I cinque giorni di Carnevale ovvero i giorni “grassi”

I cinque giorni di Carnevale ovvero i giorni “grassi”

Oggi, giovedì 16 febbraio è il primo giorno di 5 che concludono il Carnevale.

Eh sì, benché i bambini hanno iniziato già da un po’ a mascherarsi, le pasticcerie sono piene di frappe e castagnole, il carnevale vero e proprio si festeggia giovedì 16 febbraio (giovedì grasso), sabato 18 febbraio (sabato grasso) e per ultimo martedì 21 febbraio (martedì grasso).

E iniziamo con il raccontare il perché questi tre giorni si chiamano così.

Le giornate che portano alla conclusione del carnevale, vengono chiamate grasse, proprio perché il mercoledì successivo è il mercoledì delle ceneri. Ovvero, quello che per la religione cristiano cattolica, è il periodo della Quaresima. I quaranta giorni pre pasquali che prevedeva l’astinenza dal divertimento e dai cibi grassi.

L’ultimo giorno di Carnevale assume l’epiteto di “grasso” proprio perché consisteva nell’ultimo giorno in cui era permesso mangiare dalla Chiesa Cattolica.

La tradizione vuole, infatti, che in questa giornata, vengano consumati tutti i cibi più prelibati. Quelli rimasti in casa durante la festività del carnevale. Visto che poi durante la quaresima non potevano essere mangiati.

Le origini del martedì grasso, e quindi del Carnevale, sono antiche. Ed è facile intuire che nel tempo si sono sviluppate alcune differenze tra le regioni in Italia. Ad esempio, Milano segue il rito ambrosiano che prevede una durata leggermente superiore del Carnevale, questo perché, la Quaresima inizia la domenica successiva al mercoledì delle ceneri. E questo accade per un motivo ben preciso.

Secondo la leggenda, infatti, Sant’Ambrogio si trovava in viaggio lontano dalla città in quel periodo e per paura di non riuscire a far rientro in tempo per la liturgia del mercoledì delle ceneri, decise di posticipare la celebrazione.

In Italia sono molti i carnevali famosi ma senza dubbio il più famoso e importante è quello di Venezia.

Nel Carnevale di Venezia, ancora oggi il Martedì Grasso e il Giovedì Grasso, sono due date importanti fin dai tempi della Serenissima che Venezia continua ancora oggi, a 1600 anni dalla sua fondazione, a portare avanti come tradizione.

Ma il carnevale non è sentito solo da noi, ma molti Paesi europei hanno tradizioni lunghe e importanti.

In Germania, ad esempio, la vera festa è il lunedì prima del mercoledì delle ceneri, chiamato Rosenmontag, ovvero lunedì delle rose. In Svezia abbiamo Semladag.

Il nome viene da Semla, ovvero il dolce tipico che viene preparato per questo giorno, che è ripieno di crema alle mandorle e di panna.

La Francia, come capita spesso, si avvicina alle nostre usanze e anche loro hanno le Mardi gras, che però ha profondi legami con la festa medievale, la Fete des Fous, ovvero la Festa dei folli.

In occasione di questa ricorrenza, tutti possono vestirsi e comportarsi come vogliono e al termine della festa viene eletto il Papa dei folli.

Anche Victor Hugo cita questa festa nel romanzo Notre-Dame de Paris.

Nel Regno Unito, invece, il martedì grasso prende il nome di Shrove Tuesday, dal verbo to shrive “confessarsi, ottenere l’assoluzione”. Pensate che lo chiamano anche Pancake Day perché in questo giorno la tradizione vuole i pancake come alimento per eccellenza.

In Grecia invece, a loro dire, si sono ispirati al carnevale di Venezia che dura per 3 settimane. Anche qui è caratterizzato da balli in maschera e sfilate floreali.

In Danimarca il carnevale si chiama Fastelavn, ovvero “sera di digiuno”. Ed è considerata una festa dedicata ai più piccoli, con tanti giochi divertenti. La tradizione vede l’elezione del re dei gatti. Consiste nell’appendere tra due pali una piccola botte e dei ragazzi in costume e a cavallo cercano di colpirla con delle mazze. Chi riesce a romperla con un solo colpo vince il contenuto e il titolo di re dei gatti.

Oggi al suo interno sono presenti tanti dolci e caramelle, ma un tempo conteneva un gatto vivo, il simbolo del male da scacciare.

Per ultimo ci teniamo il carnevale più famoso al mondo, ovvero quello brasiliano. 

Il carnevale è una festa importata dai portoghesi nel 1723 e festeggiato con l’Entrudo.

In un secondo momento sono introdotte altre usanze più gradevoli, come ad esempio i limoes de cheiro, ovvero le ampolle di acqua profumata e i meravigliosi costumi dei ballerini di samba che rendono il Carnevale Brasiliano celebre in tutto il mondo.

Il carnevale, nonostante il tempo, rimane una delle feste più attese dell’anno. Probabilmente perché ancora porta con se la voglia di indossare una maschera e fare ciò che nella quotidianità non si riesce a fare.

Allora, ben venga il carnevale e le sue diverse usanze, purché mantenga sempre lo spirito goliardico e scherzoso che accompagna i pomeriggi delle feste da bambino.

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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