SOS violenza sulle donne: quando il nemico è di casa

SOS violenza sulle donne: quando il nemico è di casa
quando il nemico è di casa
Violenza sulle donne

Durante il lockdown, c’è un fenomeno che non ha conosciuto pause: la violenza sulle donne.

In tante, in troppe, hanno dovuto fare i conti con una doppia paura e un doppio nemico: il Covid 19 fuori e il proprio compagno dentro casa.

“Non è normale che sia normale ammazzare chi dici di amare”

The New Poets – Non è normale che sia normale

Allarme rosso: dati e statistiche

Dai dati rilanciati da DiRe, l’associazione che riunisce 80 centri antiviolenza e le Case della donna di tutta Italia, tra il 2 marzo e il 3 maggio 5.939 donne, distribuite equamente fra i 2 mesi, hanno lanciato il loro SOS. Di queste, ben 1.815 (il 30% circa) erano contatti nuovi.

A questi numeri fanno eco i rapporti dell’ISTAT secondo cui quasi 7 milioni di donne italiane, dai 16 ai 70 anni, subiscono almeno una volta nella vita una forma di aggressione. Per il 20,2% si tratta di violenza fisica, per il 21% di violenza sessuale, nel 5,4% di casi di stupro o tentato stupro.

3 femminicidi su quattro avvengono in casa; il 63% degli stupri è commesso da un partner o ex partner.

Nessuno appartiene a nessuno, la vita appartiene ad ognuno”

The New Poets – Non è normale che sia normale

Secondo l’ONU, quest’anno sono previsti almeno 15 milioni in più di casi di violenza domestica, con un aumento del 20% nei primi 3 mesi di lockdown in tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite.

La violenza in scena

Un quadro allarmante che dimostra quanto sia importante parlare, scrivere e anche mettere in scena un fenomeno che preferiremmo tenere chiuso nel cassetto, come una verità scomoda con cui non vogliamo avere a che fare. Ma che invece è la realtà che forse bussa proprio alla porta accanto alla nostra.

Così come un articolo di giornale, o una trasmissione televisiva, anche un film può essere lo strumento per contribuire a tenere l’alta l’attenzione su un maltrattamento che, oltre che fisico, è anche psicologico.

|L’INTERVISTA AL REGISTA EMANUELE PECORARO

“Il sesso non si fa per pietà”

Dal minifilm “La goccia maledetta”

La goccia maledetta

Dopo “Solitudini pericolose” (ispirato ad un caso vero di cronaca) il giornalista, scrittore e regista Emanuele Pecoraro torna ad affrontare il tema della violenza sulle donne nel suo ultimo minifilm “La goccia maledetta”, vincitore del Premio del Pubblico nel corso della 7° edizione del “NIAFFS – NOIDENTITY International Film Festival Spain” (Siviglia, 28 giugno-4 luglio/2020).

“La goccia maledetta”, titolo della pellicola, “è la metafora di un’ossessione perturbante che prelude a una serie di colpi di scena che disseminano il racconto”.

“Gli sceneggiatori Lorenzo De Luca e Pierfrancesco Campanella, ci racconta il regista molisano, “si sono liberamente ispirati ad un racconto horror di Roberto Ricci. In questo nuovo lavoro ho voluto sottolineare un aspetto importante come quello dell’abbandono sentimentale, che spesso può degenerare in modalità sconcertanti e inaspettate. Nel minifilm è presente una frase chiave: “Il sesso non si fa per pietà”. È evidente che il personaggio che la pronuncia non può rendersi conto di quanto possa far male una espressione del genere. La realtà della cronaca nera è poi piena di episodi violenti dovuti proprio alla non accettazione della fine di una relazione. E, spesso, la realtà supera di gran lunga la fantasia del cinema“.

Rapporti malati

Spesso quello a cui assistiamo è un rapporto “malato” e “prevaricatore” che l’uomo instaura nei confronti della donna. E viceversa.

“Siamo di fronte a una vera e propria emergenza”, concorda Emanuele Pecoraro*, “soprattutto in questo periodo, appena trascorso, di “lockdown” forzato, che ha spesso condannato molte donne alla segregazione e al silenzio, senza la possibilità di poter denunciare il proprio carnefice. Non è un caso che i casi di violenza siano calati (apparentemente) sensibilmente, ma solo perché sono diminuite le possibilità, da parte delle donne, di contattare le strutture preposte a garantire una loro maggior tutela. Giustamente dici “e viceversa”, perché in qualche caso si verifica l’esatto contrario. È la donna a ribaltare i ruoli, rendendo l’uomo “vittima”.

