Frasi odiose e come evitarle

Frasi odiose e come evitarle

Esistono frasi che all’apparenza possono sembrare innocue, ma che in realtà non lo sono. Anzi, risultano piuttosto odiose a dirla tutta. Sono appellativi, risposte acide travestite da perle di saggezza, ma anche domande retoriche o consigli inopportuni.

Insomma, sono tutte quelle frasi odiose che nel tempo hanno acquisito una larga diffusione e sono ormai di uso comune, ma di fatto potrebbero essere sostituite benissimo da altri termini più simpatici o anche dal tanto sottovalutato silenzio.

In questo pezzo abbiamo provato ad elencarne alcune, contestualizzando l’uso che ne viene fatto e cercando di far emergere per intuizione quando, come e perchè andrebbero evitate.

Non sputare nel piatto in cui mangi

Questa è senza dubbio la frase che ci siamo sentiti rivolgere più spesso quando abbiamo provato a lamentarci di qualche aspetto negativo del nostro lavoro. La cosa fastidiosa non è tanto il rimprovero intrinseco contenuto in questa frase che ti fa sentire un bambino maleducato di otto anni anche se ne hai cinquanta. No. Ciò che la rende odiosa è il fatto che sembra una perla di saggezza (e viene pronunciata sempre con questa intenzione) ma in realtà è un bavaglio morale che viene messo a chi si azzarda anche solo a mettere in discussione le condizioni dei lavoratori di un determinato ufficio, ente o gruppo di lavoro e a far valere i propri diritti. Il top (leggi tristezza) sta nel fatto che spessissimo non è il datore di lavoro ad utilizzarla, ma gli stessi colleghi “saggi” che accettano tutto pur di “mangiare”. Odiosissima.

Quella è la porta

Ecco, questa fa il paio con quella di prima. Se usata in ambito lavorativo, infatti, è la classica frase pronunciata dal datore di lavoro con il quale il nostro “sputacchiatore” è riuscito a confrontarsi sui problemi di cui sopra innescando l’ultimatum del boss. Di solito è preceduta da “Se non ti sta bene” o “Altrimenti”. Sembrerebbe possibilista, ma in realtà la chance che viene concessa (restare o uscire da “quella porta”) non è una reale possibilità di scelta. Spesso, infatti, se un confronto arriva a questo livello forse quella porta c’è da prenderla davvero. C’è da andarsene tirandosela dietro e fare in modo che il rumore prodotto dallo stipite rimbombi per gli anni a venire.

In ambito sentimentale, sentirsi dire “Quella è la porta” è comunque odioso… ma ogni caso è a sè. Dipende da chi la pronuncia, contro chi viene detta e perchè. Ci sono situazioni giustificabilissime ed altre in cui sarebbe meglio arrivare insieme alla conclusione che uno dei due deve uscire da quella porta. Tiriamo a sorte?

Cambia lavoro!

Questa frase viene usata in più ambiti. Spesso ne siamo vittime, ma altrettanto spesso siamo noi a rivolgerla a qualcuno, il più delle volte senza essere ascoltati dall’interessato. La usiamo per commentare l’atteggiamento frustrato dell’impiegato della posta mentre siamo in fila. O per sottolineare l’incapacità del cameriere che sbaglia tre volte a portare la comanda al tavolo. E’ una frase sarcastica che difficilmente saremmo in grado di dire in faccia ad una persona a meno che non intendiamo scatenare una discussione. Rimane comunque una frase odiosa e presuntuosa. Anche se la cosa resta tra noi.

Signorinella

Questo, più che una frase, è un appellativo fastidiosissimo che viene spesso rivolto alle bambine o ragazze fino ai sedici anni circa. Di per sè non è un termine odioso. Può essere anche usato per fare un complimento, certo. Ad esempio le nonne o le signore di una certa età sono solite complimentarsi con le giovani donne in questo modo: “Ma che bella signorinella!”. Quando però il termine passa nelle mani di un genitore intento a sgridare la propria figlia, la situazione assume delle tinte di stridulità.

