Solo un sì è un sì

Solo un sì è un sì

La differenza tra sì e no la insegnano sin da piccoli. O almeno, così dovrebbero fare i genitori, quando spiegano ai figli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ai giorni nostri però, c’è bisogno di specificare per non cadere in equivoci. E In Spagna hanno voluto mettere le cose in chiaro con “solo un sì è un sì”, il nome della nuova legge per cui, qualsiasi atto sessuale senza consenso sarà considerato stupro.

Solo un sì è un sì: la storia

Si tratta di un vero e proprio inasprimento per cui ogni abuso sarà considerato violenza sessuale. abolisce, per esempio, la differenza nel codice penale tra “abuso sessuale” (che non contempla violenza o intimidazione ed è associato a pene più lievi) e “aggressione sessuale” (con violenza, associato a pene più gravi), lasciando in vigore solo il secondo. nei processi la figura giuridica dell’abuso era utilizzata agli avvocati degli aggressori per ottenere le attenuanti. “La Spagna è da oggi un Paese più libero e sicuro per tutte le donne”, ha detto Irene Montero, ministro dell’Uguaglianza.

La nuova norma nasce da un triste episodio di cronaca che tenne banco nell’opinione pubblica spagnola. Nel 2016, avvenne una violenza di gruppo noto come “La Manada”, dal nome del gruppo WhatsApp creato da cinque uomini accusati di avere stuprato una donna di 18 anni a Pamplona. E’ stato uno dei casi più discussi nella storia giudiziaria della Spagna. Il tribunale locale aveva stabilito che contro la donna ci fosse stato abuso sessuale ma non uno stupro, perché la donna non aveva subìto violenze. In seguito, il Tribunale supremo spagnolo ribaltò la sentenza, stabilendo che si era trattato invece di uno stupro di gruppo. “Non è abuso, è stupro” e “Sorella, io sì ti credo” divennero gli slogan delle associazioni che combattevano per il rispetto delle donne, mentre alcuni media conducevano un incredibile processo contro la giovane vittima.

Violenza in aumento

Nel 2021 in Spagna sono stati denunciati 2143 casi di stupro, con una media di 6 al giorno e un aumento del 34% rispetto al 2020. Solo nelle ultime tre settimane, poi, si sono registrati 4 casi di violenza sessuale di gruppo. Considerando che, secondo l’«Inchiesta sulla Violenza contro le Donne» promossa dal ministero per l’Uguaglianza, solo l’8% delle vittime di violenza sessuale la denuncia, si tratta di dati estremamente preoccupanti, così come indignano il trattamento vessatorio che alcuni tribunali riservano alle vittime e la tolleranza dimostrata verso i violentatori.

La vera riforma di questa legge è che ogni atto che non si basi espressamente sul consenso sarà considerato «violenza sessuale» e il reato di abuso scomparirà dal Codice penale. Non sarà più possibile per i giudici derubricare gli stupri ad abusi appellandosi alla mancanza di un’esplicita e sufficiente resistenza da parte della vittima, magari parzialmente o completamente in stato di incoscienza a causa dell’alcool o di sostanze stupefacenti. Inoltre, la riforma prevede anche la violenza digitale, ossia quei casi di estorsione sessuale e diffusione senza consenso di immagini intime della persona.

Quando le parole sono importanti

Violenza, abuso, stupro, molestia. Sono tutte parole della stessa famiglia ma che hanno un peso diverso nella maggior parte degli ordinamenti giuridici. La Spagna ha segnato una linea ben definita mettendo tutte queste parole in un’unica parola. Ci sono però altri tipi di violenza che non devono essere tralasciati. La violenza psicologica, quella economica, lo stalking. E denunciare, uscirne è sempre più difficile. Ma non impossibile. Anche per gli insospettabili. È storia recente quella di Francesca De Andrè, figlia di Cristiano De Andrè che ha pubblicato su Instagram la sua foto con il volto tumefatto e messo fine ad una relazione tossica e violenta.

Dal profilo Instagram di Francesca De Andrè

Quello che è successo a Francesca De Andrè in Spagna sarebbe considerato stupro. E sarebbe giudicato di conseguenza. Nessun amore ha dentro violenza. Nessuna persona può cambiarne un’altra. Se conoscete qualcuno vittima di violenza aiutatela a denunciare non fate finta di niente.

La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci

Isaac Asimov

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#ostinatamenteEclettica

Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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