Dieci anni e cuore che batte forte? E’ arrivato il primo amore!

Dieci anni e cuore che batte forte? E’ arrivato il primo amore!

L’estate porta sempre un sacco di belle sensazioni. Magari infondate e illusorie, però la amiamo lo stesso per il modo in cui ci fa sentire. Basta respirare quella brezza marina o assaporare quelle fritture di calamari per sentirsi in pace con il mondo. Sappiamo che dura poco, ma l’aria d’estate ci fa provare un senso di libertà che ci fa credere che tutto sia possibile, anche che il Covid stia sparendo da solo… Pardon, questa era una digressione fuori tema.

Dicevo, l’estate porta con sè un bagaglio di forti emozioni, ma tra queste la più bella è decisamente l’innamoramento. In particolare il primo innamoramento, quello che arriva all’improvviso mentre siamo intenti a fare la pista delle biglie in spiaggia o a farci fare le treccine ai capelli sotto l’ombrellone mentre scrutiamo l’orizzonte e ci chiediamo come sarà andare in prima media. Quello che arriva a dieci anni, per intenderci.

L’amore a dieci anni

Fino a quel momento non sapevamo cosa fosse la tachicardia, le mani sudate, la salivazione azzerata. Poi, ad un certo punto, una strana sensazione di mal di stomaco sia in presenza di quella persona, sia in assenza. Un assedio, insomma, mentale e fisico, ma un assedio piacevole.

Questo è l’amore a dieci anni, quello che arriva per la prima volta a sconvolgerti l’esistenza, ma allo stesso tempo a renderla più interessante, più ricca. Un sentimento nuovo, a cui non si saprebbe dare un nome se non fosse per i genitori che spiegano cosa sta accadendo ai piccoli fidanzatini.

Ma i genitori come la vivono?

Il primo amore per un bambino è una prima volta anche per i suoi genitori. Il dubbio su come far vivere quel sentimento ai figli è forte, anche se tendenzialmente sembrano tutti “yeah”. Realizzare che il proprio cucciolo o la propria cucciola provino qualcosa di così grande per qualcun altro che non siano loro può provocare un innato senso di gelosia. Ma non solo. Rendersi conto che i figli siano già in grado di provare Quel sentimento mette di fronte al tempo che passa inesorabile e all’avvicinarsi del momento del distacco.

Ma la vita va, inutile opporsi. Piuttosto, come fanno in molti, affiancare i bambini in questa nuova esperienza, senza ridicolizzarli nè soffocarli di apprensioni, ma lasciare loro lo spazio di cui hanno bisogno, può essere la strada giusta per vivere indirettamente questa prima volta.

Ti ricorderò per tutta la vita.

La parte più dolorosa di questa bella faccenda è ovviamente la fine dell’estate, che già di per sè mette un po’ di angoscia, ma se la si unisce alla fine della prima storia d’amore diventa un trauma che solo l’arrivo del Natale può iniziare a lenire.

L’ultimo giorno di vacanza arriva sempre prima o poi. I due piccoli innamorati, dopo lunghe camminate sul bagnasciuga avanti e indietro rimanendo sempre a vista, dopo ore di youtube sul cellulare e applicazioni varie per creare avatar e fargli vivere una storia d’amore pure a loro, sono costretti a dirsi addio. Non sapranno se si rivedranno davvero, ma si promettono di scriversi, mandarsi le foto, fare le videochiamate, tornare l’anno prossimo in quello stesso villaggio e altre promesse fatte col cuore.

I due non si chiedono quanto durerà la loro storia, non hanno paura di essere feriti, non hanno dubbi a fidarsi l’uno dell’altra. Loro, in quel lungo abbraccio di addio, in quel momento, sono sicuri che quel sentimento sarà eterno.

Ecco questo è il primo amore. A dieci anni, in vacanza al mare.

Puro, semplice, incontaminato.

E chissà che in fondo non sia anche quello vero.

Martina Vassallo

Una passione, quella per la Comunicazione, e tanti strumenti diversi per attuarla. Dal giornalismo alla fotografia, passando per uffici stampa, videomaking e scrittura. Dopo la Laurea, la tessera da Pubblicista e gli anni da cronista, ho girato cortometraggi, spot e documentari. Per non farmi mancare niente, ho anche aperto un'attività nel wedding. In questo blog uso le mie esperienze per parlare di vita, sentimenti e ricerca interiore. Riflessiva, sì. Ma sempre con un pizzico di allegria, perchè per affrontare le profondità è meglio viaggiare leggeri.

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