La bellezza di una promessa

La bellezza di una promessa

Un dolore, una promessa, una famiglia unita. Il fratello adorato, la mamma sempre accanto e un papà eroe. Talento e capacità. La sfida con se stessa e la caparbietà. La Sardegna come trampolino di lancio. Giovane, bella e imprenditrice di successo. Un incidente e il corso della vita che cambia. Una mente che non si ferma, idee e innovazione. Un’anima dolce e umile. La ricchezza di valori e principi semplici e sinceri. Un uragano di emozioni e passioni.

Una donna d’affari che si occupa di bellezza, titolare di tre aziende. Quattro centri estetici, aperti in Sardegna in pochissimi anni. Collaborazioni in tutta Italia. Una propria linea di prodotti dedicati alla cura della pelle, del viso e del corpo. E la creazione di un’agenzia formativa, nell’ambito dell’estetica, che chiama a raccolta professionisti dei vari settori con la missione di plasmare gli imprenditori del bello: dall’accoglienza allo studio dell’inglese, dall’uso delle tecniche alla predisposizione di un business plan. Insomma una realtà in grado di offrire consulenza a 360 gradi nell’ambito dell’estetica.

Gretaesteticaavanzata è il nome dei centri estetici di lusso, Grenova è la linea di prodotti di Alta Gamma, Greaton il nome della neonata agenzia. Il nome di questa giovane e inarrestabile donna è Greta.

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Una promessa

Greta Muledda ha ventotto anni. E’ solare, gentile, decisa, una donna d’affari.

Greta è una ragazza. Non ha ancora trent’anni, le piace parlare con le amiche, condividere valori e ha una promessa che porta nel cuore.

Ho iniziato da piccolina a interessarmi all’universo della bellezza. Mia mamma mi portava con lei nei centri estetici e io ne ero affascinata. Le operatrici del benessere mi apparivano degli esseri straordinari, che, con professionalità e attenzione, erano in grado di risollevare anche lo spirito di chi arrivava da loro un po’ scontenta e impaurita.

Inoltre io in quegli anni ero molto in sovrappeso, quindi ero particolarmente sensibile all’argomento dello stare bene nel proprio corpo. Guardavo tv e giornali e vedevo donne perfette e inarrivabili e mi logoravo nel voler essere come loro. Per il mio aspetto fisico sono stata anche vittima di bullismo. Mi prendevano in giro e mi insultavano. E io mi vergognavo tantissimo. Anche solo uscire di casa rappresentava un trauma. Mettermi il costume poi non ne parliamo. Ricordo che un’estate proprio non andai in spiaggia. Per fortuna mamma capì, prese in mano la situazione e mi aiutò.

Nasce così la voglia di Greta di impegnarsi nel campo dell’estetica. I genitori però inizialmente sono scettici. Non ne vogliono sentire, deve fare altro. Così lei si diploma e si iscrive a Giurisprudenza.

Mia mamma, in modo particolare, mi ripeteva tanti “no”. Perché, come tutti i genitori, per proteggermi da delusioni e cadute, teneva a freno la mia esuberanza e il mio credere di potermi farmi strada in questo campo. Il problema era che a me i suoi “no” non suonavano come una protezione bensì come una sfiducia nei miei confronti.

Greta ha ventuno anni quando suo fratello ha un incidente. A quel punto le dinamiche e le responsabilità in famiglia cambiano.

Mi sono ritrovata a passare da figlia a genitore. C’erano oneri da portare avanti e pesi morali che non potevano essere ignorati o declinati.

A 24 anni, con una situazione pesante in casa e un percorso di studi che le va stretto e non le calza a pennello, chiede ai genitori di poter frequentare un corso di estetica. Arriva di nuovo il “no” secco della mamma. E Greta scappa di casa. Tuttavia, come la goccia che scava la pietra, con fermezza e tenacia riesce a spuntarla e convincere i suoi familiari.

Avevo l’idea precisa di voler fare qualcosa di grande e diverso. Avevo già chiaro in mente che il mio lavoro dovesse avere un obiettivo indiscutibile:

riuscire a portare mio fratello nelle migliori cliniche. Permettergli di riacquistare un po’ di quell’autonomia di cui oggi ancora non gode al 100%.

