La morte di Manuel, una tragedia insopportabile

La morte di Manuel, una tragedia insopportabile

Una sfida mortale. Un evento che non dovrebbe mai accadere. Un dolore che nessuna famiglia dovrebbe mai sperimentare. La morte di Manuel, una tragedia insopportabile. Un duro colpo per la coscienza di tutti. Il richiamo a una riflessione necessaria. La perdita di un angelo a Roma.

Quando un bambino muore, il mondo perde una parte della sua innocenza. L’energia, la gioia e l’entusiasmo che solo i più piccoli riescono a portare con sé si spegne in un attimo. Lasciando un vuoto incolmabile. Il suono delle loro risate si trasforma in un silenzio irreversibile, un silenzio che grida il dolore e l’ingiustizia di una vita interrotta troppo presto.

Manuel

Scrivo queste poche righe con il cuore pesante e un profondo senso di tristezza, per raccontare l’incidente stradale avvenuto a Roma che ha portato via la vita di Manuel, a soli 5 anni.

Credo sia un dovere di chiunque si occupi di comunicazione far sentire la propria voce, per non lasciare che la vita spezzata di un bambino, a causa di una sfida social irresponsabile, resti senza eco mediatico. A qualsiasi livello.

Mi accorgo che la rabbia e lo sdegno non terminano. Anzi, dopo giorni dall’incidente analizzare la vicenda in ogni suo aspetto fa ancora più male.

Il coinvolgimento di un lussuoso Suv Lamborghini, con a bordo cinque ragazzi appartenenti al gruppo di YouTuber popolari, i TheBorderline, l’uso di cannabinoidi e le motivazioni dello schianto rendono inaccettabile il tutto. Ragazzi noti per le loro sfide, che spesso attraggono un vasto pubblico, ma che in questo caso hanno avuto conseguenze devastanti.

Cinque ventenni, una Lamborghini noleggiata e un telefonino per riprendere la folle corsa per una “challenge”. Stare al volante 50 ore alternandosi alla guida, prima uno e poi un altro e poi un altro ancora.

Comportamenti profondamente irresponsabili, che hanno mostrato un totale disprezzo per la vita umana. Mettendo in pericolo la vita degli stessi partecipanti, ma anche quella di chiunque fosse sulla loro strada in quella fatidica giornata.

E così è stato.

Sconcerto e indignazione per la giovane età di chi si è messo alla guida di un Suv. Per il clamore social che hanno continuato a registrare anche dopo l’evento tragico.

Soprattutto commozione e lacrime per la morte del piccolo Manuel.

Tutto si sistemerà

E lo sconcerto e l’indignazione crescono ulteriormente, di fronte alle parole pronunciate dai genitori degli youtuber/influencer coinvolti.

Come può sistemarsi qualcosa, come si sistema la morte di un bambino?

Comprendo che come genitori abbiano il compito di proteggere e prendersi cura dei loro figli. Tuttavia, il loro atteggiamento di indifferenza e mancanza di serietà e coscienza dimostra una grave negligenza, nel comprendere la portata del dolore e delle conseguenze della loro condotta.

E’ imperdonabile che si rifiutino di affrontare la realtà e di assumersi la responsabilità delle azioni dei loro figli.

La loro reazione superficiale, definendo l’intero incidente come una “bravata” e minimizzando le conseguenze tragiche, è assolutamente incredibile e profondamente sconvolgente.

La perdita di un bambino è un evento che non può essere né minimizzato né dimenticato.

Non esiste risoluzione possibile quando una vita innocente viene spezzata in un attimo.

E le parole dei genitori degli youtuber, che cercano di sminuire l’entità della tragedia sono un insulto alla memoria di Manuel e alla sofferenza della sua famiglia.

Della sua mamma e della sorellina, che erano con lui in macchina al momento dell’impatto mortale.

Del suo papà, che è arrivato sconvolto sul luogo dell’incidente.

Manuel

Mentre continuo a elaborare il lutto e cerco di trovare un senso a questa tragica perdita, abbraccio forte la famiglia di Manuel. Mi auguro che riescano a trovare la forza e il coraggio di affrontare questa terribile prova. E che la memoria del loro bambino possa ispirare un cambiamento significativo nella società, affinché disastri come questi non accadano mai più.

La perdita di Manuel rappresenta un dramma senza senso che poteva essere evitato. Nessun bambino dovrebbe mai essere vittima di comportamenti sconsiderati.

È fondamentale che si traggano lezioni da questa dolorosa esperienza.

È necessario un maggiore controllo e una regolamentazione più severa.

A casa, sulla strada e sui social.

Gli influencer e i creatori di contenuti devono assumersi la responsabilità di promuovere messaggi positivi e sicuri, educando i loro follower sui rischi e le conseguenze delle loro azioni.

Mettere in pericolo la vita degli altri per un po’ di notorietà o per cercare di fare tendenza è una deriva pericolosa che hanno preso i social. Ognuno di noi, nel suo piccolo o nel suo grande, ha il dovere di formare e guidare anche sul chi seguire e chi no.

In questo momento di lutto e dolore, i miei pensieri vanno alla famiglia di Manuel, che ha perso un angelo innocente a causa di una tragica negligenza.

Che la sua morte non sia vana e che sia un monito per tutti. Per riflettere e lavorare alla creazione di un mondo più sicuro, a misura di bambino.

#IrriducibilmenteLibera

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Sabrina Villa

Per Vasco “Cambiare il mondo è quasi impossibile -Si può cambiare solo se stessi - Sembra poco ma se ci riuscissi - Faresti la rivoluzione” . Ecco, in questo lungo periodo di quarantena, molti di noi hanno dovuto imparare nuovi modi, di stare in casa, di comunicare, di esternare i propri sentimenti. Cambiare noi stessi per modificare quello che ci circonda. Tutto si è fermato, in attesa del pronti via, per riallacciare i fili, lì dove si erano interrotti. I pensieri hanno corso liberamente a sogni e desideri, riflessioni e immagini e, con la mente libera, hanno elaborato anche nuovi modi di esternazione e rappresentazione dell’attualità. Questa è la mia rubrica e io sono Sabrina Villa. Nata a Roma e innamorata della mia città. Sono un'eclettica per definizione: architettura, pittura, teatro, cucina, sport, calcio, libri. Mi appassiona tutto. E' stato così anche nel giornalismo, non c'è ambito che non abbia toccato. Ogni settore ha la sua attrattiva. Mi sono cimentata in tv, radio, carta stampata. Oggi, come al solito, mi occupo di tante cose insieme: eventi, comunicazione, organizzazione. La mente è sempre in un irriducibile movimento.

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