Voglia di ricominciare

Voglia di ricominciare

Nell’aria c’è voglia di ricominciare. Tornare a vivere, fare finta che sia tutto normale, uscire, respirare il profumo della primavera, lasciarsi scottare dai raggi di sole.

Questo c’è nell’aria e nella testa delle persone: riprendere la vita interrotta più di un anno fa.

I numeri fanno meno paura, i Tg si ascoltano meno e il nostro interesse è ormai rivolto alle date in cui i nostri cari faranno il vaccino.
Non si può dire che sia troppo bello per essere vero perché, intanto, non è bello proprio per niente e lo sappiamo. Ma, principalmente, non è vero e sappiamo anche questo. Sappiamo che il virus non è stato sconfitto e che la gioia che proviamo è figlia di un’illusione collettiva più che di una reale uscita dal problema. E ci sta bene.

Quell’irrefrenabile voglia di ricominciare

C’è una parte di noi ben consapevole che ci stiamo esponendo a un rischio ogni volta che ci togliamo la mascherina seduti a un tavolo per fare l’aperitivo o quando abbracciamo un nostro affetto. Però, ormai, non abbiamo più quasi alcun potere di fronte a quella irrefrenabile voglia di ricominciare.

E allora diciamo “si” alle proposte che ci vengono fatte, affrontiamo situazioni che fino a poche settimane fa ancora ci facevano paura, riconquistiamo il nostro spazio nel mondo.

Ci stiamo riprendendo pezzetti di vita fondamentali. Si tratta di cose semplicissime come una passeggiata senza motivo sul lungomare, un viaggio in un’altra regione senza avere una giusta causa, una chiacchierata faccia a faccia con un’amica senza dover misurare la distanza col centimetro.

Il potere di un abbraccio

Prima potevamo considerare tutto questo qualcosa di non vitale. Non immaginavamo quanto poteva mancarci la libertà di abbracciare qualcuno senza paura. Forse non avevamo neanche mai pensato a cosa ci fosse dietro un abbraccio. Ma adesso ne siamo consapevoli. L’interazione è vita e il punto più alto del rapporto con i nostri affetti è l’abbraccio.

In un anno non abbiamo trovato un modo valido per sostituire quel gesto. Adesso che ci si può vedere ci troviamo a fare quelle manovre assurde di contorsione per simulare un contatto tenendo i volti a debita distanza.

Darsi il pugno è qualcosa che non soddisfa. Lo puoi dare a una persona che hai appena conosciuto o a un collega di lavoro, ma sfido chiunque a salutare il proprio migliore amico, dopo mesi di lontananza, senza neanche provare ad abbracciarsi goffamente.

Vivere alla giornata

Se c’è una cosa che abbiamo imparato è smettere di guardare troppo in là. Non facciamo più grandi progetti futuri, pensiamo piuttosto a realizzare i nostri desideri a stretto giro, per quello che si può. Evitiamo di rimandare e, con l’aiuto dell’estate che arriva, siamo tornati a provare finalmente una lieve spensieratezza, tipica di chi vive alla giornata.
Certo, non è una soluzione definitiva, ovvio. L’autunno tornerà, le varianti faranno il loro corso e la crisi economica mostrerà il suo lato più oscuro.


Ma pensando ad oggi, guardando il cielo dipinto di un azzurro intenso, pensando agli abbracci storti, ma pieni di affetto, che ci siamo scambiati negli ultimi giorni, possiamo respirare più leggeri e fare finta per qualche secondo che non sia mai successo nulla.

Almeno per oggi.

Martina Vassallo

Una passione, quella per la Comunicazione, e tanti strumenti diversi per attuarla. Dal giornalismo alla fotografia, passando per uffici stampa, videomaking e scrittura. Dopo la Laurea, la tessera da Pubblicista e gli anni da cronista, ho girato cortometraggi, spot e documentari. Per non farmi mancare niente, ho anche aperto un'attività nel wedding. In questo blog uso le mie esperienze per parlare di vita, sentimenti e ricerca interiore. Riflessiva, sì. Ma sempre con un pizzico di allegria, perchè per affrontare le profondità è meglio viaggiare leggeri.

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