E sciogli in un abbraccio la follia

E sciogli in un abbraccio la follia

Surreale. Emozionante, palpitante, folle. La velocità pura, i blocchi di partenza, lo starter, la pista rossa. Adrenalina ed esplosività. L’altezza, il limite da superare, il salto, il volo da terra. Il traguardo e il tappeto. Il tempo e la misura. Immagini che parlano da sole. Occhi lucidi. Sguardi increduli. Elogio della follia. Gioia incontrollabile. La storia di una nazione, di un continente, del globo. La poesia di un abbraccio.

Gianmarco Tamberi tocca il paradiso nel salto in alto, Marcell Jacobs va più veloce del vento nella finale dei cento metri.

E accade che, davanti a un televisore, ti capita di avere il privilegio di guardare in diretta un quarto d’ora di gloria italiana e planetaria. Di eventi storici, inimmaginabili fino a pochi minuti prima e proiettati nei secoli avvenire.

Attimi impregnati di surrealismo. Arte allo stato puro.

L’abbraccio di Marcell e Gimbo, velato dal Tricolore, come quello dipinto da René Magritte. Un capolavoro quello del grande pittore, un capolavoro quello dei due atleti azzurri.

un-abbraccio

Un abbraccio che ha il sapore della leggenda.

9”e 80 centesimi. Un tempo clamoroso per la gara regina dei Giochi Olimpici, dove l’Italia non solo non aveva mai vinto una medaglia d’oro nei cento metri, ma non aveva neppure partecipato a una finale nella specialità delle grandi star americane o giamaicane. Jacobs compie tutto.

2,37m. Si lotta per arrivare a 2,39. Quota vertiginosa. I due duellanti si sfidano, combattono. Poi decidono di non togliere l’uno all’altro la gioia più grande, quella dell’oro olimpico. Tamberi inizia così. A scrivere un racconto epico.

Marcell e Gimbo.

Gimbo e Marcell.

Una giornata da Olimpo degli Dei. La meraviglia di un salto verso il cielo di Tokyo e di una corsa che si consuma in un lampo.

Si corrono incontro. In una gioia sperata, sofferta e voluta. Eppure inaspettata. Forse più per noi che per loro stessi.

E’ un’esplosione di emozioni, condivise.

Un incontro, un abbraccio, il senso dello sport.

Citius, Altius, Fortius -Communiter

Più veloce, più in alto, più forte – Insieme

Motto olimpico

un-abbraccio

Sono passate poche settimane dall’abbraccio di Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo. Che ha reso fiera una Nazione intera, riconosciutasi in quel sentimento così autentico che ha oltrepassato gli anni, la malattia, le delusioni e gli inciampi. Quel trasporto emotivo che si è incastonato, come una pietra preziosa, nel cuore di tutti.

Ed ecco che arriva un altro abbraccio. Profondo, entusiasmante, liberatorio.

E quel sogno che comincia da bambino torna prepotente, si affaccia alla mente e oltrepassa ostacoli e limiti.

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Marcell e Gimbo.

Gimbo e Marcell.

Tamberi salta, balla, si butta per terra e mostra al mondo il calco in gesso della gamba infortunata nel 2016. “Road to Tokyo 2020”, era la promessa fatta e scritta. Poi l’Olimpiade è diventata di cinque anni e allora il 2020 è stato cancellato per farlo diventare “2021”.

Jacobs all’apparenza è più freddo, composto nelle parole e nei gesti. Caricato dalla prova di Tamberi, che lo aspetta lì al traguardo.

Salto dopo salto, metro dopo metro.

Due medaglie. Due leggende.

un-abbraccio
Un abbraccio
un-abbraccio

Dieci minuti, tra le 21.42 e le 21.53, e la pista dello stadio olimpico di Tokyo si tinge di bianco rosso e verde.

Quel sogno cullato e accarezzato si trasforma nella più bella delle realtà.

E così due campioni si stringono a lungo, subito dopo aver apposto il loro nome nella storia.

Un abbraccio che resterà nella memoria futura.

Perché contano il gesto atletico, i tempi e le misure. Però gli attimi veri, la sincerità e l’umanità quelli restano scolpiti nell’animo si tutti. Spronando e stimolando generazioni di ragazzi.

Una

incredibile

estate

italiana.

E il mondo in una giostra di colori E il vento che accarezza le bandiere. Arriva un brivido e ti trascina via E sciogli in un abbraccio la follia.

Gianna Nannini Edoardo Bennato – Un’ estate Italiana

L’estate del Tricolore e degli italiani. Della gioia e dei festeggiamenti. Dell’orgoglio e della spavalderia. Di quella voglia di urlare al mondo: noi ci siamo!

L’estate degli abbracci. Quelli che ci sono stati impediti per via del covid-19. E che si riprendono invece la loro giusta rivincita, proprio nelle manifestazioni sportive. Annullate, rimandate e guardate con sospetto.

Un abbraccio non è comparabile che a due cose: la musica e le preghiere.

Anonimo

I giochi olimpici di Tokio sono archiviati, un’altra Olimpiade è iniziata.

Però quello che il 2021 ci h regalato non lo dimenticheremo. I brividi, le lacrime, le mani in testa, l’incredulità.

Tutto questo resterà, come un portentoso baluardo di umanità.

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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