma quando mi ha detto di cosa si trattava, che era per beneficienza e per quello specifico argomento, non ci ho pensato neanche un secondo.
Sentirmi coinvolta in un progetto così grande e importante mi ha fatta sentire davvero utile. Se anche solo una donna venisse salvata grazie alla raccolta fondi e trovasse il coraggio di chiamare il numero 1522 per chiedere aiuto, io ne sarei davvero felicissima!

Nessun uomo ti ama alzando le mani. La violenza non è amore, e nessuna deve sentirsi in colpa o pensare minimamente di meritarlo o di averlo provocato per meritare un trattamento del genere.

Laura Gozzi

L’obiettivo è sensibilizzare sulla tematica della violenza di genere e non far sentire sole le vittime, sostenendole, piuttosto, nel trovare il coraggio di denunciare gli abusi subiti.

Ogni pagina del calendario contiene un QR code che rimanda direttamente alla pagina “Roma per le donne” del portale di Roma Capitale, dedicata all’elenco di tutte le strutture antiviolenza sul territorio cittadino.

Amra Dzeko e le altre ‘wags’ giallorosse hanno posato con un trucco, curato dalla make-up artist Anna Cais, che simula i segni della violenza sulle donne.

Chi subisce violenze, ci spiega Anna, inevitabilmente avrà dei segni, che siano fisici o morali, e spesso la cosa più difficile è perdonare se stessi e trovare la forza di cambiare strada ed andare avanti, quindi ho pensato che un livido possa trasformarsi in amore, perché l’amore dona forza. Ed ecco la scelta del cuore. L’occhio nero, con trucco colato, simula invece l’effetto del pianto.

Il messaggio che voglio mandare alle donne con il mio lavoro è l’importanza di prendersi cura di se stesse quotidianamente, anche con piccoli gesti, che sia un rossetto o un mascara, poco importa. Quel che conta è ritagliarsi dei piccoli spazi per se stesse, con abitudini che possano farci sentire e vedere meglio. Ad esempio, durante i corsi di self makeup che organizzo, la cosa più importante che mi preme trasmettere alle mie clienti è anche quella di accettare i piccoli difetti, che tutte abbiamo, e che la perfezione non esiste. Siamo tutte uniche a modo nostro. E dovremmo iniziare ad amarci di più, perché quando la donna ama se stessa, difficilmente permetterà a qualcun altro di farsi mancare di rispetto.

Spesso, conclude Anna Cais, chi usa la violenza sulle donne, non inizia ad essere violento dal primo giorno, ma ci sono dei segnali da non sottovalutare, come ad esempio chiedere alla donna di truccarsi meno o non truccarsi affatto, perché “sei più bella senza trucco”. Un uomo che vi ama vi potrà dare un parere, ma non vi metterà mai difronte a nessuna scelta, piccola o grande che sia.

Sei stata vittima di violenza? Non esitare a contattare il numero anti violenza e stalking 1522.

No alla cultura della violenza

La violenza di genere è legittimata dalla nostra cultura, che è una cultura patriarcale, che considera le donne proprietà privata degli uomini. Questo modo di pensare è la causa della violenza di genere. L’unica soluzione è cambiare la cultura!

Eloisa Dal Piai

Ho raccolto le testimonianze e i pensieri di colleghe e amiche, perché ci tenevo che passasse un messaggio di unione. Donne per le donne.

E se vi sembra scontato, guardatevi intorno. Tutti noi siamo consapevoli del fatto che manchi solidarietà in primis proprio tra le donne. Che una donna viene giudicata in primo luogo da altre donne (La cultura dello stupro e la sua morale). A dimostrazione che per combattere la violenza dalle fondamenta occorre una rivoluzione culturale, che investa uomini e donne in egual modo. Che leggi servono (vedi Codice Rosso) ma non bastano. Che le parole hanno un peso. E possono far male, quasi quanto una violenza fisica. Scavano dentro, nell’anima.

E’ importante anche comprendere che le parole che vengono usate ogni giorno possono esse stesse favorire la cultura della violenza.

Sabrina Villa

Perché ogni forma di amore conta. Anche quello di un’altra donna, che sia amica, compagna, madre, conoscente. Perché solo unite possiamo sentirci più forti. E solo se siamo forti non abbasseremo la testa. E avremo il coraggio di urlare: Amami e basta. Perché l’amore è l’unica cosa che conta davvero. E se c’è amore, non ci può essere violenza.

Se l’argomento ti sta a cuore lascia qui il tuo commento e partecipa al nostro sondaggio perché “La tua opinione conta“.

Per ulteriore approfondimento su dati e statistiche leggi: Violenza contro le donne: serve alzare il livello di attenzione.

Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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