London Bridge is down. La regina è morta, viva il re!

London Bridge is down. La regina è morta, viva il re!

Il ponte di Londra è caduto. Elisabetta II è morta. La storia è compiuta. “London bridge is down”. Con questa frase il Segretario Privato della Regina ha comunicato la morte di Queen Elizabeth al Primo Ministro, al Segretario di Gabinetto e al Privy Council, il consiglio privato della sovrana. “London bridge is down” è la comunicazione in codice che identifica un iter concitato, che viaggia su linee telefoniche privatissime e che sfocia nell’ultimo cartello, sempre appeso alla cancellata di Buckingham Palace. Il comunicato ufficiale della morte di Sua Maestà.

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London Bridge is down

8 settembre 2022.

Testimoni della storia.

Un racconto di vita che è già parte del rincorrersi di secoli e memorie.

Indipendentemente da giudizi morali e politici, Elisabetta II ha rappresentato quello che in epoche diverse e passate sono stati i grandi re e imperatori. La sua scomparsa segna la fine di un’era ricca di cambiamenti politici, economici e sociali non solo per il Regno Unito, ma per l’intero continente europeo. La sua vita lunga quasi un secolo, e un regno durato 70 anni, hanno visto l’evolversi di un mondo. Dalle difficoltà del secondo dopoguerra alla pandemia e alla crisi politica ed economica degli ultimi mesi. Passando attraverso la Guerra fredda, durante la quale la corona inglese ha giocato un ruolo fondamentale, per le relazioni internazionali.

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La ex sovrana, 96 anni compiuti lo scorso aprile, sedeva sul trono del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dal 2 giugno 1953.

Il suo nome completo era Elizabeth Alexandra Mary ma il titolo regale era molto più lungo: “Elizabeth the Second, by the Grace of God, of the United Kingdom, Canada and Her other Realms and Territories, Queen, Head of the Commonwealth, Defender of the Faith“. Quando era lei a firmarsi, si limitava a Elizabeth R, dove “R” stava per regina, in latino.

Conosciuta anche con il vezzeggiativo di Lilibet. Ad attribuirsi il nomignolo fu la stessa Elisabetta da bambina. Quando troppo piccola e non ancora in grado di pronunciare il nome Elizabeth, rispondeva “Lilibet!” a chi le chiedeva come si chiamasse. Gli stessi genitori e sua sorella Margaret, presero a chiamarla così. E’ rimasta celebre la dichiarazione di re Giorgio VI: “Lilibet è il mio orgoglio, Margaret la mia gioia“.

E’ stato Filippo però, conoscendo l’allora principessa tredicenne, a renderlo ancora più prezioso e caro alla ex sovrana. Per il suo Principe infatti lei era soltanto Lilibet.

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London bridge is down

Primogenita del duca e della duchessa di York, che poi diventeranno il re Giorgio VI e la regina Elisabetta, nasce a Londra il 21 aprile 1926, alle ore 02:40 al n. 17 di Bruton Street a Mayfair. Cinque settimane dopo la nascita, viene battezzata nella cappella privata di Buckingham Palace, dall’Arcivescovo di York.

La sua è stata un’infanzia stimolante, contrassegnata dall’approfondimento degli interessi più svariati. Letteratura, teatro, arte e musica. Impara ad andare a cavallo fino a diventare un’eccellente cavallerizza.

Nasce duchessa. Lo zio Edoardo, fratello del padre, è l’erede al trono. Però l’amore cambia le carte in tavola. Edoardo si innamora di Wallis Simpson, americana non aristocratica e pluridivorziata. La Simpson è figura inconciliabile con la corona per questioni religiose e politiche, ma Edoardo la sposa comunque. Credendo tanto nella loro unione fino al punti di rinunciare al trono nel 1936, abdicando a favore del fratello e proiettando Elisabetta in cima alla linea di successione. Edoardo e Wallis non hanno figli comunque. E anche sotto il loro regno, Elisabetta avrebbe avuto la sua chance di salire al trono come primogenita del duca di York.

