Litigare tra bambini: un’arte da imparare

Litigare, litigare, litigare. A volte sembra che i bambini non facciano altro. Non importa quanta pazienza o buon senso cerchiamo di trasmettere, né quante volte proviamo a porre limiti: il litigio riemerge sempre, come una molla che salta fuori da una scatola.
Ma perché i conflitti tra bambini ci mandano così in crisi come genitori? E soprattutto: può esistere un “buon” litigio?
Litigare tra bambini: perché non va evitato ma guidato
Dietro ogni litigio si nasconde una dinamica di potere. Oltre al desiderio di avere ragione, si cela una tensione più profonda, talvolta persino distruttiva — come ha spiegato la filosofa Svenja Flasspöhler in una conferenza alla Casa della Letteratura di Zurigo. E noi genitori lo vediamo chiaramente: i nostri piccoli angeli si trasformano all’improvviso in combattenti determinati. In quei momenti, parlare di pace o riconciliazione sembra impossibile. Solo il nostro intervento può interrompere quello che appare come un vero e proprio duello.
Assistere a un’energia così intensa e conflittuale nei propri figli può spaventare. È naturale chiedersi: devono davvero vivere emozioni così forti già da piccoli? La reazione più istintiva potrebbe essere vietare il litigio, bollandolo come qualcosa di sbagliato.

Perché i bambini litigano così spesso
Eppure, secondo Flasspöhler, il conflitto porta con sé anche una speranza: la possibilità di comprendersi. Non si litiga se non si è convinti di avere una verità da far emergere. E soprattutto, non si litiga senza coinvolgimento. Il litigio nasce da emozioni profonde, da bisogni e impulsi che i bambini spesso non sanno ancora riconoscere né esprimere. Non è un senso maturo di giustizia a guidarli, ma qualcosa di più viscerale.
Allora la domanda cambia: quali emozioni stanno cercando di comunicare?
Cosa vogliono dire davvero all’altro bambino?
Qui entra in gioco il nostro ruolo. Come nello sport, anche nel conflitto devono esistere regole chiare. Difendere le proprie idee non deve mai significare sminuire l’altro. Serve rispetto. È fondamentale insegnare che si può discutere senza offendere, senza escludere, senza trasformare l’altro in un nemico. L’altro resta una persona, con la sua dignità.
Non si colpiscono i punti deboli, non si ridicolizzano le emozioni o i pensieri dell’altro.
Come trasformare un litigio in un’opportunità di crescita
Se sappiamo accompagnare i bambini in questo percorso, il litigio può diventare una preziosa occasione di crescita. Un’occasione per conoscersi meglio, per imparare a gestire le emozioni, per sviluppare empatia verso l’altro.
Ma questo richiede la nostra presenza, la nostra guida, la nostra capacità di offrire strumenti e buoni esempi. Solo così, il conflitto potrà diventare una vera palestra per crescere.
Camille Leutenegger
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