Ivan Cottini: “la diversità è bellezza”

Ivan Cottini: “la diversità è bellezza”

La diversità come bellezza, ricchezza, valore aggiunto. La danza come motore di vita.

La paura, la disperazione, il tormento, il buio. La solitudine. E poi la luce, flebile ma costante. A cui aggrapparsi per risalire. Per ritrovare la forza. Per ricominciare a sorridere.

La rinascita che si specchia negli occhi di una bambina. Un dono.

Un giorno ti sembra di avere tutto: successo, lavoro, notorietà, salute, amore. Il giorno dopo: il nulla. Come se qualcuno improvvisamente spegnesse l’interruttore della felicità.

Ivan Cottini ha 26 anni. Ė un fotomodello. Si nutre di sogni, di soldi, di affetti, di divertimento.

Finite le scuole superiori, contro il volere della mia famiglia, avevo deciso di intraprendere la carriera di fotomodello per noti brand di intimo. Giravo l’Italia, ero felice! Conducevo una vita bellissima e frenetica. Avevo tutto.

Tra il tutto e il nulla c’è lo spazio di una notte.

Si addormenta una sera come tante. E si risveglia in quella che non è più una mattina come tante. Immerso e sommerso in un incubo ad occhi aperti.

La mia vita è cambiata 8 anni fa. Un giorno mi sveglio e non ci vedo bene da un occhio. Penso sia stanchezza, stress, e mi rimetto a dormire. Ma, al risveglio, peggio di prima. Iniziano gli accertamenti. La diagnosi è: sclerosi multipla. La forma più aggressiva. Avevo 26 anni. Non ero pronto a tutto questo. Mi sono ritrovato solo. In un letto d’ospedale. Pelle e ossa.

Inizia il calvario. Il dolore. La frustrazione di convivere con una malattia così imprevedibile. La non accettazione di non essere più padrone del tuo corpo, dei tuoi movimenti, dei tuoi gesti, persino delle tue parole.

Quando arrivò la diagnosi persi tutto e tutti intorno a me. Dal lavoro all’amore, anche quelli che pensavo fossero amici. Avevano paura persino che la malattia si attaccasse con una stretta di mano.

Dopo lo smarrimento, però, Ivan rispolvera la grinta e la determinazione che albergano da sempre dentro di lui. Reagisce.

Non ero pronto a veder finita la mia vita così. E allora mi sono rimboccato le maniche e ho scelto la strada più complicata, difficile, ma la più bella: VIVERE! Vivere da protagonista e regista della mia vita.

Essere speciali significa riuscire a far capire che il tuo punto debole diventa quello di cui vai più fiero.

BEBE VIO

Per saperne di più:

Cronica, imprevedibile e invalidante. Ogni 3 ore un giovane tra i 20 e i 40 anni riceve come Ivan una diagnosi di sclerosi multipla, una delle più gravi malattie del sistema nervoso centrale. Solo in Italia, ogni anno i nuovi casi sono oltre 2.000: il 50% delle persone colpite non ha ancora 40 anni. Non a caso la SM è la causa principale di disabilità fra i giovani, dopo gli incidenti stradali. La causa e la cura risolutiva per la malattia non sono ancora state trovate, ma grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica esistono terapie e trattamenti in grado di rallentare il decorso della sclerosi multipla e di migliorare la qualità di vita delle persone.

Ivan inizia l’assunzione quotidiana di quattordici medicine e intense sedute di fisioterapia, per rallentare quanto più possibile il decorso invalidante della malattia. Continua a danzare. E lo fa anche davanti ai riflettori della tv. Attraverso il piccolo schermo trasmette il suo potente messaggio di speranza e di lotta.

Ho scoperto la danza per caso, durante una serata di beneficienza in cui l’attuale mia maestra con le sue allieve mi ballavano intorno. A me non piaceva, perché sembrava facessero la veglia al morto. Così ho detto loro di coinvolgermi e da lì è nato l’amore per la danza, che è poi diventata anche la mia cura migliore!

Io quando ballo mi sento libero come una farfalla! 

Ivan Cottini

Allenamenti, coreografie. La magia, la voglia di creare qualcosa di nuovo, di provare a ballare anche se seduto su una sedia a rotelle. Una forza prorompente espressa in gesti e movimenti che diventano armonia.

Con la compagna di ballo Maria Bernardi si esibisce nel corso della trasmissione di Milly Carlucci, Ballando con le stelle. Ritorna ad Amici (trasmissione di Maria De Filippi), dove aveva già partecipato come concorrente, per esibirsi davanti ai ragazzi della scuola e far conoscere la sua storia.

