L’ ANVGD e la cultura della storia

L’ ANVGD e la cultura della storia

Arrivati nella Penisola, gli Italiani dell’esodo Giuliano-Dalmata si riunirono in comitati che ben presto divennero associazioni, tante e diversificate. L’ ANVGD fu l’unica a strutturarsi a livello nazionale.

Il Comitato Nazionale per la Venezia Giulia e Zara si trasformò successivamente in Associazione per assumere poi definitivamente il nome attuale, ovvero Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che, per numero e diffusione, rappresenta il numero maggiore di esuli e discendenti.

Oggi l’Associazione, presente a Roma dal 1947 nel quartiere Giuliano-Dalmata dove c’è tuttora la sede, conta una struttura ramificata e operativa sull’intero territorio nazionale.

La Prof.ssa Donatella Schürzel dell’ANVGD è Vicepresidente vicario nazionale e Presidente del comitato provinciale di Roma.

Dal 1943 ad oggi moltissimo è stato detto e fatto. In maniera diversa e a fasi alterne.

Dal 1943 a metà anni ’50 in Italia si parlava, si sapeva cosa fossero le foibe e chi fossero gli esuli. La maggior parte degli Italiani era abbastanza al corrente di quanto accaduto. Solo che poi a causa della politica internazionale, dei contatti e delle alleanze economiche, si è arrivati a un silenzio. Che è diventato sempre più forte, fino ad arrivare a essere assolutamente totale per molti anni.

Su tutto questo oblio, a un certo punto ha iniziato a soffiare un vento di cambiamento. Ancor prima dell’istituzione del Giorno del Ricordo.

Le associazioni, che costituiscono il mondo dell’esodo e in particolare l’ANVGD, hanno lavorato per decenni e molto intensamente alla ricomposizione della verità.

Magazzino-18
Magazzino 18

E nel processo di ricostruzione, sia storica che della memoria, le associazioni si accorsero che i fatti non si conoscevano. E che la realtà storica non appariva sui libri di scuola.

Il corpo docente non era preparato sulla storia, in parte perché politicizzato e ideologicizzato.

Fu grazie all’istituzione del Giorno del Ricordo nel 2004 che si potè operare anche sulla cultura, con l’aiuto delle Istituzioni, per diffondere e promuovere il rispetto di questa memoria per tanto tempo tralasciata. Fu quello il grande passo in avanti. Infatti da quel giorno ad oggi i progressi sono stati incredibili.

La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.

(Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).

Vista l’esistenza della legge si sono potute fare moltissime cose. Come il Tavolo istituito tra Governo Italiano e Associazioni del mondo dell’esodo, presso il Ministero dell’Istruzione. Al Tavolo di lavoro siedono i rappresentanti delle Associazioni, ne faccio parte anche io, insieme a rapresentanti della cultura, tra cui storici e docenti, e ovviamente lo stesso Ministero dell’Istruzione. L’obiettivo è quello di diffondere nelle scuole la conoscenza di questa parte della storia.

Per i docenti in particolare ogni anno vengono organizzati seminari di formazione, sia a livello nazionale che regionale. I seminaristi vengono condotti sui luoghi oggetto di studio. Il Magazzino 18, la Foiba di Basovizza, Pola e Rovigno. Incontrando le comunità italiane della minoranza.

Non solo gli insegnanti ma anche gli studenti. Per loro è stato creato il Concorso nazionale “10 febbraio”, relativo ai temi dell’adriatico orientale. L’idea di fondo è sempre quella di promuovere l’educazione e sollecitare l’approfondimento della storia italiana, attraverso una migliore conoscenza dei rapporti storici, geografici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale.
Il concorso è rivolto a tutti gli organismi scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritarie, della Repubblica italiana e degli Stati dove è previsto e attuato l’insegnamento in lingua italiana. La premiazione prevede la partecipazione delle classi vincitrici alle iniziative istituzionali, organizzate per la celebrazione del Giorno del ricordo.

Sempre grazie ai lavori svolti dall’istituzione del 10 febbraio è stato aperto uno spazio a Roma, concesso dal Comune e inaugurato nel 2015, alla vigilia del Giorno del Ricordo, con l’intento di raccontare la vicenda storica e la cultura degli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. La Casa del Ricordo è un luogo ai limiti dello spazio-tempo, la cui gestione è curata dell’ANVGD-Comitato Provinciale di Roma e della Società di Studi Fiumani.

Qui vengono ospitate e organizzate attività di conferenze, concerti, presentazioni di libri e mostre.

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La Casa del Ricordo raccoglie, conserva e valorizza parte del patrimonio librario e archivistico dei suoi componenti assicurando il servizio di accesso e fruizione per il pubblico, gli studiosi, le scuole.

