Il rosso è il nuovo nero (ancora!)

Il rosso è il nuovo nero (ancora!)

Esistono colori che seducono, ma che silenziosamente si lasciano indossare, educati e compiacenti.
Poi c’è lui, il rosso: un’epifania di potenza e di bellezza, che si insinua, prepotente, nella retina e si imprime nell’anima di chi lo guarda, senza chiedere alcun permesso.

Indomito ed esplosivo, il rosso è fiamma viva, rivoluzione e desiderio.
È il colore del sangue che scorre nelle vene, del cuore che batte furioso, del fuoco che consuma e trasforma. Un linguaggio ancestrale e inarrestabile, che attraversa epoche, poteri e rivoluzioni.
È stato il colore delle cortigiane medievali, dei re e delle regine, dei peccati e delle redenzioni.
È il colore delle guerre, delle battaglie e delle tragedie.
Passioni, segreti e drammi sono cablati in rosso.

Non esiste altro colore fondamentale, sosteneva lo stilista Bill Blass: “Quando sei in dubbio, indossa il rosso”, diceva.
Nel grigiore opaco di un mondo spesso disilluso e inquieto, l’eco visiva della passione si impone come necessità estetica e identitaria.
Il Mocha Mousse, pacato e rassicurante nelle sue sfumature terrose, raffinate e cremose, rappresenta il colore dell’anno, secondo Pantone. Ma è il rosso, terra promessa e infernale al tempo stesso, a rimanere, a bruciare, a imporsi, come vera tendenza del 2025.

Gucci, SS 2025

Anatomia di un colore

La moda ha fatto del rosso il suo epicentro narrativo e combustibile estetico.
Nel corso del 2025, il colore scarlatto ha riconquistato le passerelle, attraversando stagioni e collezioni, imponendo la sua presenza con una forza viscerale, segnando il ritmo di un’intensità cromatica che non ammette mezze misure.

In casa Givenchy, si è assistito al ritorno dello storico Givenchy Red, quel rosso opaco, sensuale e sfuggente, che ha oltrepassato la tela per diventare il manifesto di un Riccardo Tisci desideroso di farne il proprio segno distintivo nella sua collezione di commiato.

Valentino, sotto la guida di Pierpaolo Piccioli, da sempre misurato nell’evocare il passato, ha scelto di non cedere completamente alla seduzione del rosso, nonostante la Maison ne porti nel cuore l’essenza più profonda. Piccioli ha preferito esplorarlo con una delicatezza moderna, quasi sussurrata, per non lasciare che la potenza del colore sovrastasse la sua visione elegante e sobria.
Di contro, Alessandro Michele ha adottato il rosso come una firma, interpretandolo con toni bruciati e polverosi, quasi arrugginiti. Il suo rosso, meno teatrale, ma più intimo e riflessivo, si scontra con le convenzioni, raccontando una storia di trasgressione e di eleganza decadente.
Michele lo filtra attraverso la sua visione sensibile e sottile, in cui il passato non è solo evocato, ma vivificato, creando così un coerente e continuo dialogo tra epoche.

Nel guardaroba firmato Ferrari, il rosso è una certezza ineludibile: dalle superfici in pelle che richiamano le auto da corsa e la segnaletica stradale, ai riferimenti dei film noir anni Ottanta e, naturalmente, al leggendario abito di Julia Roberts in Pretty Woman. Un’iconografia, che intreccia adrenalina e lusso in un perfetto equilibrio di energia e desiderio.

Anche Gucci ha esplorato il rosso, facendolo emergere in una palette audace e luminosa, in cui ogni sfumatura rivendica il diritto di essere notata, senza riserve, emblema di una bellezza che non teme di essere mostrata.

Ferragamo, invece, lo ha interpretato in una versione più sofisticata, impiegandolo in abiti e accessori in pelle dalla texture fluida e raffinata, su cui il colore sembra scivolare con un’eleganza che sfiora la sensualità.

Nel defilé di Anthony Vaccarello per Saint Laurent, tra smoking e pizzi, il rosso diventa il palcoscenico di un fascino drammatico e assoluto, trasformandosi in un violaceo teso e scenografico.
La ragazza di Miu Miu, invece, lo ha indossato con discrezione, lasciandolo emergere su orli, maniche e accessori, come un accento misurato e riservato.

Bottega Veneta, lo plasma in forme minimali, tra le pieghe di gonne e giacche in pelle goffrata, mentre Jil Sander lo utilizza in modo audace e radicale, optando per il total look. Il rosso, in questa veste, diventa potente ed essenziale, con tonalità che avvolgono e travolgono lo spettatore.
Il colore, qui nella sua forma più intensa e pura, si fa tangibile, ridefinendo lo spazio, costringendoci a fermarci e a respirarlo.

Di quel rosso inseguito per tutta la vita

Per Diana Vreeland, leggendaria direttrice di Vogue e icona indiscussa della moda, il rosso non era un’opzione, ma un ineluttabile destino, un imperativo che definiva la sua esistenza.

