I Figli sono il riflesso dei genitori

I Figli sono il riflesso dei genitori

Credo che ogni mamma quando passa 5 minuti in più su Instagram o davanti alla TV è colpita dal senso di colpa. Sarà che io come esempio ho i miei genitori. Parlando con un’amica ho descritto mio padre come l’uomo che lavorava 24 ore su 20 e anche quando dormiva pensava al lavoro. Mio padre in ferie si annoiava, ora è stanco, approfitta del tempo che può passare con i miei figli e io sono gelosa. Guardo mio padre e penso che non me lo ricordo così con me. 

Sicuramente alcuni di voi penseranno che i tempi sono cambiati, noi non lavoriamo più così tanto. Ma io spesso mi giro a guardare i miei figli e se sono sul telefono mi pento. Ora ad esempio potrei dormire e invece scrivo così quando si svegliano sono concentrata su di loro. Stamattina ero sveglia alle 6 per scrivere una raccomandata per il rientro a lavoro, compilare l’iscrizione all’asilo di Leonardo per dicembre, mettere una lavatrice, chiudere 2 valigie su 5. La lista sarebbe lunghissima. Non dico che non vorrei fermarmi un attimo ma non ne sono capace.

Mio marito, e parlo di lui perché lo vedo ogni giorno, si prende mezz’ora in bagno, a tavola ci rimane seduto anche se abbiamo finito di mangiare e io ho finito di sistemare la cucina. Insomma bisogna essere una persona così già in partenza. Io sono della vergine ascendente acquario, io non ti chiedo di fare una cosa per me perché nel tempo in cui te lo chiedo, l’ho già fatta ma mi arrabbio perché non mi hai letta nel pensiero e non mi hai anticipata. Ho iniziato a fare le valigie da due settimane con liste alla mano, ho paura di dimenticare qualcosa. Forse dopo la Pandemia, che mi ha fatta sentire bloccata e nullafacente, ho paura di lasciare qualcosa di incompleto. Quindi ho insegnato a mio figlio a fare un sacco di cose da solo, forse pretendendo troppo da lui ma voglio che lui non abbia bisogno di nessuno.

Non ho mai trovato che preparare le mutande e i calzini per un figlio di 30 anni fosse una dimostrazione di amore ma piuttosto egoismo. Una mamma così vuole solo che suo figlio abbia sempre bisogno di lei. Cosa che sarà sempre e comunque. Lorenzo sceglie i suoi vestiti da solo, mi aiuta a sparecchiare, a pulire, a passare l’aspirapolvere. Voglio educare un figlio all’indipendenza ma che quando vuole può venire a prendersi tutto l’amore che ho. 

Lo stesso discorso vale per le donne, mia madre mi ha insegnato ad essere indipendente, libera, decisa, autonoma. Non sono andata via di casa perché mi sposavo ma perché a diciannove anni ho deciso di studiare a Roma. Certo ho fatto tutto questo perché voltandomi sapevo che avrei trovato sempre la loro mano tesa, pronta ad aiutarmi. Per me è stato anche bello smentire a volte le loro paure e vincerle. Anzi mi ci incaponisco finché non raggiungo il mio obiettivo. 
Tutto questo non per auto proclamarmi ma per dire che voglio che i miei figli crescano così INDIPENDENTI. Mio padre e mia madre hanno deciso di emigrare di nuovo a Lussemburgo quando avevano 40 anni e tre figli. Nessuno ci ha ospitato, vivevamo in affitto quando in Italia avevano un palazzo a due piani disabitato. Non potete immaginare quante volte abbiamo sognato di poterlo portare qui come le case mobili, su un camion. I miei genitori hanno dimostrato la loro forza, insieme, ci hanno dato una vita migliore. Non posso permettermi di non fare lo stesso per i miei figli. 

Sono una via di mezzo tra la mamma del nord e quella del sud. Voglio che a 20 anni uno dei miei due ometti mi dica che va a studiare in Giappone e sono pronta a seguirlo per controllare se mangia ogni sera. Calcolate che tra 20 anni io ne avrò 60 potrò andare in pensione. A parte gli scherzi sarò felice di crescere i miei figli come uomini capaci di stare da soli al mondo senza una donna che lavi, stiri, cucini per loro ma che lo farà perché mio figlio la ama e la tratta come una regina. Lei lo farà per amore non perché obbligata. Credo che in questo modo crescerò degli uomini rispettosi della donna che non si fermeranno davanti alla prima difficoltà. Grazie alla forza che io e mio marito gli daremo si rialzerà e ricomincerà a lottare per realizzare i suoi sogni. Si, i figli sono il riflesso dei genitori.

Anna Piccolomini

Come si chiama mamma? Piccolomini Anna. È grassa o magra? Grassa. È Bassa o alta? Alta. Cosa le piace mangiare? Pasta e anche un po' di gnocchi. Come le piace vestirsi? Bene. Quanti anni ha? 3 come me. Quale regalo vorresti fare alla mamma? Una macchina telecomandata. Chi ama la mamma? Io e non papà. Cosa fa la mamma? Sta con me e Leonardo. Di cosa ti parla sempre la mamma? Di non dire brutte parole. Dove vuoi viaggiare con la mamma? Alla scuola e all'asilo. Cosa vuoi fare da grande? Accompagnare un bimbo all'asilo. Di cosa ha paura la mamma? Di perdere il bus. Cosa piace alla mamma? Mangiare. Cosa fa arrabbiare mamma? Quando lancio le macchinine e dico brutte parole. Ecco come mi vede mio figlio. Mi descrive di sicuro come una donna sposata con due figli, che lotta ogni giorno per lavorare nel sociale. Vivo a Lussemburgo ma sono anche originaria di questo Paese e per metà pugliese. Amo il rosa da sempre e mamma dice che ho una classe innata. Amo osservare e mi lascio andare solo con le persone che amo. La mia prima impressione è sempre quella giusta.

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