La serie imperdibile: Baby Reindeer

La serie imperdibile: Baby Reindeer

Ci sono serie che si insinuano nella mente e nel cuore, lasciando un segno indelebile. “Baby Reindeer”, la serie Netflix del momento, è una di queste. Nonostante l’assenza di una massiccia campagna pubblicitaria, la serie ha scalato le classifiche grazie al passaparola, come spesso succede, imponendosi come una delle produzioni più discusse e apprezzate degli ultimi tempi. La storia, basata su eventi reali vissuti dal protagonista Richard Gadd, affronta il tema dello stalking in modo unico, focalizzandosi sulla vicenda di un uomo perseguitato da una donna.

Baby Reindeer, ovvero “la piccola renna”

Adattata dall’acclamato one-man show di Richard Gadd presentato al Fringe Festival di Edimburgo, “Baby Reindeer” racconta la complessa relazione tra Donny Dunn (interpretato dallo stesso Gadd) e la sua stalker Martha (Jessica Gunning). La serie esplora l’impatto devastante che questa persecuzione ha sulla vita di Donny, costringendolo a confrontarsi con traumi passati e a riflettere su temi profondi e personali. Tra gli altri interpreti, troviamo Nava Mau nel ruolo di Teri e Tom Goodman-Hill come Darrien.

Sin dal primo episodio, “Baby Reindeer” trascina lo spettatore in un vortice di emozioni e riflessioni. La vicenda di Donny, perseguitato per anni da migliaia di messaggi e mail, crea una forte empatia e un coinvolgimento emotivo intenso. La serie evidenzia in modo provocatorio la frustrazione per l’inefficacia delle autorità di fronte a uno stalking palese, ponendo interrogativi sull’importanza delle aggressioni mentali rispetto a quelle fisiche.

Richard Gadd offre una performance coraggiosa e autentica, portando in scena non solo la sua esperienza di stalking, ma anche le violenze subite e le sue insicurezze. La serie non risparmia dettagli, mostrando la vulnerabilità di Donny e il suo percorso di rinascita. Jessica Gunning è eccezionale nel ruolo di Martha, rendendo il personaggio credibile e complesso.

Una serie da vedere senza sosta

La serie, composta da sette episodi di circa mezz’ora ciascuno, è ben ritmata e sostenuta da una colonna sonora perfetta. “Baby Reindeer” si addentra nei meandri delle menti di Donny e Martha, offrendo una narrazione psicologica intensa e riflessiva. È una storia inquietante e reale, che può aiutare chiunque si riconosca a confrontarsi con problemi simili. L’unico difetto della serie è che finisce troppo presto, lasciando il pubblico desideroso di più.

Acclamata dalla critica

Critici come quelli dell’Independent e di Rotten Tomatoes hanno lodato “Baby Reindeer” per la sua profondità e originalità. Stephen King ha descritto la serie come uno dei migliori pezzi di media che abbia mai visto, evidenziando il potente sviluppo dei personaggi e la rappresentazione delle lotte mentali. IGN ha sottolineato la complessità della serie e la sua capacità di affrontare temi difficili senza compromessi, mentre la recensione del Radio Times ha elogiato la performance di Gadd come una masterclass di dark comedy e dramma psicologico.

“Baby Reindeer” mi è piaciuta molto. E’ una serie a mio avviso imperdibile che va oltre le aspettative. Con una storia vera alla base e una narrazione potente, è destinata a lasciare un segno profondo nello spettatore, affrontando temi di grande rilevanza con coraggio e autenticità​​ .

#ostinatamenteEclettica

Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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