Il rosso è l’accettazione dell’irrequietezza” scriveva, riferendosi a una tonalità che sfidava le sue stesse percezioni, che rifiutava ogni etichetta.
Lo definiva “il colore reale del pianeta Marte” e lo rincorreva ovunque: nei rossetti, nei tappeti orientali, nei laccati cinesi, negli interni della sua casa allucinatoria rivestita da velluti cremisi e damaschi scarlatti, un riflesso fisico della sua visione del mondo.

Voglio qualcosa di rococò con un tocco gotico e un po’ buddista.

Diana Vreeland

The Lady in Red non cercava un rosso qualsiasi: desiderava quel rosso perfetto, difficile da definire, impossibile da riprodurre.
Voleva una tonalità che contenesse tutte le altre: il sangue, la passione, la morte e il rinascimento.
Un rosso totale, assoluto, che si sente, si attraversa, si abita.
Un rosso profondo, sensuale, che vibra nella carne e negli occhi, che sposta l’aria e altera la percezione.

Una palette in red, che oggi, nel 2025, torna a vivere in passerella, nelle vetrine, nei guardaroba di chi non ha paura di vestire un tailleur rosso fuoco ben tagliato e salire su un paio di scarpe dalla suola scarlatta, preferibilmente Louboutin.

Diana Vreeland, New York – 1979

Come si porta il colore tendenza 2025

Il rosso richiede strategia ed equilibrio, un delicato gioco tra intensità e misura.
Ecco alcuni consigli per indossarlo con cura e con l’intenzione di farlo vivere.

  • Il rosso come total statement: giacche oversize in gabardine rossa, tailleur in pelle spazzolata, maxi dress a colonna in jersey stretch. Il total look funziona, se ben calibrato nelle proporzioni e nelle texture. Il consiglio è optare per tagli architettonici, volumi asciutti e dettagli curati.
  • Layering cromatico: il rosso trova il suo contrappunto perfetto nel Mocha Mousse. La sua neutralità calda ne smorza l’urgenza e lo rende portabile anche nei contesti più urbani. Da provare con capispalla sabbia, cappotti in lana caramello, mocassini cognac.
  • Accessori incandescenti: chi non se la sente di osare il full red può lavorare per accenti. Stivali rosso lacca, guanti lucidi, clutch in pitone cremisi od occhiali dalla montatura rubino. Il rosso, se indossato con intelligenza, funziona anche a dosi omeopatiche.
  • Giocare con la materia: lana bouclé, vinile, pelle martellata od organza trasparente. Il rosso prende significati diversi a seconda del tessuto. Su un tulle stampato diventa romantico, su una pelle rigida diventa power dressing, su una seta lavata assume toni quasi evanescenti.

Il ritorno del rosso

Nel 2025, l’industria della moda non si limita a proporre il rosso come tendenza. Lo reclama, lo brama, lo ricerca con urgenza.

In un mondo incerto, digitale, frenetico e spesso insapore, il rosso riporta la mente al corpo, riaccende l’istinto, perché pulsa, avanza, divora.
È il colore dei gesti, della decisione, dell’espressione piena.

Se il Mocha Mousse racconta una moda pacificata e interiore, il rosso rappresenta il suo alter ego esplosivo, come brace che arde tra tessuto e pelle.

Diana Vreeland lo sapeva: “Sarebbe come stancarsi della persona che si ama.”
E forse è proprio così: amare il rosso è accettare il rischio, l’eccesso, il sublime.
Nel 2025, la moda lo restituisce al mondo: ardente, sensuale, vivo.
Il rosso è tornato.
O forse, semplicemente, non se n’è mai andato.

Rosso Valentino, SS 2025
Rosso Valentino, SS 2025

#IncurabilmenteAppassionata

Il rosso non è l’unico colore a far parlare di sé nel 2025. Per scoprire altre tendenze e influenze nel mondo della moda, leggi il nostro articolo qui.

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Giulia Strazzacappa

Mi chiamo Giulia, ho 33 anni e ogni volta in cui la vita mi indica una strada, io mi chiedo dove portano le altre. Sono inquieta, curiosa e sempre alla ricerca di qualcosa che ancora non so. Dopo il Liceo Classico, ho scelto Giurisprudenza, ma ho presto capito che quella non poteva essere la mia unica direzione. Vivo di adrenalina e di cambiamenti, ma con Il Cortile, il mio negozio, ho trovato un punto fermo in cui le mie passioni prendono forma. Studio per diventare consulente d’immagine e personal shopper accreditata, perché amo riconoscere l'abito perfetto dal sorriso di chi lo indossa. Scrivo di moda per dar voce a ciò che spesso appare, ma che raramente riesce a farsi sentire. Leggo ovunque, ma ho paura di viaggiare. Al di sopra di tutto, però, sono la mamma di Bianca, che mi ha insegnato a credere davvero nei miei sogni, guardando al futuro con occhi pieni di possibilità e cose belle.

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