Designata, dal destino, dalle stelle, dall’Universo o da Dio. Quel trono era suo.

All’età di soli diciotto anni diviene Consigliere di Stato, che in Inghilterra è una figura di rilievo, essendo una figura che affianca il re nelle decisioni importanti.

Per fare pratica nella politica, Elisabetta incontra settimanalmente il Primo Ministro per discutere di importanti decisioni circa gli affari del Commonwealth.

Oltre alla carriera di regina, avrebbe potuto intraprendere quella di meccanico. No, non è una battuta. Durante la Seconda guerra mondiale, l’allora principessa si spende in prima linea facendo pratica come soldato, con il grado di secondo tenente, nelle mansioni dell’esercito che prevedono l’utilizzo delle donne. E impara anche a guidare i camion e a ripararne i motori. Guidare le è sempre piaciuto, anche se non ha mai preso la patente.

Il 20 novembre del 1947 si sposa con un suo lontano cugino, il Duca di Edimburgo Philip Mountbatten. La principessa Elisabetta ha solo 21 anni ma è già una donna matura e dal carattere deciso e determinato. Passa poco tempo e il padre re Giorgio VI muore. Elisabetta si trova catapultata su uno dei troni più importanti del mondo, con alle spalle secoli di tradizione. È il 1952 e la nuova regina ha solo 26 anni.

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Elisabetta II è stata la regina dei record: soltanto Luigi XIV, il re Sole, è rimasto sul trono più a lungo di lei.

Numeri che danno la misura della portata del suo regno.

Da quel 6 febbraio 1952, data della morte improvvisa del padre, Giorgio VI, Queen Elizabeth ha regnato per 70 anni e 214 giorni. In tutto 25.782 giorni. Contro i 26.407 del sovrano di Francia, che però era arrivato al trono ad appena 4 anni, nel 1643, e che per ovvi motivi ha visto per molto tempo la gestione della nazione affidata alla madre Anna d’Asburgo.

La defunta regina da tempo era anche colei che aveva regnato più a lungo in Gran Bretagna. Avendo superato la regina Vittoria il 9 settembre 2015. La trisnonna infatti è rimasta sul trono per 63 anni, 7 mesi e 2 giorni, fino al 1901.

Da Winston Churchill alla recentissima Liz Truss, Elisabetta ha guidato il Regno Unito con 16 primi ministri. Ha visto passare per la Casa Bianca 14 presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman a Joe Biden.

E ha visto pure salire al soglio pontificio 7 Papi. Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, fino al dimissionario Benedetto XVI e Francesco.

Elisabetta II ha viaggiato in oltre 120 Paesi in occasione di oltre 270 visite ufficiali e ha partecipato a centinaia di migliaia di cerimonie.

Altro record che ha detenuto è stato quello del matrimonio più longevo tra i sovrani, 74 anni con il principe Filippo, sposato il 20 novembre 1947 e scomparso il 9 aprile del 2021. 

Nel pomeriggio dell’8 settembre 2022 Elisabetta II è morta. Il ponte di Londra è caduto.

Ha servito fino all’ultimo giorno i suoi sudditi, come aveva promesso di fare. E ora London bridge is down. 

Con un nome in codice risalente agli Anni ’60 e svelato nel 2017 dal Guardian è stato dato il via al piano minuzioso e dettagliato dei giorni successivi alla morte della regina. Una pianificazione che riguarda tutto e tutti. Dalla famiglia reale, le istituzioni, i diplomatici, alle forze armate e la BBC.

Un piano articolato, studiato giorno per giorno, di cui abbiamo già visto alcune fasi. Le altre sono tuttora in esecuzione.

Ogni azione non nasce spontanea, ogni gesto è studiato. Con mesi e anni di anticipo.

Il segretario privato della Regina avverte della scomparsa della sovrana la prima ministra, Liz Truss, il segretario di gabinetto e alcuni tra ministri e funzionari più anziani.

