La mia quarantena milanese

La mia quarantena milanese

La mia quarantena è iniziata in modo strano. Mi sono ritrovata lunedì 9 marzo a riporre la mia bicicletta rossa nella rastrelliera in cortile e a salire a casa per sistemare il portatile dell’ufficio e una scatola piena degli oggetti che avevo sulla scrivania. Piantina grassa inclusa. Sembrava una scena da film americano. Ci ho messo qualche giorno a fare i conti con la realtà: iniziava la mia quarantena in una casetta di 35 mq a Milano. In quella stessa Milano da cui spesso mi piace scappare ma da cui poi, alla fine, torno sempre.

Continuavo a lavoricchiare, a scrivere nuovi contenuti per il mio blog e a tenermi impegnata. Ginnastica, cucina e pulizie sempre all’ordine del giorno. Cercavo di tenere lontani i pensieri per i miei cari distanti ma non era, e non è tutt’ora, facile. Le tante notizie al telegiornale e quelle per telefono non rassicuravano di certo. Colleghi ammalati, nonni di amici venuti a mancare, realtà dure da affrontare. Pensavo a mia mamma che lavora in pneumologia con pazienti Covid, a mio papà, fotografo nell’ufficio stampa di un altro ospedale, e a mia nonna di 95 anni. A lei sembra di essere tornati in guerra. “Quando torni? – mi chiede ogni volta che la chiamo – qua non mi viè più a trovare nessuno!

A spazzare via qualche pensiero però, oltre al mio ragazzo che vive fortunatamente con me in questi pochi metri quadri, ci hanno pensato i nostri vicini di casa. Ci siamo trasferiti in questo condominio a luglio e non conoscevamo ancora i vari abitanti del palazzo. L’occasione di incontrarci ce l’ha fornita Salvatore, un siciliano 28enne di adozione milanese che fa il musicista. Un pomeriggio di metà marzo ha sistemato la sua tastiera sul ballatoio di fronte alle nostre finestre e ha cominciato a cantare. Da quel momento l’appuntamento delle 18.00 è diventato fisso tra noi vicini. Ci siamo conosciuti, fatti compagnia con le dovute distanze, scambiati ricette, pensieri, risate e solidarietà. Ho finalmente scoperto che Milano mi può dare qualcosa di immenso, che certo non potrà colmare e equiparare le amicizie strette a scuola e consolidate negli anni, ma ha un grande potenziale.

Questa quarantena mi è servita per capire tante cose. Mi sono finalmente distaccata dalla solita routine che t’impone questa città: casa-lavoro e lavoro-casa. Ho scoperto che dietro un saluto frettoloso e un po’ freddo di un’ordinaria mattina si nascondono in realtà persone come me, socievoli e aperte. Ho ritrovato l’amore per la chitarra, l’ho presa di nuovo in mano dopo 15 anni.

Mi sono iscritta a un corso online di Graphic-Design, ho cucinato come se ogni sera avessimo avuto a tavola una decina di ospiti, ho scritto, buttato giù idee, cercando di migliorarmi sempre. Ho festeggiato compleanni e risentito persone che non contattavo da molto, ho firmato un contratto a tempo indeterminato, ho disdetto voli, alberghi, aerei ma mi sono ripromessa di prenotarne il doppio, appena possibile.

Giulia Di Giovanni

www.messaafuoco.com

distantimaunite

Magazine digitale di intrattenimento. #unpezzoallavolta selezioniamo storie e interviste per raccontarvi il mondo, a modo nostro. "Non chiederci perché siamo uguali, scopri perché siamo diverse".

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