E quest’anno è entrata nel circuito delle Biblioteche di Roma.

Le associazioni riallacciano i rapporti. Anche dove si sono svolte tragedie e sono state versate lacrime. Di questo nuovo tipo di relazioni si fa promotrice l’ANVGD. E in questa stessa direzione vanno gli scambi culturali, reali, con i ragazzi delle scuole. Fiume, Pola e Rovigno, visitati con gli occhi dei giovani.

Musei, studi, convegni, incontri e dibattiti. Opere letterarie, teatrali e cinematografiche.  

Prima di Red Land. Precedentemente a Magazzino 18. Era già uscito Il cuore nel pozzo, che ebbe il merito di aprire una finestra nella mente del cittadino italiano. Destò scalpore, interesse e curiosità. Tanta gente non sapeva davvero e chi sapeva qualcosa, quando lo ha visto, ha ricordato e approfondito.

Il cuore nel pozzo fu girato nell’autunno del 2004 in Montenegro, poiché le autorità vietarono le riprese in Istria, dato che, a loro avviso, i contenuti non possedevano un riscontro storico. La fiction, interpretata da Leo Gullotta, Beppe Fiorello e Antonia Liskova, fu trasmessa su Rai 1 il 6 ed il 7 febbraio 2005 in due puntate. Era la prima volta che la TV di Stato italiana trasmetteva in prima serata un film che trattasse il dramma delle foibe.

Le musiche del film sono state composte, orchestrate e dirette dal Maestro Ennio Morricone.

Il cuore nel pozzo è stato un film che ha colpito nel segno. Come anche Magazzino 18 e Red Land. Tutti realizzati anche grazie al sostegno delle Associazioni.

ANVGD
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Magazzino 18

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Tantissimo è stato fatto e ancora c’è molto da fare. Ci sono, a tutt’oggi purtroppo, elementi che negano, riducono e giustificano.

Dover replicare a Eric Gobetti significa dover rispondere a cose offensive per l’intelligenza umana.

DONATELLA SCHÜRZEL

Anche la situazione in Europa si è evoluta, verso la consapevolezza. L’ingresso di Slovenia prima e Croazia dopo nell’Unione Europea ci ha permesso di poter affrontare la verità storica, anche su quel palcoscenico. Una nostra delegazione in Europa ha potuto dichiarare che il mondo degli esuli non era chiuso e contrario al fatto che le due Nazioni facessero parte dell’UE, ma che comunque era necessario chiarire alcune cose. Come che nell’attuale Croazia e Slovenia ci sono attualmente identità che si identificano, per cultura e lingua, con la penisola italica. E per questo è quindi necesario ribadire la storia triste che ha portato a una tale disgregazione territoriale.

Proprio le leggi europee di tutela delle identità nazionali ci hanno permesso di allargare la conoscenza dei fatti in Europa. E hanno consentito poi di creare collegamenti e attività transfrontaliere. Una collaborazione che diventa sempre più intensa.

Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente; […] Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salire per l’altrui scale.

divina commedia, Canto XV del ‘Paradiso – dante alighieri

Dopo la seconda guerra mondiale, trecentocinquantamila esuli sentirono propri i versi di Dante. A 700 anni dalla sua morte il Sommo Poeta è attualissimo.

Dopo Pasqua terremo un webinar dove presenteremo e spiegheremo un progetto ideato per il Dantedì. Un programma molto complesso, che avrebbe dovuto vedere un’elaborazione che si sarebbe spostata da Roma a Verona e a Pola. Un percorso che è stato proprio di Dante. Non Roma che è però presa in considerazione in quanto Capitale.

Purtroppo vista la situazione Covid non si potrà realizzare quanto ideato per il mese di marzo. E dunque il 25 marzo, con un comunicato stampa, verrà annunciato che ad aprile si terrà questo webinar in cui ci sarà appunto la presentazione del progetto, con la speranza di poterlo svolgere tra settembre e ottobre in presenza fisica, e che coinvolgerà teatri, studiosi, personaggi, letture, convegni e percorsi danteschi che abbiano un senso all’interno di una visione di un Dante Adriaticus.

Dagli anni ’20, tanto è accaduto storicamente e molto è cambiata la geografia europea. Lacrime, dolore, morti, esilio, malinconia e ricordo tardivo. Un quadro sconfortante, risollevato in parte proprio dalle parole della Professoressa Schürzel e della sua fiducia nel futuro e nella cultura. D’altronde quando si vuole cambiare il mondo la prima cosa da fare è una reale rivoluzione culturale.

Per sconfiggere mediocrità, arroganza e bassezza morale, l’istruzione e la conoscenza sono le armi più potenti.

Per leggere le interviste ai testimoni diretti (Magazzino 18. Parte I-II-III)

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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