La radio, il comunicatore che non invecchia mai!

La radio, il comunicatore che non invecchia mai!

“Chi vive il presente ha voglia di sentire qualcuno in macchina con lui in quel momento e la radio ha una contemporaneità imbattibile in questo”. Nicola Savino, speaker di Radio Deejay e autore televisivo coglie esattamente il punto focale di chi per anni rimane legato alla stessa radio. Possiamo dire che chi vive il presente ha voglia di radio. Perché c’è poco da fare, chi ama la radio, non “ama tutte le radio”. Ma ama quella che sente sua. Quella che riconosce nelle voci e nella musica, e spesso anche negli stacchi pubblicitari.

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La radio è stato il primo mezzo di aggregazione, ci si riuniva in casa o nei bar per ascoltare le prime trasmissioni. I primi sceneggiati italiani venivano trasmessi in radio e le casalinghe li seguivano appassionatamente. Senza perdere una puntata. Dalla sua nascita, quando era il solo mass media capace di riunire le masse, ad oggi che ne siamo pieni, non solo di mass media ma anche di social media, continua a non perdere un colpo. Ancora oggi è il compagno di viaggio, di corsa e di cucina più amato ed ascoltato.

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La radio, più o meno come la conosciamo noi, nasce nei primi decenni del 900. Da subito le si riconosce il grande potenziale. Così grande che quando si affaccia in Italia, l’allora regime fascista, decide di proibirla. La gestione spettava solo allo Stato. Le prime radio private venivano definite “pirata” proprio per l’aspetto clandestino di cui se ne faceva uso. Da lì a poco, una volta che era stato “liberato” l’etere, sono state definite libere: in un famoso film di Ligabue, Radiofreccia, uno dei protagonisti entra nel bar e chiede al barista/Guccini “cosa ascolti?” “la Radio” “ma non è la solita” “no questa è la radio libera” “e libera da cosa?” “libera”. Esatto libera di trattare i temi che più si sposavano alla linea editoriale. Sarà quella la struttura, saranno le basi da cui nasceranno gli attuali network.

Nell’era dei social media e dei nuovi mass media dove ci sono tv a pagamento, podcast e canali in rete, la radio continua a dominare il panorama della comunicazione italiana. Con ascolti, spesso che fanno invidia alla televisione in chiaro. Ancora oggi riesce a creare un rapporto di fiducia tra lei e l’ascoltatore. Oggi, ancor più che in passato, accendiamo la radio in quel preciso momento perché sappiamo di trovare quello speaker e quel genere musicale.

Chi ama la radio non ne fa a meno.

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La radio ha saputo evolversi e crescere insieme alla società e soprattutto insieme ai propri ascoltatori.

I grandi presentatori della tv del passato nascevano in radio e poi passavano alla televisione.

Oggi è vero che succede anche questo, ma capita spesso che dalla tv si passi alla radio dove ci si sente più liberi di esprimersi.

Oggi gli speaker e i deejay sono vere e proprie icone. I grandi network italiani sono stati capaci di dare un’immagine e uno stile alla propria radio dove l’ascoltatore si riconosce e si identifica. La radio è riuscita a creare quel senso di appartenenza che azzardo a dire, nessun mass media è riuscito ad instaurare e che forse nessun social media ancora oggi crea. La realtà è questa. Il segreto è questo. Il senso di appartenenza, il formare una famiglia dove incontrarsi.

Per questo ha ragione Nicola Savino quando dice. chi vive il presente ha voglia di radio!

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Nell’ultimo anno e mezzo, ovvero negli anni del Covid, la radio ha subito un arresto fisiologico. Forse gli ascoltatori avevano voglia di essere informati e non intrattenuti, ma i dati usciti la settimana scorsa ci dicono che gli ascolti sono tornati a volare. Alcune radio, prime tra tutte RTL 102.5 e Radio 1, riportano numeri che la stessa televisione invidia.

Io credo che la grandezza della radio oggi abbia un segreto. I propri direttori artistici. Personaggi della radiofonia senza troppe velleità, che mettono sempre al primo posto l’ascoltatore. Che riescono ad individuare le capacità dello speaker e metterlo al servizio dell’utente.

Ancora oggi, la radio funziona, perché è il mezzo di comunicazione meno egoista e sempre al servizio di chi la radio la ama.

Chi vive il presente ascolta la sua radio.

Laura Cardilli

#ostinatamenteottimista

ilpoteredellacondivisione

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