La notte, alleata della TV
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo oggi, in cui la prima serata televisiva inizia alle 22, vale la pena ricordare che decenni fa era la notte l’alleata della TV. Quella che un tempo era considerata la seconda, o addirittura la terza serata, è diventata oggi la fascia di punta.
Gli anni Settanta e la nascita della seconda serata
Negli anni Settanta, la televisione italiana comincia a diversificare la propria programmazione. I palinsesti iniziano a popolarsi anche di programmi notturni, dando vita a quella che sarebbe diventata la tradizione della seconda serata.
Tornando indietro nel tempo, uno dei primi e più innovativi programmi di quel periodo è “Bontà loro”, ideato e condotto da Maurizio Costanzo, che porta per la prima volta in Italia la formula del talk show.
Il programma debutta nel 1976 alle 22.30, in piena seconda serata — una fascia oraria che accompagnerà Costanzo per tutta la sua carriera. “Bontà loro” termina nel 1978, lasciando il posto ad “Acquario”, che ne raccoglie l’eredità mantenendo intatta la struttura di dialogo e confronto che aveva conquistato il pubblico.

La struttura del programma resta la stessa: un talk show costruito sul dialogo e sull’attualità. Gli argomenti cambiano di volta in volta, seguendo ciò che accade nel Paese, proprio come nei migliori format americani, dove si mescolano informazione, costume e intrattenimento.
Anche quando Costanzo approda alla televisione privata di Berlusconi, la Fininvest, porta con sé quel modello vincente. Con il Maurizio Costanzo Show, diventa il protagonista indiscusso della seconda serata, trasformando il salotto televisivo in un luogo iconico della cultura pop italiana.
Marzullo e il fascino del racconto notturno
Un altro nome che non si può non citare parlando di notte televisiva è Gigi Marzullo. Il conduttore diventa presto un volto amato e riconoscibile della programmazione notturna. Presenta ai vertici Rai un progetto dal titolo “Per fare mezzanotte”, pensato per accompagnare il pubblico fino a quell’ora.
Tuttavia, i frequenti ritardi dei programmi precedenti costringono presto a rinominarlo “Dopo mezzanotte”. La formula è semplice e intima: due interviste a due ospiti diversi, che, complice l’atmosfera notturna, si raccontano a cuore aperto e senza filtri.

Di quel programma restano nella memoria le celebri frasi di Marzullo e la sigla di apertura, Ancora di Eduardo De Crescenzo. Nel corso degli anni, la trasmissione ha cambiato più volte titolo e formula, fino ad assumere il nome con cui è ancora oggi conosciuta: “Sottovoce”.
“Indietro tutta!” e la satira come specchio della TV
A conferma che la notte è da sempre l’alleata della televisione, non si possono non citare due programmi storici e rivoluzionari: “Quelli della notte” e “Indietro tutta!”.
“Quelli della notte” nasce nel 1985 da un’intuizione geniale di Renzo Arbore. Trasmesse dallo studio A del Centro di Produzione Rai, le puntate andavano in onda alle 23 e lasciarono il pubblico letteralmente a bocca aperta.

Il programma lancia e consacra numerosi attori e personaggi, destinati da lì in avanti a una lunga notorietà. Quelli della notte diventa così una vera fucina di talenti, rivelando protagonisti che costruiranno carriere durature e amatissime dal pubblico.
Quella resterà l’unica edizione del programma, almeno fino al 1987, quando — a cavallo con il 1988 — Renzo Arbore torna in televisione con un nuovo progetto: “Indietro tutta!”. Avrebbe potuto semplicemente cavalcare l’onda del successo precedente, di cui ancora si parlava, ma la sua genialità lo spinge a reinventarsi, dando vita a un format completamente diverso.
“Indietro tutta!” è un programma satirico che prende di mira, con ironia e intelligenza, tutto ciò che la televisione generalista trasmetteva in quegli anni. Attraverso un gioco televisivo in cui si sfidano Nord e Sud, Arbore costruisce un ritratto dissacrante e irresistibile della società e dei suoi linguaggi.
Quando rischiare era un atto d’amore per il pubblico
Senza dubbio, per le tv generaliste la programmazione notturna ha rappresentato un laboratorio di sperimentazione: uno spazio libero dove osare, scoprire nuovi talenti e individuare un pubblico attento e curioso, che non si accontenta di film in replica o di informazione convenzionale.

Allo spettatore piace guardare le cose belle, e lo dimostra restando davanti alla TV anche a tarda notte.
Oggi non è certo facile tenere il pubblico incollato allo schermo, ma forse, se si avesse il coraggio di rischiare un po’ di più, come accadeva tra gli anni Settanta e Ottanta, qualche giovane in più tornerebbe a scoprire il piacere autentico della televisione.
#ostinatamenteottimista