“Signorinella, perchè non hai fatto i compiti?”, “Signorinella, che ne dici di spegnere la TV?”, “Signorinella, che abbiamo deciso?” (quest’ultimo è generico ed è la combo perfetta per far venire la pelle d’oca a qualunque pre adolescente). Dietro l’uso di questo appellativo c’è il tentativo maldestro di camuffare un ordine o un rimprovero. E questa cosa è vista malissimo dai giovani. Odiosa al punto giusto.

Gli altri siamo noi

Qui siamo sempre nel terreno della presunta sagezza sparsa come gocce di rugiada sui poveri lamentatori seriali che provano a mettere in luce i difetti degli “altri”. L’apice dell’odiosità lo si raggiunge se viene pronunciata parafrasando con non richiesta ironia la canzone di Umberto Tozzi (questa la possono capire solo i nati prima del ’90) sminuendo ancora di più il serio tentativo di analisi antropologica che si voleva intavolare.

Stai calmo! E altre frasi odiose a cui provare a rispondere

“Stai calmo!” non ha quasi bisogno di spiegazioni. Se lo dici a qualcuno nel tentativo di placare il suo animo agitato, non solo otterrai l’esatto contrario, ma anche qualcosa di peggio. Frase odiosa per eccellenza.

“No, abbiamo già pulito la macchina del caffè”. Ok, non è necessariamente una frase odiosa, ma se poco poco capiamo che in realtà quel barista potrebbe ancora farti un caffé ma non gli va, allora scatta lo sguardo della sfida e anche se dalla nostra bocca esce un pacato “Grazie lo stesso”, dai nostri occhi escono le fiamme.

“Ci fai o ci sei?”. Nessuna delle due cose. Sarà che non ti sei spiegato bene?

Bella la vita eh?”. Di solito viene rivolta a qualcuno che sta riposando sul divano o che sta in vacanza o che in generale si sta godendo gli aspetti piacevoli dell’esistenza. E allora? Dov’è il problema? Sì la vita è bella. Dovrebbe essere bella per tutti e invece siamo una massa di frustrati che se vediamo qualcuno rilassato veniamo assaliti da una irrefrenabile voglia di farlo sentire in colpa.

“Te l’avevo detto…”. Lo sappiamo, è la frase più odiosa di tutte. Ma voglio spiegare il perchè di questo primato. Prima di tutto il solo aver detto una cosa non significa aver aiutato a risolvere il problema che poi si è verificato, quindi perchè ribadirlo? Serve solo a spostare l’attenzione su se stessi pur non essendo protagonisti della vicenda, ma semplici confidenti con neanche troppa voce in capitolo. Quindi quel velo di pretesa di onore al merito che si nasconde dietro questa frase è pura vanità. Frase da evitare sempre, senza se e senza ma.

“Tranquillo…”. Forse non la più odiosa, ma certamente una delle più gettonate. Quante volte ci siamo rifugiati dietro questa parola pronunciando anche i puntini di sospensione per rassicurare qualcuno che, ad esempio, ci stava chiedendo scusa? E’ una frase carica di buona educazione e di tutta la capacità di contare fino a dieci prima di lasciarsi trasportare dall’istinto e tuonare “Ma scusa un tubo!”. Però il fatto è che lo sappiamo tutti, quindi non funziona più tanto bene. Per questo è da considerare odiosa.

#allegramenteriflessiva

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Martina Vassallo

Una passione, quella per la Comunicazione, e tanti strumenti diversi per attuarla. Dal giornalismo alla fotografia, passando per uffici stampa, videomaking e scrittura. Dopo la Laurea, la tessera da Pubblicista e gli anni da cronista, ho girato cortometraggi, spot e documentari. Per non farmi mancare niente, ho anche aperto un'attività nel wedding. In questo blog uso le mie esperienze per parlare di vita, sentimenti e ricerca interiore. Riflessiva, sì. Ma sempre con un pizzico di allegria, perchè per affrontare le profondità è meglio viaggiare leggeri.

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