L’ Escalade, la liberazione di Ginevra..e la cioccolata.

L’ Escalade, la liberazione di Ginevra..e la cioccolata.

Tra le cose belle del vivere in un Paese estero, c’è quella di scoprire feste e tradizioni popolari che altrimenti sarebbero sconosciute. A Ginevra in questi giorni si festeggia la liberazione con la festa dell’Escalade, e lo si fa anche con una marmitta di cioccolata. Ora vi spiego.

Come ha ricordato la nostra Anna Piccolomini nel suo pezzo dedicato a San Nicola,

https://www.distantimaunite.com/2020/12/01/san-nicola-a-casa-vista/

ci sono innumerevoli feste e tradizioni che il resto del mondo non conosce.

L’escalade e la liberazione di Ginevra

La storia narra che nel 1602 Ginevra, repubblica prospera e ricca, attira l’avidità dei savoiardi. Carlo Emanuele I progetta di rendere Ginevra la sua capitale al Nord delle Alpi e di lottare contro il calvinismo con l’appoggio del papa Clemente VIII, malgrado « una pace giurata e stra-giurata ». Così, la notte tra l’11 ed il 12 dicembre 1602, una truppa di 2000 soldati sbarca a sorpresa. Arrivati a Plainpalais, (oggi quartiere centrale), i mercenari scalano le mura che circondano la città. E’ per questa ragione che la commemorazione porta il nome di ” Escalade”.

L’allerta iniziò alle 4:30 della mattina. La battaglia fu dura, ma i Ginevrini coraggiosamente difesero la loro città. In particolare, si ricorda il coraggio della Mère Royaume, madre di famiglia di una numerosa prole, che, salita sulle mura della città, ha versato sulla testa di un Savoiardo il contenuto della sua marmitta piena di zuppa. La marmitta è appunto, una grossa pentola.

Qui la storia completa

https://houseofswitzerland.org/it/swissstories/storia/storica-culturale-e-calorosa-la-festa-dellescalade-ginevra

Mère Royaume ha dato così vita ad una tradizione culinaria: la zuppa di verdure e poi la marmitta di cioccolato che, in questi giorni, si trova ovunque in città ed è una vera e propria particolarità. La cioccolata svizzera è impareggiabile e un’intera marmitta di cioccolata con all’interno delle mini riproduzioni di legumi in pasta di mandorle è una vera bontà.

Inoltre, la marmitta è rotta tradizionalmente, dopo aver formulato la frase rituale: «Ainsi périssent les ennemis de la République!», ovvero “Cosi periscono i nemici della Repubblica“, dalle mani unite del più giovane e del più anziano dei presenti.

I Ginevrini onorano e celebrano la vittoria della Città sul nemico con un grande corteo commemorativo composto da 600 persone, che raffigurano personaggi in costumi d’epoca, assieme a cavalli e armi di quel periodo. Corteo che sfila per le strade della città vecchia, le vie basse, e il quartiere di Saint-Gervais e sulle due rive del Rodano, alla luce di torce e fiaccole.

Durante le soste del corteo un araldo a cavallo legge il proclamo annunciando la vittoria sugli invasori. Arrivati alla Cattedrale di Saint Pierre, i partecipanti intonano qualche canto patriottico e la cerimonia si conclude con un grande falò.

Questa animazione molto particolare fa del Corteo dell’Escalade la più importante ricostruzione storica gratuita di tutta l’Europa.

Marmitta di casa Proietti

Benché non sia una “nostra festa”, ossia di noi italiani, devo dire che l’abbiamo subito accolta. Primo per la cioccolata: in questi giorni piove da tutte le parti in città ed è una vera goduria. I bambini adorano l’Escalade perché per un giorno vanno vestiti a scuola con dei costumi fatti da loro, spesso realizzati con il cartone. E’ un po’ come il nostro Carnevale, ma con un significato diverso. Festeggiano poi tutti insieme con una zuppa, portando loro stessi i legumi da casa e finiscono con la tradizionale danza di Picoulet .

Quando penso a feste e tradizioni credo che noi italiani siamo imbattibili. La solennità e l’importanza che i ginevrini danno però a questa ricorrenza storica mi fa assaporare le nostre antiche tradizioni. Penso che dovremmo tramandarle sempre ai nostri figli, per farle cadere nel dimenticatoio. Ecco, anche se siamo “giovani”, non dovremmo mai farne a meno neanche noi. La memoria della nostra storia e della nostra casa passa anche attraverso queste memorie. Non dimentichiamolo.

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Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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