Viaggio nel Paese delle Fiabe

Viaggio nel Paese delle Fiabe

C’è un paese, nell’alto Lazio, in provincia di Viterbo che, come per miracolo, ci riporta indietro nel tempo. È Sant’Angelo di Roccalvecce, ovvero il Paese delle Fiabe. Più precisamente Sant’Angelo è un borgo che si trova nella Tuscia.

Come è successo per altri borghi italiani, come ad esempio per Aielli (Borgo Universo – Aielli un paese che ha saputo riscoprirsi) nella provincia de L’Aquila, anche Sant’Angelo si stava spopolando di giovani che cercavano lavoro e una nuova vita fuori dal paese. A quel punto a due fratelli, Gianluca e Paola Chiovelli, insieme al cugino Alessandro decidono di fondare l’Associazione Culturale Arte e Spettacolo (ACAS) di cui Gianluca diventa Presidente. Pensano a come valorizzare il loro Borgo e come far tornare le persone piuttosto che farle “scappare”.

Da qui nasce l’idea de Il Paese delle Fiabe. Il nome è arrivato in modo molto spontaneo, visto che si era deciso di fare murales a tema fiabe. Decidono così di “darlo” in mano a dei writers che dipingessero su più case possibili le fiabe più famose al mondo. La cosa ancor più bella e particolare che i murales sono stati affidati ad un team di street artist tutto al femminile.

La prima è nata dalle mani di Tina Loiodice, è del 2017, ed è Alice nel Paese delle Meraviglie. E si trova nella piazza principale del borgo. All’inizio si era pensato a solo 12 dipinti. Ad oggi siamo arrivati a 36.

Cappuccetto rosso nasce, invece, dalla genialità di Vera Bugatti. E nel 2121 è stata classificata tra le 25 opere mondiali più belle al mondo secondo la piattaforma internazionale Street art cities.

Le fiabe passano da Hansel e Gretel a La Piccola Fiammiferaia, da La Bella Addormentata a Il Giro del Mondo in 80 giorni. Passeggiare per queste vie offre la possibilità di tornare indietro nel tempo. E di ripercorrere in circa due ore la nostra infanzia accompagnata da un sottofondo fiabesco.

Come accade spesso in questi casi, chi ha subito questo cambiamento topografico, ma soprattutto culturale sono gli anziani del paese. Che in poco tempo hanno visto il proprio borgo passare da poche centinaia di abitanti a un flusso continuo di turisti.

Loro sembra che l’abbiano presa bene e vedere così tanta gente per le vie e veder rinascere le proprie case a nuova vita ha fatto bene anche a loro. Che seduti fuori su una seggiola si divertono ad indicare le strade e i murales a chi si “perde” per le strade del paesino.

Diciamocelo. Anche se abbiamo l’impressione che il viaggio nel paese delle fiabe sia solo per bambini o genitori che accompagnano i propri figli, non è esattamente vero. Primo perché i murales sono dipinti da i più grandi street artist in circolazione. E poi perché le fiabe rimangono sempre il modo migliore per restare ancorati alla nostra fanciullezza.

Come accennato prima, il viaggio tra le fiabe dura poco meno di due ore. E a questo punto una volta arrivati nella Tuscia perché non fermarsi per un paio di giorni e vedere le meraviglie del territorio.

Ad esempio, sempre in provincia di Viterbo, ad Arlena di Castro, si può soggiornare nella prima casa sull’albero demandata al turismo. E poi spostarsi al Parco di Bomarzo, meglio noto come il Parco dei mostri. E per ultimo visitare la città che muore, ovvero Civita di Bagnoregio.

Insomma, l’alto Lazio, e soprattutto la zona del viterbese, non ha nulla a che invidiare a nessuno. Quindi se avete un weekend libero e volete farvi contaminare da arte, natura e cucina, Viterbo e provincia è proprio quello che fa per voi.

Laura Cardilli

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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