Il lavoro che verrà: sblocco licenziamenti e speranze di ripresa

Il lavoro che verrà: sblocco licenziamenti e speranze di ripresa

Il lavoro, croce e delizia di ogni essere umano. Oggetto indiscusso di nuove regole, leggi e modalità, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19.

A causa del covid, molti hanno perso il lavoro, tante attività hanno chiuso per diversi mesi, altre sono ancora in attesa di riaprire. In un contesto del genere tentare di cambiare lavoro, o trovarne uno nuovo, è ancora più complesso.

La situazione delineata nell’ultimo report di Istat è chiara: nonostante gli sforzi del Governo, il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione, emergono difficoltà e perdite, aggravate dal lungo lockdown.

Sono 945 mila i posti di lavoro persi in 1 anno a causa della crisi economica legata alla pandemia di coronavirus. La perdita dei posti di lavoro ha coinvolto tutti, in molti casi senza distinzione di sesso o di età.

Quali saranno dunque gli scenari futuri? In queste ultime ore si discute sullo sblocco dei licenziamenti: verranno aiutati ancora i settori più in crisi, come quello tessile. Mentre vengono meno le tutele per coloro i quali lavorano in settori ritenuti più capaci di riorganizzarsi e sperare nella ripresa. Lo ha dichiarato il sottosegretario al Ministero dell’Economia, Claudio Durigon in una recente intervista a La Repubblica.

Ma se la speranza è l’ultima a morire, non ci resta che guardare oltre e capire quali siano le cose su cui puntare per avere nuove opportunità di lavoro, tentare di cambiarlo e attuare la ripresa di cui tanto si parla.

Uno studio divulgato dall’Osservatorio istituito dalla società 4 MAN Consulting, che ha coinvolto circa 500 imprenditori, mette in luce il ruolo predominante delle soft skills.

Per soft skill si intendono le competenze trasversali che nella vita lavorativa sono importanti come o più delle competenze tecniche e professionali acquisite con l’esperienza (hard skill).

Per il 67% degli intervistati, a parità di CV e di competenze tecniche, le soft skills rappresentano una marcia in più. Per il 24%, addirittura, queste sono più importanti del numero di anni di esperienza o delle competenze tecniche. Pare che, chi padroneggia le soft skills sia più capace e più veloce nell’adattarsi ai cambiamenti e alle novità. Cosa che è elemento fondamentale per questo contesto post pandemia.

Angela Tassone

Esperta di Comunicazione e Marketing. Componente della FERPI - Federazione delle Relazioni Pubbliche italiana. Socievole e inconsapevole accentratrice, cerca di indirizzare al meglio le proprie energie. E anche se ha imparato che nella vita le cose non si possono mai considerare definitive, il suo amore per la scrittura e i media non passerà mai.

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