Greta muledda

Mentre racconta, la voce di Greta si spezza e si riga di pianto. Le è insopportabile l’idea di non portare a termine la sua missione. La commozione è forte.

Tutto quello che faccio è per loro, per la mia famiglia. Per far star bene mamma e papà, il mio eroe. Per aiutare mio fratello Tonino.

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Una promessa
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Una promessa

Greta si è impegnata, con se stessa prima di tutto.

Il suo lavoro, le sue giornate, i suoi pensieri devono servire ad un unico scopo. La salute dell’adorato fratello Tonino.

E’ una promessa solenne che ho fatto. Mi spaventa, ne ho terrore, il non riuscire a mantenerla. Lo sento come un dovere. Il 20 luglio di otto fa la vita della mia famiglia è cambiata. I miei genitori hanno stravolto le loro priorità e abitudini, in nome di un bene più grande.

Papà è un esempio, un punto di riferimento. E’ sempre presente. Incurante della stanchezza, accompagna mio fratello, che fa il Dj, a lavoro. Papà resta lì, fuori dal luogo della serata di lavoro di mio fratello. Dorme quelle poche ore in auto, attendendo che suo figlio termini l’impegno lavorativo per ricondurlo a casa.

E’ per quel patto del cuore che Greta si batte. Un sigillo, fatto di tenerezza e calore, tatuato sul petto.

E’ a causa di quella parola data che difficilmente la si vede cedere. Lei stessa non se lo concede. Perché nella sua testa continua a ronzare l’idea di non potersi permettere battute d’arresto.

E invece umanamente, anche se è una macchina sul lavoro, ha giornate storte e crolli, come tutti noi. Attimi e istanti senza luce, che forse la rendono ancora più bella agli occhi di chi la guarda. Oltretutto è precisamente da quei momenti oscuri che Greta trae forza, Se ne nutre e si rialza, velocemente. Perché lei sa che un giorno, non lontano, riuscirà ad arrivare in alto. E che ogni battaglia le è necessaria per innalzarsi sullo sconforto e le difficoltà.

Quando stai per piangere ricorda
Che un giorno finirà tutto
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto

HIGH LIGHTHOUSE FAMILY

Una giovane ragazza sarda, testardamente sognatrice, che sceglie di lavorare con la bellezza e con le donne.

Sono orgogliosa di poter dire che tutte le ragazze che lavorano con me le ho scelte per il loro cuore. E le ho formate io personalmente. Perché se è vero che serve un curriculum all’altezza per essere inserita in uno dei miei centri, è altrettanto indispensabile avere delle doti umane rilevanti.

Agli uomini ho sempre invidiato il fatto di riuscire a fare gruppo. Questo non mi stanco di ripetere a tutte le mie collaboratrici, l’importanza del sostenerci. E allora cerco di dare gli stimoli giusti, ognuna delle mie ragazze ha un ruolo e un ambito di competenza e responsabilità. Voglio trasmettere il messaggio che ognuna è fondamentale. Vorrei infondere quella capacità di essere squadra anche alle donne e alle giovani con cui lavoro. Senza invidie e gelosie.

Le donne che aiutano le altre donne a brillare sanno che

c’è spazio e luce per tutte.

Kelly Bastow

Per le donne.

Greta è convinta delle grandissime qualità e potenzialità dell’altra metà del cielo. E allo stesso tempo è sicura che il suo lavoro possa essere un valido sostegno per le insicurezze femminili.

Sono una donna e voglio aiutare le donne, a sentirsi bene e a stare bene con loro stesse. Alcune hanno realmente bisogno di aiuti estetici, per altre invece si tratta di un ausilio psicologico. Noi donne ci ripetiamo che ci piacciamo così come siamo ma, in realtà, il confronto con lo specchio ci procura fin troppi problemi. Soprattutto la mia attenzione è rivolta alle più giovani. Cerco di farle sentire più a loro agio. D’altronde, io in prima persona ho accusato disagio e so cosa significhi rinchiudersi in se stesse.

