Il fuoco santo del sabato di Pasqua

Il fuoco santo del sabato di Pasqua

I riti della Settimana Santa di Pasqua sono molti nella religione Cristiana Cattolica. Uno dei più suggestivi è il fuoco santo del sabato di Pasqua.

La Veglia pasquale è una messa solenne, che rientra nel triduo pasquale, e che celebra la risurrezione di Gesù. Si tiene dopo il tramonto del Sabato santo e prima dell’alba della domenica di Pasqua.

Prima dell’inizio della messa, il sabato santo, le luci della chiesa sono spente. Si accende il fuoco santo del sabato di Pasqua, intorno al quale si radunano i fedeli pronti a festeggiare la Resurrezione di Gesù. Il fuoco “nuovo” e solenne simboleggia proprio questo.

Con quello stesso fuoco, si accende il nuovo cero pasquale che poi accompagna la funzione del battesimo per tutto l’anno.

Sant’Agostino spiegava che nel cero ardente si dovevano distinguere tre elementi: la cera, lo stoppino e la fiamma. La cera era simbolo della carne verginale del Cristo; lo stoppino quello della sua anima e la fiamma quello della sua divinità.

Il fuoco sacro simboleggia il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. 

Quando è ancora spento, il cero è il simbolo del Cristo morto. Per questo motivo, prima della sua accensione, il sacerdote incide su di esso una croce. Sopra scrive la A (alfa) e sotto la Ω (omega). Entro i quattro angoli cinque grani d’incenso a forma di croce. Questi grani sono il simbolo delle cinque piaghe della Passione.

Per ultimo il sacerdote con un lungo cerino accende al fuoco nuovo il cero pasquale e si avvia verso l’entrata della chiesa cantando Lumen Christi, mentre i presenti rispondono: Deo gratias.

Il cero resterà acceso fino alla Pentecoste, ovvero sino alla conclusione della Grande Pasqua, che dura cinquanta giorni. E l’ascensione di Gesù in cielo.

Ma quando nasce la tradizione del fuoco santo? Nasce nel Medioevo. Quando, la leggenda narra che Pazzino de’ Pazzi riportò a Firenze tre pietre del Santo Sepolcro. Pietre ricevute come ricompensa per aver scalato le mura di Gerusalemme e averne aperto la strada ai crociati. Ancora oggi, vengono usate per accendere il fuoco del sabato santo.

Il foco viene “distribuito” ai fedeli e portato poi in processione e nei focolai domestici, che rimangono accesi fino al termine della Pasqua.
Come capita spesso, le tradizioni si “modificano” ed oggi, i fedeli accompagnano il fuoco santo per le vie cittadine. Spesso è trasportato su di un carro, permettendo a chi non ha potuto aprtecipare alla cerimon ia di accendere comunque il loro fuoco.

L’Italia per la sua storia è un Paese ancora molto legato alle tradizioni. Così anche quella del fuoco santo del sabato di Pasqua è ancora molto forte, specie nei piccoli borghi che con le processioni e i fuochi in piazza ci ricordano la grandezza delle festività di Pasqua.

#ostinatamenteottimista

Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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