La mimosa…l’albero dal carattere di donna.

La mimosa…l’albero dal carattere di donna.

Quando arriva questo periodo dell’anno nelle nostre strade iniziamo a sentire un odore dolce e dirompente, qualcuno potrebbe dire, tipico di una splendida donna…magari bionda. Ma in realtà ciò che riempie il nostro olfatto è l’albero di mimosa, soprattutto il suo fiore. Insomma, ci piace vedere la mimosa come l’albero dal carattere di donna…e ora vi racconto perché.

La mimosa è il primo albero che fiorisce con il finire dell’inverno, ed è quello che ci traghetta verso la primavera. In Europa arriva agli inizi del 1800 direttamente dalla Tasmania.

Gli Aborigeni australiani attribuivano alla mimosa proprietà curative. Ancora oggi, la pianta è usata in medicina, nelle diete e per creare decotti contro i sintomi delle malattie veneree, nausea e diarrea.

Le fan numero uno di questa pianta sono le giraffe che amano cibarsi di foglie di acacia e di mimose, tanto da poterne mangiare fino a 66 kg al giorno.

Noi la associamo, con ragione, alla Festa della Donna del 8 marzo, questo perché nel 1946, per la prima festa dopo la seconda guerra mondiale le donne dell’Unione Donne Italiane e le femministe del Partito Comunista, cercavano un fiore che le rappresentasse. E la scelta di sicuro non è stata casuale, ma ponderata. Infatti doveva essere facile da reperire e quindi economico, forte e soprattutto dovevano esser certe che per l’8 marzo fosse fiorito, ed è per questo che hanno scelto la mimosa.

Come diceva Teresa Mattei “scegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne”.

Ma la mimosa non è solo legata a questa ricorrenza, come magari molti di noi credono, anzi, si porta dietro molte leggende, storie e significati.

La leggenda che più mi ha affascinato è quella che racconta che su un’isola, non meglio localizzata, chiamata Rainhor, viveva un popolo la cui particolarità era il biondo oro dei capelli.

Durante una delle tante incursioni da parte delle tribù nemiche viene rapita, insieme ad altre ragazze, Mihm, la figlia del capo villaggio. Mihm, era forte, coraggiosa e tenace. E non volendo arrendersi al proprio destino e, incurante dei pericoli cui andava incontro, ha raggiunto e percorso lo stretto cunicolo della grotta dove era rinchiusa insieme alle altre fanciulle. Portava all’unica crepa che sfociava su una collina e dal quale entrava l’aria.

Mihm per farsi vedere mette fuori la testa ma nonostante le molte persone intente a cercarla nessuno riusciva a vederla. Allora si spinge ancora di più con la testa verso l’esterno e sciogliendo al vento i suoi lunghi capelli biondo dorato che, riflettendo alla luce del sole, attirarono l’attenzione degli uomini.

Grazie al coraggio di Mihm tutte le ragazze sono state liberate, mentre lei muore soffocata. Quando il suo promesso sposo arriva sulla collina dove ricadeva l’apertura del cunicolo, al posto dell’amata trova un albero dalle radici forti e profonde le cui chiome dai rami color oro ondeggiavano al vento. Era nato l’albero delle mimose.

Mihm la ragazza dai capelli di mimosa

La mimosa quindi pur essendo, al pari di una donna, un fiore apparentemente fragile e delicato è in realtà in grado di resistere e combattere.

Però non solo qui in Italia siamo molto legati a questo fiore che ci piace ricordare nelle nostre primavere. Ad esempio si dice che gli Indiani d’America regalavano un piccolo mazzo di mimose quando decidevano di dichiarare il proprio amore. Oppure le ragazze inglesi erano solite appuntare un rametto di mimosa alla giacca per accentuare la propria femminilità.

La mimosa è legata a doppio filo al destino delle donne, ed è proprio per questo che ne è diventato simbolo, perché può apparire un fiore fragile e sensibile, ma la pianta è molto resistente e in grado di attecchire in terreni difficili.

Anche nel suo nome, “mimosa”, troviamo legami con le donne. Infatti la radice nel termine spagnolo è “mimar”, che vuol dire accarezzare. Verbo che si accosta alla sensibilità e alla delicatezza proprie dell’universo femminile.

La mimosa appartiene alla famiglia delle acacie, ovvero all’acacia dealbata (gialla). Pertanto ha già nel nome il vero significato: dal greco a-cacha, senza negatività; candore, ovvero “un candore non bianco”. Simbolo quindi di forza e femminilità, resistenza e delicatezza.

E forse è proprio per elogiare la grandezza e la forza delle donne che tutte le leggende che sono legate a questo albero riconducono al carattere delle donne. E credetemi non sono poche le storie e i racconti legati ad esse. Mi piace pensare che il suo odore così forte e coinvolgente è proprio dovuto e legato alla seduzione. La mimosa, ci richiama e ci conquista nelle giornate di primavera quando inizia a piacerci uscire di casa e riscaldarci al sole.

La mimosa non è solo storia e leggenda ma anche poesia, e proprio Pablo Neruda ci racconta:

Andavo a San Jeronimo
verso il porto
quasi addormentato
quando dall’inverno
una montagna
di luce gialla,
una torre fiorita
spuntò sulla strada e tutto
si riempì di profumo.
Era una mimosa.

Un piccolo consiglio per chi ama riempire la propria casa di ramoscelli di mimosa. Per farle durare qualche giorno in più una volta recise, occorre tanta luce ed è necessario aggiungere all’acqua del vaso, due/tre gocce di succo di limone.

Laura Cardilli

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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