Alle donne voglio dire una cosa importante: non lasciate che vi impongano cosa fare ed essere. Se cullate il sogno di diventare astronauta, meccanico, mamma. Fatelo! Impegnatevi. Perché solo voi potete decidere cosa sia giusto per la vostra esistenza.

A me è successo che abbiano provato a mettermi i bastoni tra le ruote. Ultimamente anche con una buona dose di cattiveria sui social. Purtroppo ci sono personaggi che, con un commento perfido, possono buttarti giù e farti stare male. Io ho passato dei brutti momenti. E quando racconto di questi avvenimenti non penso a me. Io ho un carattere che mi permette di combattere e reagire, ma il fatto è che questi atteggiamenti possono andare a colpire persone che invece non sono in grado di rispondere e risollevarsi.

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Una promessa

Greta non si arresta. E’ un caterpillar travolgente, una fucina di progetti e rivoluzioni. Le sue giornate sono infinite e strapiene di sensazioni che si rincorrono.

Mi alzo alle 6,30 -7,00 la mattina. Quando riesco, faccio colazione. E poi vado a lavoro, in uno dei miei centri. Essere sul posto e avere il contatto con le ragazze e le clienti è vitale per me. Il pranzo e la cena sono i miei due momenti di svago. E infatti in questi mesi di chiusure forzate, causa Covid, la mancanza di occasioni di convivialità l’ho accusata. Il pomeriggio è sempre dedicato alla mia attività, anche sui social. E’ vero è una giornata scandita dai ritmi del lavoro, però mi regala grande soddisfazione.

Questa è la sua giornata tipo. Poi ci sono periodi, come quello attuale, in cui trascorre la settimana in viaggio, di città in città, per organizzare eventi e prendere accordi. E dare vita a nuove visioni.

La vita premia chi non si ferma. E’ tutto qui.

Jack Ma

La scalata imprenditoriale, Greta l’ha iniziata in Sardegna, la sua terra.

In Sardegna si respira tranquillità. Conosci tutti, la gente ti accoglie a braccia aperte e puoi anche startene per conto tuo, se ti va. Però è anche vero che avverto in me l’esigenza di uscire dai confini sardi, perché alcuni ragionamenti iniziano a starmi stretti. L’imprenditoria femminile non è apprezzata per nulla, non se ne comprende il valore forse.

Io voglio essere la prima donna a farcela e dimostrare che dalla Sardegna posso partire e sbarcare ovunque, anche all’estero.

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una promessa

Greta è una giovane donna con delle responsabilità. Si preoccupa per tutti coloro che lavorano nelle sue attività. Instancabile, dinamica e intraprendente. Con tanta voglia di fare e di dare.

Ho poco tempo per me stessa è vero. Non sarà sempre così. Nel futuro mi vedo sposata, con tre figli. Una bella famiglia insomma. Non cerco l’uomo perfetto o bello fisicamente, invece vorrei accanto a me chi sappia tenermi testa con la mente, che mi apprezzi e da cui io possa imparare. Forse immagino un uomo più grande di me, colto e capace di correggere i miei sbagli.

Ci sono donne coraggiose che sfidano mentalità e famiglie. Che assumono su loro stesse il macigno di un dolore o di un problema da risolvere. Che si dedicano alla cura dei propri affetti.

Ci sono Donne che credono nelle altre Donne. E ho usato la lettera maiuscola non a caso.

Ci sono donne che vorrebbero togliersi la corazza, crollare e avere degli attimi di sconforto. Sono consapevoli però che un loro momento di cedimento durerà poco, il tempo necessario a riorganizzare i pensieri. Perché a loro è chiesto di esserci sempre e comunque.

A tutte loro vorrei dire che ci si può arrendere.

Mostrarsi umane non vuol dire esibire debolezza oppure ostentare sofferenza. Al contrario significa rivelare la propria anima, orgogliose di ciò che è stato e che le ha forgiate guerriere. E vuol dire soprattutto ammettere con se stesse chi si è nel profondo, guardando diritto al futuro e indicando una strada mai battuta, fino ad oggi. E dopo aver individuato quel nuovo cammino, percorrerlo.

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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