I pirati dell’editoria quanto ci costano? Ecco l’ultima ricerca IPSOS.

Durante la pandemia è cresciuto in Italia il fenomeno della pirateria di libri a stampa, ebook e audiolibri. A descrivere questa situazione è la seconda ricerca commissionata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) all’istituto di ricerca Ipsos dal titolo “La pirateria nel mondo del libro – edizione 2021”, presentata durante un incontro organizzato da Gli Editori lo scorso 29 marzo.
La ricerca IPSOS per AIE è stata svolta a ottobre del 2021 su un campione di 4.000 interviste così suddivise: 2700 casi rappresentativi per genere, età, area geografica, ampiezza centro, professione e titolo di studio, 706 studenti universitari rappresentativi per genere, età e area geografica e 720 liberi professionisti rappresentativi per area geografica.
Per l’editoria i libri piratati costano 771 milioni di mancato fatturato per l’editoria e la perdita di 5.400 posti di lavoro.

Lascia alquanto stupefatti che il fenomeno coinvolga il 35% dei giovani sopra i 15 anni, il 56% dei professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri) e l’81% degli studenti universitari. Categorie queste ultime che dovrebbero avere un livello culturale e di istruzione maggiore, nonché essere più consapevoli del danno economico che si arreca al settore specifico, ma anche a quelli collegati, come la logistica per esempio.

Ad approfondire la descrizione della ricerca è proprio il Presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, che mette in evidenza come gli italiani, sopra i 15 anni risultano essere consapevoli che la pirateria su libri, ebook è una azione illegale, ma probabilmente è percepita poco la possibilità di essere sanzionati.
Il 23% (circa 1 su 5) ha scaricato illegalmente libri digitali o audiolibri e il 17% li ha ricevuti da amici e familiari, il 7% ha ricevuto da amici e familiari libri fotocopiati, il 6% ha utilizzato chiavi di accesso non sue per accedere a ebook e audiolibri in abbonamento, il 5% ha acquistato libri fotocopiati.
“La pirateria colpisce tutte le industrie creative italiane – editoria libraria e periodica, tv, cinema, musica – e laddove si sono avviate efficaci campagne di contrasto, come sugli abbonamenti alle tv a pagamento, i risultati iniziano a farsi vedere. Le persone ne devono essere coscienti, e consapevoli che possono essere chiamate a rispondere per gli atti illeciti che compiono: su questo serve l’impegno delle Istituzioni”.
presidente di AIE Ricardo Franco Levi
Ad essere danneggiati sono tutti i settori del mondo editoriale: le vendite perse nel settore della varia (fiction e saggistica) sono pari a 36 milioni di copie l’anno (stampa e digitale), per un mancato fatturato di 423 milioni di euro. Le copie (stampa e digitale) perse nel settore universitario sono 6 milioni, pari a un fatturato di 230 milioni di euro; quelle nel settore professionale – libri a stampa, digitali e banche dati – sono pari a 2,8 milioni di copie, con una perdita a valore di 118 milioni di euro.
“L’evoluzione economica e tecnologica rappresenta oggi la sfida più complessa per le autorità impegnate a contrastare il fenomeno. È necessario continuare a garantire un costante presidio a tutela della libertà d’informazione e del prodotto editoriale, da estendere in tutte le direzioni possibili. L’industria culturale, e in essa il diritto d’autore, produce crescita economica e ricchezza: la sfida dei nostri tempi è quella di fare in modo che tali benefici siano equamente distribuiti lungo tutta la filiera dei soggetti che ne contribuiscono alla produzione.
presidente fieg andrea riffeser monti