Vuoi vivere meglio? Diserta i Social!

Vuoi vivere meglio? Diserta i Social!

Disertare i Social: non c’è altra via per garantirsi un’esistenza sana.

Lo penso da anni anche se la totale certezza della bontà del mio ragionamento, l’ho avuta solo dopo aver letto l’ultimo pezzo di Elisabetta Mazzeo dedicato al cosiddetto “esercito dei selfie”. Questo immaginario gruppo di pericolosi intellettuali che passa la vita a cercare l’attenzione del vip di turno. E che ultimamente ha colpito anche durante la veglia funebre di Maurizio Costanzo: un paio di illuminati, infatti, fregandosene del momento e della situazione, ha chiesto una foto alla moglie Maria De Filippi. Come se alle loro spalle ci fosse un panorama qualsiasi e non il feretro del marito. Follie di un mondo, il nostro, che sembra ormai aver perso ogni tipo di contatto con la realtà. Nel quale quello che si posta conta molto di più di quello che si vive. Nel quale la propria importanza va di pari passo con la capacità di realizzare engagement.

Mi sorprende questa faccenda? No. Mi fa ribrezzo? Molto. Mi annoia? Soprattutto. Perché di questa enorme superficialità francamente non so più che farmene.

La verità è che non è la prima volta che ci troviamo a commentare episodi simili. Il caso “De Filippi-Costanzo” arriva dopo i selfie con il relitto della Costa Concordia, i video durante una violenza carnale, il bullismo in rete, specie tra i più giovani, spesso con conseguenze disastrose.

Faccio foto-ricordo in giorni da dimenticare cantava un giovane Fedez. Uno di quelli che ha avuto modo di assaporare il dolce e l’amaro del mondo Social. Uno di quelli che, ultimamente, ha dovuto rinunciare alla propria esposizione mediatica, dopo che la stessa gli ha causato evidenti problemi fisici: una balbuzie improvvisa e devastante che gli sta impedendo ogni uscita pubblica. Questo a conferma di come i Social non sia altro che un liceo in grande: un luogo in cui la popolarità conta più di ogni altra cosa. Un posto nel quale il più debole viene schiacciato senza pietà, se il gesto può portare consensi.

Stimo Elisabetta. Soprattutto apprezzo questa sua invidiabile capacità di provare a dare una spiegazione a tutto, anche a questa terribile deriva di valori e contenuti.

No, io non credo che queste siano manifestazioni di una società in cambiamento, in cui “l’io a tutti i costi” sta prendendo il sopravvento sul “noi”. Credo che ogni generazione ha il presente che si merita. Evidentemente a noi spettava questo.

E ci sta bene: non merita altro chi non sa quando nascondere il telefono e sfoderare un abbraccio. O anche solo un silenzio rispettoso.   

Gabriele Ziantoni #DisperatamenteMalinconico

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Gabriele Ziantoni

Giornalista per hobby, polemico per professione, speaker per necessità. Gabriele Ziantoni nasce a Marino, un piccolo paese in provincia di Roma, il 12 dicembre 1983. Solitario, testardo e vagamente intollerante, vive con una penna in mano e un foglio bianco davanti agli occhi fin da quando ne ha memoria. Dopo varie esperienze nel campo del giornalismo, soprattutto sportivo, dal 2011 affronta in maniera ondivaga il rapporto con il suo secondo amore dopo la scrittura: quello con la radio. Direttore Artistico di New Sound Level 90 FM, ha all’attivo tre libri: “Un secondo dopo l’altro” (L’Erudita, 2017), “Nonostante tutto” (L’Erudita, 2019) e “Rudi Voller. Il Tedesco Volante” (Perrone, 2020).

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