Donne e lavoro: il disastro post Covid

Donne e lavoro: il disastro post Covid

Il rapporto tra donne e lavoro in Italia non è mai stato roseo. Diciamolo apertamente: è sempre più difficile trovare un lavoro adatto agli studi fatti, alle necessità. E’ sempre più difficile fare le equilibriste tra lavoro e famiglia mentre risulta sempre più facile che una donna alla fine molli (il lavoro) per stare a casa (coi figli). Il Covid, le quarantene, i confinamenti non hanno aiutato. E il ruolo della donna si è sempre più definito come “casalingo”.

Va male per le giovani donne senza figli. Va peggio per le madri.

I dati delle ultime ricerche Eurostat ci dicono che in Italia nella fascia delle 20-34enni il 35% è Neet, ovvero non studiano e non lavorano, tendenzialmente non tanto per scelta, quanto per il desolante scenario che sta loro attornoQuindi non è solo un discorso di opportunità ma di sfiducia totale. E se per gli uomini il tasso di Neet tende a scendere con il passare degli anni, per le donne é esattamente l’opposto. Non parliamo poi quando la donna lavoratrice diventa madre: apriti cielo! Alla fine, pur essendo impavide equilibriste, ci si ritrova a rinunciare alla carriera per occuparsi della famiglia. E se qualcuna aveva ancora dei dubbi o resisteva stoicamente, la pandemia ha dato la mazzata finale.

Tanto per capirci, nel 2020, nella Fase 2 della ripartenza (ovvero quella venuta immediatamente dopo il primo lockdown totale), sono tornati al lavoro più di 4 milioni di cittadini, il 72% dei quali uomini. Sempre nel 2020, Eurostat ha dimostrato come un’ italiana su due preferiva un congedo di maternità migliore, piuttosto che un aumento di stipendio. E infatti, gli ultimi dati Eurostat ci mostrano come le madri lavoratrici siano state le prime vittime sacrificali post Covid, con un tasso di disoccupazione che ci vede tragicamente primi in Europa. Nessuno peggio di noi, che abbiamo solo il 57,3% di donne con figli che hanno anche un’occupazione.

Quante donne hanno avuto possibilità di scelta?

Dietro l’Italia con questo triste primato, ci sono Grecia e Spagna, con percentuali di madri che lavorano migliori: 61,3% la prima, 66,2% la seconda. Il rapporto evidenzia anche un curioso paradosso: se le mamme appaiono lavorativamente danneggiate dalla nascita dei figli, gli uomini sembrano beneficiarne. Le madri lavoratrici in Europa sono il 72,2%, contro il 76,8% di chi non ha bambini. Mentre risultano occupati il 90% di uomini con figli, contro l’80,9% di chi non ne ha.

Gli uomini avvantaggiati

Buttando uno sguardo all’estero, le quote più alte di madri occupate, invece, si trovano, in Slovenia, con l’86,2 per cento, in Svezia, con l’83,5, e nei Paesi Bassi, con l’80,7 per cento. Per i papà i luoghi migliori dove lavorare nell’Unione Europea sono la Repubblica Ceca (96,5 per cento), Malta (95,7 per cento) e ancora la Slovenia (95 per cento). Il rapporto evidenzia anche un curioso paradosso: se le donne sono danneggiate relativamente dalla nascita dei figli, gli uomini sembrano beneficiarneLe lavoratrici mamme sono il 72,2 per cento contro il 76,8 di chi non ha bambini, mentre risultano occupati il 90 per cento di uomini con figli contro l’80,9 di chi non ne ha.

Donne senza figli occupate in leggero aumento

In questo scenario di numeri disastrosi, l’unico miglioramento che rimane comunque sotto la media europea, arriva dalle donne single senza figli che sono passate dal 66% del 2015 al 69% di oggi. Ma la pandemia ha portato anche nuove (o vecchie, dipende dai punti di vista) conoscenze e forse soluzioni più snelle ( quella famosa elasticità che tante donne, madri e lavoratrici chiedono da tempo): lo smart working.

Una recente ricerca ha infatti mostrato che le mamme hanno il 32% in meno di probabilità di lasciare il lavoro se possono lavorare da remoto. L’organizzazione no profit Catalyst, che si concentra sulla creazione di luoghi di lavoro equi per le donne, ha rilevato che la possibilità di lavorare a distanza potrebbe essere la chiave per mantenere più donne sul posto di lavoro. Quindi, il tanto bistrattato smart working o telelavoro che sia, potrebbe diventare ora, grazie alla pandemia, lo strumento che permetterà alle donne di mantenere il posto di lavoro e gestire la famiglia.

Sarebbe bello però che in questo nuovo scenario rientrassero anche gli uomini. Perché in tempi difficili come questi, imparare a fare gli equilibristi é una voce in più da giocarsi nel curriculum. Uomini, pensateci!

#ostinatamenteEclettica

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Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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