Nei miei minifilm mi diverto a dipingerle anche come donne crude e spietate, per evidenziare il risvolto della medaglia. Ma proprio perché auspico una vera parità, che possa esprimersi in tutti gli ambiti, mi auguro fortemente che nel prossimo futuro si incominci ad abbandonare una guerra di genere, dove il maschile e il femminile possano essere semplici categorie del pensiero superate e si cominci a parlare di “persone”. Le battaglie si combattono “al fianco”, non “contro”.

Quando a pagare sono le categorie più deboli

Secondo un rapporto dell’ONU, la quarantena forzata che ha costretto decine di milioni di persone a rinchiudersi in casa per settimane, ha causato un aumento degli abusi sulle persone più vulnerabili, minori compresi. Lo stress dell’isolamento, l’incertezza economica e la vicinanza giorno e notte con gli aggressori hanno scatenato decine di richieste di aiuto.

I minori”, riflette il regista originario di Bagnoli del Trigno, “sono le vittime sacrificali di cui nessuno parla. Il loro percorso riabilitativo è un mistero e le risorse statali per garantire un’assistenza psicologica adeguata sono sempre più ridotte al lumicino. La battaglia culturale per prevenire queste tristi derive deve cominciare immediatamente, garantendo un percorso formativo ai bambini e ai ragazzi anche su queste emergenze. Occorre ricominciare dall’istruzione e dalla sensibilizzazione su questi temi.

La speranza per il futuro

Forte con i deboli, debole con i forti

Proverbio popolare

Un detto popolare ci ricorda quanto sia molto più facile fare i forti con i deboli. Donne, minori o anziani che siano. E se è vero che ognuno di noi è chiamato a reagire e a combattere ogni forma di violenza, alla politica spetta il compito di prevenire tali fenomeni.

In ordine cronologico l’ultimo piccolo grande risultato in tal senso è l’inserimento (in data 1 luglio) in Gazzetta Ufficiale di un concreto sostegno economico dello Stato allo studio, alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro per gli orfani a causa di femminicidio e di crimini domestici. Un “passo avanti fondamentale nella battaglia contro la violenza di genere e la tutela dei diritti delle vittime” commentano i componenti della commissione Femminicidio di Palazzo Madama.

Il quadro legislativo

E’ opportuno ricordare inoltre che:

  • dal 2013 esiste in Italia la legge sul femminicidio, un provvedimento legislativo emanato dal Parlamento al fine di contrastare il deplorevole fenomeno della violenza sulle donne.
  • dal 2019 è entrato in vigore il Codice Rosso), una legge della Repubblica Italiana a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti.

“La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani.”

Kofi Annan

Gianna Nannini – Mai per Amore

Lo sai che quasi mai
il vero amore lascia i lividi

Gianna Nannini – Mai per Amore

Elisabetta Mazzeo

Elisabetta, classe 1981. Ogni 18 anni un cambiamento. Prima la Calabria, poi Roma, ora Zurigo. Domani chissà. La mia sfida quotidiana? Riuscire nell’impresa di essere contemporaneamente mamma, moglie, giornalista, scrittrice e ora anche blogger. Ore di sonno: poche. Idee: tante. Entusiasta, curiosa, caparbia, sognatrice. Scrivere è un’esigenza. Una lunga gavetta nei quotidiani e nelle tv locali, poi l'approdo come inviata di Sport Mediaset. Non ho dubbi: il mio è il mestiere più bello del mondo. Una passione prima che un lavoro. Oggi ricopro l'inedito ruolo di vicedirettore a distanza di Retesole, l’emittente che mi ha visto crescere umanamente e professionalmente. Divoro libri e due li ho anche scritti, mi nutro di storie di sport, ma non solo. Scatto e colleziono foto, mi alleno quanto basta per non sentirmi in colpa e in compenso macino chilometri armata di scarpe da ginnastica e passeggino. L'arrivo delle mie due figlie ha rimodulato le priorità della mia vita. E adesso è con loro e per loro che continuo a mettere le mie passioni in campo. #CaparbiamenteSognatrice

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