E poi sale addirittura sul palco dell’Ariston in occasione del Festival di Sanremo. Un palcoscenico importante grazie al quale accendere potenti riflettori sulla sua malattia.

Ritrarre noi disabili come supereroi in grado di sconfiggere tutto e tutti è sbagliatissimo. Così facendo aizzano sempre di più contro di noi le persone che nella vita si sentono impotenti e quel muro che ci separa diventa sempre più alto. La vittoria è renderci normali agli occhi di tutti.

Quando ballo non mi sento malato ed è il mio modo di prendere la sclerosi multipla a calci.

Ivan Cottini

La vera rinascita però l’ha regalata ad Ivan sua figlia, Viola. Frutto dell’amore con Valentina, conosciuta tramite i social. Una passione nata in una corsia di ospedale.

Ci siamo fidanzati in ospedale, la nostra prima volta in ospedale…

La loro storia d’amore si interrompe bruscamente durante il primo lockdown. All’improvviso. Un dolore all’anima, stavolta. Anch’esso lacerante. Superato grazie alle coccole e alla vicinanza della sua bambina che oggi ha cinque anni ed è la sua compagna di vita e di giochi.

Viola è la mia vita! La mia cura! Con la sua nascita sono tornato a camminare! Era uno dei miei più grandi sogni quello di diventare padre e per farlo ho dovuto sospendere per qualche mese i farmaci salvavita con conseguente aggravio della malattia, contro il parere contrario dei medici e della mia famiglia. Io le voglio insegnare quanto bella sia la vita anche con i suoi momenti difficili e come debba essere sempre vissuta appieno!

Ivan aveva un desiderio: camminare mano nella mano insieme a Viola. Un sogno esaudito e immortalato in uno scatto fotografico che lo ritrae in piscina mentre percorre qualche passo insieme a sua figlia.

Un’emozione così forte! Anche perché io mia figlia me la devo conquistare con tutte le cose che si possono fare da seduto! Lei mi trucca, mi mette lo smalto, mi pettina! Mi fa bello quando sa che devo esibirmi e andare in tv! Lei, dopo la separazione con sua madre, mi ha salvato per la seconda volta. Guardiamo i cartoni animati insieme e proviamo a ballare. Il tutto tra una terapia e l’altra per la mia malattia. L’importante è saper ripartire, anche se ci vorrà tempo. Lo devo fare per Viola!

“Non esiste oceano che non possa essere superato.”

Ivan Cottini

Ė per Viola che Ivan ha scelto di continuare a credere nei sogni. Quei sogni che nel tempo si sono adattati alle sue nuove condizioni di vita.

Da piccolo forse avevo altri sogni, ma sinceramente mi piaccio e mi piace molto di più ciò che sono adesso. Ogni mattina quando mi sveglio penso che il solo fatto che ci sia il sole, è tutto! Siamo vivi! E siamo pronti a vivere la nostra vita da protagonisti! 

La pandemia globale che ha investito le nostre esistenze si è rivelata un duro colpo ancor più per chi del movimento e dell’allenamento ha bisogno come l’aria per respirare.

Tutti abbiamo fatto sacrifici, confessa Ivan. Per me la conseguenza è durissima: dovrò abbandonare la danza. Il primo lockdown mi ha tenuto quattro mesi fermo, senza terapie e senza poter ballare. Sono arrivato all’estate che non riuscivo più ad essere completamente autonomo! Ed ogni cosa per me era diventata di nuovo una difficoltà, persino alzarmi dal letto! La malattia sta andando avanti inesorabilmente. In tanti mi chiedono come farò senza ballare. Io rispondo che sono fortunato, perché ho ancora la possibilità di vivere.

Da febbraio dell’anno scorso ad oggi Ivan ha dovuto fare i conti con un’involuzione della malattia. Come se avessi affrontato di botto 10 anni, mi confida.

La lotta prosegue, mattina dopo mattina: l’obiettivo di ogni singolo giorno è provare a fermare, o almeno rallentare, la progressiva perdita di autonomia. Non lasciarsi vincere dalle difficoltà. Continuare a trasmettere un messaggio importante a chi vive situazioni complicate, simili alle sue. E soprattutto sforzarsi di non perdere la speranza e tenere accesa la fiammella dei sogni.

Nel mio futuro vorrei veder crescere Viola il più possibile e chissà, magari, accompagnarla all’altare. Tra i progetti a breve termine c’è invece un libro in cantiere che ho iniziato a scrivere proprio durante il lockdown e che aspetta un finale pazzesco: restate sintonizzati!

Perché la diversità è bellezza. E il mondo ne ha bisogno. Oggi più che mai.

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Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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