La premier allora annuncia il lutto all’ufficio del consiglio privato, che coordina il lavoro del governo per conto del monarca. La Bbc, a reti unificate, dopo aver interrotto qualsiasi altra trasmissione, resta sintonizzata sul canale all news per seguire gli eventi, i giornalisti sono vestiti di nero, in segno di lutto.

Il sito ufficiale del Palazzo Reale mostra in prima pagina la notizia. Lo stesso accade per tutte le pagine dei social media dei dipartimenti del governo, che cambiano anche le loro immagini del profilo con il loro stemma dipartimentale. 

Il seggio non può essere vacante e dunque Carlo diventa subito Re, con il nome di Carlo III, anche se l’incoronazione ufficiale ci sarà tra diversi mesi.

Il giorno del funerale è chiamato ‘D-Day’, quelli successivi al funerale ‘D+1’, ‘D+2’ e così via.

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London Bridge is down

D-Day+1. Il giorno successivo alla morte di Eisabetta II si riunisce il Consiglio che proclama ufficialmente la successione del nuovo monarca. La proclamazione viene letta a St. James Palace e al Royal Exchange nella City di Londra. Da Hyde Park vengono sparate 41 salve di cannone. 

D-Day+2. La bara della Regina torna a Buckingham Palace con il Treno Reale dopo essere stata esposta nella Cattedrale di Edimburgo.

D-Day+3. Durante la mattina il nuovo Re Carlo III riceve le condoglianze a Westminster Hall. Dal pomeriggio parte per un giro del Regno Unito a partire dal Parlamento scozzese.

D-Day+4. Il Re arriva in Irlanda del Nord per le condoglianze in Parlamento e quindi una cerimonia alla cattedrale di St. Anne a Belfast. È il giorno delle prove della processione del feretro da Buckingham Palace a Westminster.

D-Day+5. Il quinto è il giorno della vera processione da Buckingham Palace a Westminster.

D-Day+6 fino a D-Day+9. Per tre giorni il feretro della Regina resta al palazzo di Westminster su un catafalco aperto. Resta aperta a pubblico per 23 ore al giorno con prenotazioni per entrare e orari per i Vip. Nel giorno numero 6 c’è una prova della processione funebre. Il settimo giorno Re Carlo visita il Galles.

Il ministero degli Esteri si occupa degli arrivi per il funerale. Il ministero degli Interni si occupa della sicurezza con l’intelligence e le forze di polizia. Il dipartimento dei trasporti gestisce gli spostamenti. Alcune decisioni chiave sono state prese dalla Regina stessa.

D-Day+10. Il giorno del funerale, fissato per lunedì 19 settembre, celebrato dall’arcivescovo di Canterbury, è una giornata di lutto nazionale. Non è però  una giornata considerata festiva per il lavoro. Il funerale avviene alla Westminster Abbey. A mezzogiorno ci sono due minuti di silenzio in tutta la nazione. C’è una funzione anche alla Cappelle di St. George al castello di Windsor e qui, nella George VI Memorial Chapel, la regina viene sepolta. Il piano prevede come ultimo passaggio che il figlio Carlo lasci cadere una manciata di terra sulla bara da una coppa d’argento. 

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Un cerimoniale rigido e solenne per colei che è stata protagonista indiscussa degli ultimi, quasi, cento anni.

Elisabetta II ha saputo indossare con uno stile personalissimo la tradizionale maschera della regalità.

Non ha importanza essere o meno d’accordo con la sua politica, provare per lei simpatia o antipatia.

Tutti noi viventi l’8 settembre 2022 siamo stati testimoni di un evento di portata storica, la morte di una delle più grandi regine di tutti i tempi.

Nei secoli passati si componevano odi, poesie, poemi, per celebrare la vita e la morte dei grandi principi. A noi spettatori di questi anni, non resta che riportarne le vicende e salutare con il rispetto dovuto.

La regina è morta. Viva il re!

Her Majesty, stia sicura. Il nuovo re non batterà il suo record di longevità sul trono.

Buon cammino, Maestà.

Vale la pena ricordare che spesso sono i piccoli passi, non i salti da gigante, che determinano il cambiamento più duraturo

Elisabetta II

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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