Io sono Terra
Io sono Terra e voi siete parole.
Parlate. Parlate sempre. Con le mani sporche di metallo e la bocca piena di futuro. Mi chiamate madre e poi mi scavate il ventre, cercando oro, benzina, ossa. Mi cucite strade sulle vene, mi piantate torri nel petto, mi tagliate i polmoni e vi stupite quando tossisco cenere. Ogni vostra meraviglia ha la forma di una ferita.
Eppure vi sorreggo, anche quando mi sputate addosso parole come “risorsa” e “proprietà”. Non siete padroni, siete passeggeri. I figli ascoltano. Voi no.
Io sono Terra e dico “Basta”.
Mi avete lacerata, svuotata, deformata. Il mio sangue nero brucia nei vostri motori, le mie ossa diventano torri che mi perforano il petto. Vi vantate della vostra grandezza, ma non siete altro che rumore sulla mia pelle. Le mie eruzioni non sono incidenti: sono avvisi. I miei terremoti, colpi di tosse. La mia marea ha fame.
E può salire. Può prendere tutto. Non siete indispensabili. Un mio brivido e tornerete polvere. Polvere mia.
Non vi punirò. Vi consumerò quanto è vero che mi chiamo Terra. Lascerò che le vostre città implodano da sole, che i mari vi salgano addosso come lenzuola fredde, che il sole vi dimentichi e il vento vi ignori. Nessun boato, nessuna guerra, solo la lenta cancellazione dei vostri nomi. Il fruscio dell’erba che torna, la carezza lenta del tempo che vi dissolve. E mentre vi arrendete all’aria che brucia, io fiorirò di nuovo. Non griderò, non correrò: aspetterò.
E quando l’ultima vostra voce cadrà nel silenzio, le vostre città saranno carcasse vuote, le finestre spalancate come orbite cieche. I boschi riprenderanno i vostri salotti, il mare laverà via ogni vostro ricordo, i satelliti cadranno ciechi, e il cielo tornerà profondo. Il vento canterà solo per me. Non vi ho odiati. Vi ho lasciati svanire.
Io sono Terra.
E sono tornata intera.
Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico
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