I nostri cari anziani, come proteggerli e tutelarli.

I nostri cari anziani, come proteggerli e tutelarli.

Noi tutte del Team di #DistantimaUnite ci auguriamo che nessuno di voi lettori abbia vissuto qualche brutto episodio legato ai propri cari nelle Case di Riposo, ma in questo periodo di contrasto del Coronavirus, il nostro Paese ha visto scomparire una generazione di anziani e nonni, i riferimenti per coloro che faranno parte della società di domani.

Anche se la cronaca italiana è stata sempre puntinata di episodi di violenza verso le fasce deboli della popolazione, come minori e anziani, in questo periodo di emergenza sanitaria, in mancanza di controlli, di personale e di presidi adeguati, i casi di violenze fisiche e psicologiche sono aumentati.

In un bilancio fatto dai NAS, dà febbraio 2020 ad oggi, sono risultate 104 le strutture per anziani non conformi alla normativa su 601 controllate (pari al 17%). In tutto il territorio nazionale ci sono state 61 denunce e 157 persone sanzionate per un ammontare complessivo di oltre 72mila euro.

Alcuni giorni fa il Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, commentando la tragica situazione delle RSA, dove gli ospiti sono stati decimati dal coronavirus, rilancia il modello del budget di salute: “un’alternativa, ma una rivoluzione del pensiero, che pone al centro le persone fragili che non sono numeri di bilancio, non sono rette da pagare o peggio costi, ma sono persone”.

Anche il Direttore aggiunto dell’OMS Ranieri Guerra ha commentato l’elevato numero di morti e positivi al Coronavirus presenti nelle Rsa: “Ci sono standard di prevenzione che devono essere molto più cogenti. Dev’essere un’occasione da non disperdere per ripensare ad assistenza e cura”.

Dunque, l’emergenza Covid-19 ci costringe a mettere in discussione vari aspetti del nostro Sistema Paese, compreso quello legale.

Le fragilità che derivano dall’età avanzata dei nostri cari anziani, e ad uno stato di salute non sempre ottimale, aggravate dal rischio di contagio di questo periodo, hanno stimolato le riflessioni degli avvocati specializzati in relazioni familiari dell’Associazione Cammino, i quali esortano a non mandare anche i diritti fondamentali in quarantena, ma di interpretare le restrizioni con equilibrio e buonsenso.

“Gli anziani in struttura, o in appartamento, soffrono di solitudine; le famiglie sono angosciate dalla mancanza di notizie; gli operatori sono decimati e privi di volontari che li aiutino – commenta anche la Presidente della Camera Nazionale degli Avvocati per le Relazioni Familiari Avv. Maria Giovanna Ruo – Allora si dovrebbe cercare di evitare estremizzazioni e di cooperare. Gli anziani anche se non hanno strumenti multimediali possono guardare i loro familiari e interloquire attraverso smartphone aiutati per pochi minuti dagli operatori. Basta anche poco, ma ciò aiuta a tranquillizzare gli uni e gli altri, e tutela il loro fondamentale diritto alla relazione“.

Il decalogo di Cammino consiglia:
  1. Sono una risorsa della società e meritano tutela rafforzata dei loro diritti fondamentali in ragione della loro particolare vulnerabilità, specie in questo periodo;
  2. Hanno uno specifico diritto alla tutela rafforzata della loro salute;
  3. Hanno diritto a ricevere tutte le informazioni utili;
  4. Gli anziani hanno diritto a mantenere i rapporti con i congiunti e la propria rete amicale;
  5. Hanno diritto a mantenere vive le attività di svago e di culto solitamente svolte;
  6. Gli anziani hanno diritto alla propria disponibilità economica per le necessità quotidiane;
  7. Hanno diritto ad una rafforzata assistenza sanitaria
  8. Hanno diritto ad una rafforzata assistenza amministrativa;
  9. Sono portatori di disabilità hanno diritto a particolari attenzioni e tutele
  10. Gli anziani senza fissa dimora hanno diritto ad una tutela adeguata alla loro specifica condizione.

Anche la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia ha deciso di suggerire cautele e precauzioni.

E queste le raccomandazioni:

1. Dare ascolto solo alle fonti ufficiali, cioè alle comunicazioni e disposizioni ministeriali. Va ignorato qualunque richiamo a supposti strumenti preventivi o terapeutici ad hoc; 2. È comunque opportuno non esporsi al freddo, che facilita la diffusione del virus; 3. È bene conoscerne i sintomi, non per essere presi dalla paura, ma per valutarli razionalmente; 4. Bisogna aderire scrupolosamente a qualunque misura suggerita dal Ministero della Salute e dal medico, anche se limitativa delle attività personali; 5. È particolarmente importante per gli anziani limitare le occasioni di contagio e avere una elevata soglia di attenzione ai sintomi iniziali.

Dunque, così come si sta pensando ai nuovi paradigmi economici, lavorativi post emergenza Coronavirus, ci auguriamo che anche per i settori del sociale e dei servizi alla persona possa avviarsi una ampia ed approfondita ristrutturazione con soluzioni efficienti di messa in sicurezza dell’ospitalità e dell’assistenza medica in tutte le strutture italiane.

Angela Tassone

Esperta di Comunicazione e Marketing. Componente della FERPI - Federazione delle Relazioni Pubbliche italiana. Socievole e inconsapevole accentratrice, cerca di indirizzare al meglio le proprie energie. E anche se ha imparato che nella vita le cose non si possono mai considerare definitive, il suo amore per la scrittura e i media non passerà mai.

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