Fragole a km 0, made in Svizzera

Fragole a km 0, made in Svizzera

Le fragole sono il mio frutto preferito. Da quando sono piccola.

“Ma quelle della mia infanzia erano più gustose”.

Da anni ho lo stesso pensiero ogni volta che, golosamente, addento questo frutto rosso speranzosa di ritrovare quel sapore perduto. Ma niente.

Belle, sono belle. Sugli scaffali del supermercato. Con quel colore che è gioia per gli occhi. Ma poi che delusione alla prova del palato!

Un po’ come quando ti senti dire “non esistono più le stagioni di una volta”, così le fragole “di una volta” sembravano sparite dal mio radar.

É pur vero che da quando vivo in città, a Roma prima, a Zurigo dopo, ho perso quella sana abitudine, possibile nei piccoli paesi, di comprare la frutta e la verdura direttamente dai contadini. Il famoso chilometro zero. A cui mia madre mi ha abituata sin da piccola.

I pomodori che sanno di pomodoro, le zucchine che sanno di zucchine, le pesche che sanno di pesche…le fragole che sanno di fragole!

A km 0

Durante un pic nic di fine primavera al parco, una mia carissima amica mi propone, con entusiasmo, di assaggiare delle fragole che lei e la figlia hanno raccolto il giorno prima con le loro mani in uno dei tanti “erdbeer feld” presenti qui in Svizzera.

Campi di fragole! Con la mente ero già lì.

Ma prima, la “prova assaggio”.

Ed eccola: l’esplosione del gusto che aspettavo da tanto tempo. Finalmente!

Il giorno dopo io e Silvia, la mia bambina, eravamo già in viaggio direzione Wangen.

http://www.erdbeer-feld.ch/single-pfluecken.html

Noi abbiamo scelto questo posto perché si raggiunge facilmente dalle principali stazioni ferroviarie della città di Zurigo, ma basta cercare su internet per trovarne tantissimi altri, a portata di macchina e mezzi pubblici.

Arrivi, paghi 1 CHF di ingresso se è weekend (gratuito dal lunedì al venerdì) e ti viene consegnato un cestino per la raccolta, grande quanto pensi possa esserti utile. Tanto poi alla fine paghi quanto hai raccolto. Volendo è anche possibile arrivare già attrezzati da casa. No a buste e sacchetti, sì a catini in plastica, tortiere di alluminio dalle pareti alte o pentole larghe e basse.

Il resto sta a te. Alla tua pazienza, al tuo tempo, alla tua voglia. Per me e Silvia, all’inizio, tale e tanto era lo stupore che, entrambe, ci siamo soffermate più a mangiarle le fragole che a raccoglierle.

É stato bello vederla curiosa, felice, emozionata. Ma devo ammettere che lo ero anche io, come e più di lei. Perché il contatto con i frutti della terra ti riappacifica con il mondo, ti fa pensare all’essenziale. Raccogliere un frutto dall’albero o dalla pianta metaforicamente è come essere ripagati di tutti i sacrifici e dell’attesa.

Nel nostro bottino alla fine sono comparse anche delle carotine, dei broccoli e dei ceppi di insalata. Un cestino ricco di colori e di gusto!

Essendo le fragole un frutto stagionale molto delicato non ne abbiamo raccolte troppe. Ma abbastanza da gustarle fino al giorno dopo. Che poi al giorno dopo in realtà non ci siano mai arrivate è un piccolo dettaglio dovuto alla mia golosità.

Curiosità: il frutto in Svizzera è coltivato su una superficie corrispondente a oltre 700 campi da calcio. Il maggiore produttore in assoluto è il canton Turgovia, seguito da Argovia, Berna, Vallese e Zurigo. 

Fragole, tra storie e leggende

Le fragole erano già note agli antichi romani come “lacrime di Venere”. Secondo il mito, le lacrime della dea cadute sulla terra dopo la morte di Adone si sarebbero trasformate in cuori rossi dando origine, appunto, al frutto che conosciamo noi oggi.

Vengono citate da Virgilio nelle “Bucoliche” e descritte nella Bibbia come “un frutto spontaneo abbondante e gustoso”. Shakespeare le definiva invece un “cibo da fate”.

Nella tradizione medievale erano invece viste come un simbolo di tentazione. Ed era diffusa, tra le altre, anche la leggenda che chi le avesse mangiate si sarebbe potuto trasformare in un mostro (credenza, con molta probabilità, derivata dai soggetti allergici che andavano incontro a manifestazioni cutanee).

La pianta è chiamata “Fragaria vesca”, termine che ricorda il sostantivo latino “fragrans”, ossia profumato, con il quale i Romani erano soliti indicare questi frutti deliziosi.

Dal punto di vista botanico, non è un frutto, ma un contenitore di tanti frutti diversi: i semini che possiamo vedere sulla superficie rossa della fragola stessa che è, invece, nient’altro che un’infiorescenza ingrossata. 

Fragole, proprietà e benefici

Ricchissime di vitamina C e di composti con azione antiossidante e antinfiammatoria, la fragola è un frutto originario delle zone alpine dell’Europa e dell’America, tipico della primavera.

100 grammi contengono più vitamina C di un limone di medie dimensioni e un alto contenuto di acido folico, la cui assunzione è particolarmente consigliata durante la gravidanza

Le fragole contengono zuccheri (più di 5 gr per 100 gr di alimento) e una buona quantità di fibre. Sono ricche di nutrienti essenziali. Tra i minerali spicca soprattutto il manganese (100 gr di fragole contengono il 13% della dose giornaliera raccomandata dalle linee guida), ma anche potassio, fosforo, ferro, zinco e rame.

Grazie alle loro proprietà le fragole sono largamente utilizzate nella medicina popolare: i benefici che ne derivano sono dovuti all’elevato contenuto di composti fenolici.

Di seguito un elenco degli effetti benefici sulla salute

  • Protezione cardiovascolare
  • Riduzione del rischio di sviluppare patologie oncologiche
  • Effetto neuro-protettivo
  • Effetto antinfiammatorio
  • Trattamento della sindrome metabolica
  • Proprietà antiossidante
  • Azione drenante e depurativa

(fonte https://www.viversano.net/alimentazione/mangiare-sano/fragole-proprieta-benefici/)

Aprire le foglie per cercare le fragole nascoste, scegliere quelle mature e lasciare ancorate alla pianta quelle ancora acerbe, assaggiare i frutti raccolti, camminare nei campi: gesti semplici che regalano emozioni vere. Il contatto con la natura è fondamentale per tutti, ma soprattutto per i più piccoli.

Il WWF ha stilato i dieci fattori che vengono migliorati o sviluppati nei bambini che trascorrono più tempo nel “verde”: dalla socialità all’empatia, dall’intelligenza all’attenzione, passando per la creatività.

ps: messaggio per noi mamme. Poco importa per quelle magliette sporche di terra e di succo di fragole. Qualche spruzzo di smacchiatore e non ce ne sarà più traccia. Rimarrà invece in loro, e in noi, la sensazione di volerlo rifare. E al più presto.

Oggi posso dire: “che bello, esistono ancora le fragole di una volta!”. Quelle a chilometro zero.

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Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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