Papà di una figlia femmina

Il padre di una figlia femmina è raffigurato come il principe azzurro per eccellenza. Fino a quando sono diventata mamma non avevo mai pensato a questo rapporto se non a quello con mio padre.

Daniele, padre di tre figlie femmine, una moglie e due nipotine, sei donne in casa e lui unica quota azzurra, sempre presente per ognuna e con la capacità di trattare tutte come le sue principesse. Dote innata di padre e nonno, ancor più che marito.

Sposando l’uomo che amo e diventando mamma di una bimba ho scritto una nuova favola, questa volta i protagonisti sono mio marito e mia figlia.

Ricordo ancora l’anno scorso quando alla morfologica ci confermarono che alla nascita il fiocco del nostro bimbo sarebbe stato rosa. Ripenso alla felicità di mio marito mista alla paura, c’era qualcosa che si sentiva sfuggire dalle mani, qualcosa che non poteva più controllare…stava per diventare un papà di una figlia femmina, tutto qui.

Ero pronta a farmi spodestare dal trono di regina del suo cuore da quell’esserino che avrebbe sconvolto le nostre vite e, guardando quella reazione, forse un po’ più la sua.

La formazione di padre già stava facendo il suo corso, girava per casa e mi assicurava di come avrebbe fatto con lei, dalle uscite adolescenziali, al primo fidanzatino che non avrebbe avuto vita facile; in poche ore aveva già istituito direttive ferree su come gestirla, educarla… regole impossibili anche solo da ripetere e io annuivo a tutto non riuscendo ad esser seria, quante risate.

Come mio marito immagino ogni uomo e quel desiderio di essere un buon padre che si mescola alla paura di non esserlo e di proteggerla forse proprio da quelli come lui, la si immagina indifesa anche a quarant’anni e sarà per sempre la propria bambina.

Dall’immaginazione alla realtà trascorrono solo nove mesi e tua figlia ce l’hai nelle braccia, ahimè solo per qualche anno ma nel cuore per sempre.

Mi è bastato guardare mio marito come ama mia figlia per rivivere quel rapporto di ammirazione e senso di protezione che solo le braccia di un padre sanno dare, quelle mani forti che… “Sta mano pò esse fero e pò esse piuma” diventa reale, citando Mario Brega in “Bianco, Rosso e Verdone”.

Un padre è questo, mani pronto all’uso che diventano ferro per difendere e piuma per accarezzare e poi chissà che vorrebbero diventare quelle mani quando devono cambiare un pannolino.

Uomini che iniziano spavaldi, pensando cosa farà mai un “culetto” di un bimbo così piccolo per poi gustarti il finale a sorpresa, non è da tutti gli uomini riuscirci, non tutti sono pronti alla continua evoluzione di un bimbo che dal latte passa allo svezzamento, al cambio di colori, cromaticità e odori che solo un bravo papà sa superare. Un percorso ad ostacoli sempre più ardui.

Basta qualche mese e delle regole stabilite in gravidanza non ce n’è più il ricordo, anche i capricci si cancellano con quegli occhietti e quel sorriso, i papà si sciolgono come neve al sole.

Non c’è una ricetta per essere un bravo padre, nella confezione del trio, passeggino, ovetto e porta enfant non c’è nessuna istruzione che possa insegnare nulla, o si è pronti o non lo si è ad iniziare un percorso che sa di nascita, perché oltre ad un bambino nasce sempre una mamma dicono, e se nasce una principessa lì pronto ci sarà il suo principe azzurro… per la vita, il suo papà.

Emanuela Impieri

Mi chiamo Emanuela Impieri, sono nata a Roma 34 anni fa. In passato, la mia timidezza mi ha portato a guardare il mondo senza essere guardata, nascosta dietro la macchina da presa, la mia più grande passione. Ho curato la regia e scritto la sceneggiatura di vari cortometraggi per poi approdare alla tv locale romana, prima a "canale 10" poi per undici anni nel reparto tecnico di Retesole essendone anche la responsabile, per arrivare a collaborare con le tv nazionali. Sono stata docente di dieci Master in Giornalismo Radiotelevisivo per Eidos Communication. Mi piace lavorare e far la differenza proprio in quei settori in cui le quote rosa sono latitanti. Ho cambiato tutto per questo lavoro, città, amici, un’intera vita, finché un matrimonio e una bimba hanno rimescolato le carte per rinnovare tutto di nuovo. Per loro mi diletto a “mettere a fuoco” la mia vita sull’altra passione; cucinare, prima che per gli altri diventasse una moda. Perchè “Cucinare è come Amare o ci si abbandona o si rinuncia”. Il mio stile di vita.

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