“Inventing Anna”, storia di donne e di una truffa mancata

“Inventing Anna”, storia di donne e di una truffa mancata

Tratto da una storia vera, tranne che per le parti completamente inventate. In effetti, la storia di Anna Delvey è una storia vera. Ad inventare le parti è stata Shonda Rimes, regina incontrastata delle serie tv statunitensi. “Inventig Anna”, in onda su Netflix, è un prodotto eccellente, se vi piacciono le serie con personaggi forti e storie intriganti.

La serie segue gli eventi che hanno portato Anna Sorokin ad essere condannata per molteplici accuse di furto, pur prendendosi alcune libertà artistiche per raccontare la storia nel miglior modo possibile. Ma partiamo dalla storia vera.

“Forse aveva così tanti soldi che ne ha perso le tracce”

Tutto inizia da un articolo del New York Times, scritto dalla giornalista Jessica Pressler, (qui trovate l’articolo originale), in cui si racconta la storia della Delvey, condannata poi per frode. Una vicenda che ha dell’incredibile: Delvey, il cui vero nome è Anna Sorokin, dalla Russia è arrivata fino in America, riuscendo a costruire il personaggio di una giovane ereditiera decisa a realizzare una fondazione che portasse il suo nome e che fosse a capo di un prestigioso club di New York. Per farlo, tramite contatti, feste esclusive ed un’incredibile capacità di persuasione, ha ottenuto finanziamenti pari a centinaia di migliaia di dollari, fino a quando il suo sistema non è stato scoperto.

In pratica, Anna Delvey viveva dei soldi degli altri. Cene esclusive, feste, una vita passata negli alberghi più lussuosi di New York. Tutto senza pagare un centesimo!

Una truffatrice abilissima che ha messo nel sacco gente che mai avrebbe sospettato di poter essere circuita in maniera così semplice, un personaggio disprezzabile e allo stesso tempo fragile, che mai si fa cogliere nel sacco. Tranne alla fine.

La vera vita di Anna Delvey

La parte che più ha calamitato la mia attenzione, è come una ragazzina senza esperienza sia riuscita a sfruttare gli sfruttatori, crearsi una finta identità e passo dopo passo entrare sempre più in profondità nelle maglie del tessuto sociale dell’alta finanza di NY. Anna è arrivata ad un passo dal chiudere il colpo perfetto, con una storia che fondamentalmente è così improbabile da fare il giro e diventare interessante.

L’articolo è uscito nel maggio del 2018 quando Anna sta per andare a processo per frode. Anna Delvey\ Anna Sorokin, sostiene di non essere una truffatrice ed ecco quindi che la sua storia si interseca con quella di Vivian, una giornalista che scopre questa piccola vicenda e decide di farla sua per uscire dall’ombra di un errore passato, cercando di capire qual è la realtà su questa ragazzina. Ed è attraverso il lavoro di Vivian ( che interpreta la giornalista Jessica Pressler) che lo spettatore vive questo percorso verso la verità, in una via che cerca il più possibile di rimanere in equilibrio sull’improbabile ambiguità degli eventi, sfruttando questo sottile filo per tenere lo spettatore davanti allo schermo. In effetti, quello che non si riesce a capire fino in fondo è chi sia veramente Anna.

“Inventig Anna” è una storia di donne

Ma la verità è che Anna è realmente così. Fredda, distaccata ma allo stesso tempo attira tenerezza.

La vera Anna Soronik

“Inveting Anna” è anche e soprattutto una storia di donne. Anna, all’inizio, fatica ad essere presa sul serio perché giovane e donna. Ciò che la fa andare avanti nella sua frode è la nomea di ereditiera russa. E poi c’è Vivian, la giornalista che racconta la storia: prima di buttarsi a capofitto in questa vicenda, era stata declassata a causa di una fonte che aveva sbugiardato una sua inchiesta. Riabilita il suo nome grazie alla storia di Anna, ma che fatica farsi ascoltare! Convincere i capi, tutti uomini, che si, quella è la strada giusta da seguire.

Posso dire che alla fine ho fatto il tifo per Anna. E per Vivian. Che alla fine ne esce riabilitata ma si affeziona anche ad Anna che vuole realmente comprendere. Vero che quello che ha fatto Anna Delvey è illegale, ma che soddisfazione nei confronti dell’universo maschile e delle finte amiche se ci fosse veramente riuscita!

#ostinatamenteEclettica

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Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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