Lockdown: diario di un’italiana in Irlanda

Lockdown: diario di un’italiana in Irlanda

Irlanda, lockdown, 80esimo giorno.

E’ quasi un anno da quando tutto è iniziato. Quante cose sono cambiate in un anno. Ancora non riesco a crederci.

Eravamo così abituati a dare per scontate cose, persone e situazioni.

Purtroppo l’essere umano vuole sempre di più e quello
che abbiamo non è mai abbastanza.

Mi sono ritrovata a mettere in discussione tutta la mia vita, i miei sogni, i mie valori, le cose che ho sempre considerato importanti, i rapporti con le persone. Non ti rendi mai conto di quanto impegno abbiamo bisogno per rimanere sani di mente, essere in grado di prenderci
cura di noi stessi senza sentirci soli.

Dopo due mesi di isolamento, sono stata informata che ad uno dei miei familiari era stato diagnosticato l’ultimo stadio di una certa tipologia di cancro. Il mondo intero mi è crollato addosso.

Quella sensazione di paura. Paura di avere rimpianti, di non avere abbastanza tempo, di non avere il potere di cambiare nulla.

Qui in Irlanda ho la sensazione che la situazione psicologica sia un grosso problema al momento. Se dai un’occhiata al sistema sanitario, ti rendi conto di quanto sia ridotto all’osso. Non ci sono abbastanza letti in terapia intensiva, gli infermieri non ricevono nemmeno lo
stipendio che gli spetterebbe. Aumenta la quantità di persone ammesse nei reparti psichiatrici perché non riescono più a trovare una ragione per vivere.

Questo Paese come tutti gli altri sta davvero lottando.

Partecipare al funerale di uno dei miei più cari amici attraverso lo schermo di un laptop è qualcosa che non dimenticherò mai. Guardare quella chiesa vuota, guardare la sua famiglia e non poter essere lì per loro è una delle peggiori emozioni in assoluto. Tutti meritano una seconda possibilità nella vita.

La depressione, la tristezza, la confusione delle persone qui si risolvono con psichiatri che prescrivono antidepressivi, sonniferi e, a seconda di quanto ti senti male, ti puoi ritrovare in un reparto psichiatrico a 20 anni.
Siamo abbandonati a noi stessi, non siamo mai stati istruiti abbastanza sull’importanza del benessere, psicologico e fisico.

Ho una figlia, lei ha 8 anni e al momento è in Italia. Non ci rendiamo nemmeno conto dell’impatto che questo avrà sulle prossime generazioni.
Come puoi spiegare l’intera situazione a un bambino se non sappiamo nemmeno noi stessi cosa sta succedendo?! Non lo dimenticheremo mai.

L’unica cosa che vorrei dire a tutti è di essere grati.
Sono molto grata alla mia famiglia e ai miei amici che mi stanno dando tutto l’amore, l’affetto e il supporto che sono in grado di darmi.
Sono molto grata per il modo in cui mia figlia mi fa sentire ogni volta che le parlo. Sono grata anche ai social media.
Abbiamo la capacità di comunicare i nostri pensieri, paure e sentimenti.
Siamo forti e non possiamo arrenderci.

Esprimi i tuoi sentimenti a chi ti sta attorno, mostra loro amore, chiedi aiuto se hai la sensazione di non potercela fare più.
Non sei solo!
TUTTE LE VITE CONTANO: SI’, ANCHE LA TUA!

Francesca Turatti

Invia il tuo racconto a distantimaunite@gmail.com. Selezioneremo i pezzi più interessanti e li pubblicheremo all’interno della rubrica dedicata ai nostri lettori: #ilpoteredellacondivisione

ndr: segue la versione in inglese

Ireland, lockdown, Day 80

In two days it will be exactly one year from when everything started. How many things changed in a year, I still can’t believe it. We were so used to taking things, people and situations for granted, unfortunately the human being always wants more and what we have is never enough.

I found myself questioning my entire life, my dreams, my morals, the things I always considered important, relationships with people. You never realize how much of an effort we need to put in ourselves to stay sane, being able to take care of ourselves without feeling lonely.

After two months of lockdown, I was informed that one of my family members was being diagnosed with the last stage of cancer. My whole world crashed on top of me. That feeling of fear. Fear of having regrets, not having enough time, not having power to change anything.

Here in Ireland I have the feeling that mental health is a very big issue at the moment. If you take a look at the health system, you will realize how bad it is. There’s not enough beds in ICU, nurses are not even getting the money they deserve, this country as every other is really struggling.
The amount of people admitted to psych wards because they can’t find a reason to live anymore.

Taking part in the funeral of one of my dearest friends through the screen of a laptop is something that I will never forget. Looking at that empty church, looking at his family and not being able to be there for them is one of the worst feelings ever. Everyone deserves a second chance in life.

Lockdown Irlanda

The depression, the sadness, the confusion of people here is solved with psychiatrists prescribing antidepressants, sleeping tablets and depending on how bad you are even finding yourself in a psych ward in your 20s.
We’ve just abandoned to ourselves, we’ve never been educated enough on the importance of well being, Psychological and physical.

I have a daughter, she is 8 years of age and she’s in Italy at the moment. We don’t even realize how much of an impact this will have on the next generations. How can you explain this whole situation to a child if we don’t even know ourselves what’s happening?! We will never forget this.

The only thing I would like to say to everyone is to be grateful. I’m very grateful to my family and friends that are giving me all the love, affection and support that they’re able to give me. I’m very grateful for the way my daughter makes me feel every time I talk to her.
I’m grateful for social media too.
We have the ability to communicate our thoughts, fears, and feelings.
We’re strong and we can’t give up.

Tell people you love them, show them love, reach out for help if you have the feeling you can’t do it anymore. You’re not alone!
ALL LIVES MATTER, YES EVEN YOURS!


Francesca Turatti

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