Cammini: la Via di Francesco

Cammini: la Via di Francesco

Tra i cammini e i pellegrinaggi più conosciuti, La Via di Francesco è sicuramente quella più famosa in Italia. Un viaggio a piedi da La Verna ad Assisi, ossia il Cammino Nord, o da S. Pietro (Roma) ad Assisi, il Cammino Sud. I più allenati (e quelli che hanno più tempo) riescono anche a raggiungere la Basilica di San Pietro dal monastero di La Verna.

La Via di Francesco, anche conosciuta come Cammino di San Francesco, è un pellegrinaggio che attraversa tre tra le più belle e verdi regioni d’Italia: la Toscana, l’Umbria e il Lazio. 

È un pellegrinaggio diverso da quello di Santiago o la Via Francigena, poiché è stato tracciato recentemente con lo scopo di portare gli amanti dei cammini nei luoghi cari al frate di Assisi. Gli stessi percorsi in cui si spogliò di tutto, dove predicò e dove la sua memoria è tutt’oggi ancora forte e presente nella quotidianità di chi ci vive.

Informazioni generali del Cammino Nord

Partenza: La Verna
Arrivo: Assisi
Lunghezza: 189 km
Difficoltà: escursionistico
Tappe: 8

L’ho fatto in prima persona ed è stato il mio primo cammino.
Sono partita con una mia amica con cui ho vissuto l’esperienza degli scout per quindici anni: anche per lei è stato il primo cammino e siamo partite con l’idea di essere completamente autosufficienti, quindi ognuna di noi aveva cibo, acqua, la propria tenda, ecc. Solo il fornellino e la sacca per la doccia erano in comune. Per questo, avevamo circa 20 kg addosso, che piano piano diminuivano, ovviamente. Questo ci ha permesso di risparmiare economicamente non dormendo in strutture a pagamento e non andando a mangiare in ristoranti (sappiate, però, che la birra a fine tappa è d’obbligo!)
Se invece avete intenzione di dormire in strutture e mangiare in ristoranti, la spesa sarà per voi più alta, ma indubbiamente lo zaino non andrà oltre gli 8-10 kg.

Raccomandazioni: per esperienza diretta, per affrontare questo cammino, bisogna essere allenati perché vi aspettano molti saliscendi e la maggior parte è parecchio ripida. Inoltre, vi consiglio vivamente di portarvi almeno 3 litri di acqua, specialmente in estate perché lungo il cammino non c’è acqua o perlomeno non è frequente trovarla.

La prima metà del viaggio

Siamo partite da La Verna, tappa obbligatoria a prescindere se siete religiosi o meno. Io, che non lo sono, ho comunque assaporato le energie positive che la natura e il luogo sprigionano e se il vostro habitat naturale è la natura, saprete di cosa parlo.

La tappa successiva è Pieve Santo Stefano, detta anche “La Città del Diario”. Purtroppo arrivando tardi, il Museo Del Diario era chiuso, ma – parliamoci chiaro -, chi è abituato a dormire in tenda sa quanto è prioritario trovare un luogo adatto per accendere un fuoco e soprattutto per farsi una doccia.

Da Pieve Santo Stefano si arriva a Sansepolcro dove abbiamo incontrato un gentilissimo signore che ci ha offerto dei crostini fatti proprio lì e dove ha sede anche l’azienda che li produce. È sicuramente una delle tappe più belle dal punto di vista paesaggistico: piena di boschi e di profumi naturali!

La quarta tappa è Citerna. Cambiamo regione dalla Toscana al polmone dell’Italia: l’Umbria! Confesso di avere un debole per questa regione, come ho un debole nei confronti del Trentino-Alto Adige perché composto solo da valli e montagne. È un cammino di circa 4 ore, quindi si può utilizzare gran parte del tempo per rilassare le gambe e visitare la cittadina.

Per gli amanti dell’Umbria come me, sicuramente conosceranno la tappa successiva: Città di Castello! Borgo caratteristico e molto conosciuto, lo si raggiunge dopo una vista panoramica a 180° sulla Valle del Tevere e sul paesaggio umbro, disegnato da colline, paesi di pendio, boschi e chiese. Qui abbiamo trovato alloggio in un monastero abitato da cinque monaci che ci hanno accolte a braccia aperte. È stata la prima volta che abbiamo avuto acqua corrente e comodi materassi su cui dormire (le tende non si sono offese per non essere state usate!). Non li ringrazieremo mai abbastanza.  

La seconda metà del viaggio

Il cammino è a metà! Arrivare a Pietralunga è stata dura perché sebbene lo zaino si alleggeriva, le gambe cominciavano a lamentarsi (una tappa di ben 31 km). Tuttavia abbiamo conosciuto due ragazze con cui abbiamo passato del tempo e il cammino è stato meno faticoso. Sicuramente vanno sfruttate le soste, altrimenti c’è la possibilità di tappe intermedie. Consiglio spassionato!

Arriviamo a Gubbio finalmente! E l’essere scout e portare il fazzolettone al collo per tutto il viaggio ci ha aiutate a trovare alloggio anche qui. Abbiamo soggiornato da Giorgia, una scout del gruppo Gubbio 2 di cui avevamo i contatti. Per questo ci siamo fermate al borgo di Don Matteo per due giorni, ne avevamo proprio bisogno!
Su Gubbio c’è poco da dire, è un borgo delizioso, tutto da visitare e da amare!

Da Valfabbrica si cominciano a vedere le guglie di Assisi e vi assicuro che l’emozione è indescrivibile. Questa tappa che ci divide dalla destinazione è piuttosto ardua per via della lunghezza (e in più era pieno agosto).
Ricordo che all’improvviso scorgemmo l’altura dove erano appollaiati il Convento e la Basilica di San Francesco. Questo è uno dei momenti più belli del cammino, che fa presagire la gioia dell’arrivo. 

Infine, Assisi!

Siamo arrivate a destinazione. La splendida Assisi dalle mura di pietra bianche. Il dislivello si fa sentire solo una volta arrivate ai piedi della Foresta del Fai (alla quale, ammetto, abbiamo lanciato qualche maledizione). La guida diceva che l’ingresso nella Foresta avveniva dopo una offerta libera, ma non abbiamo pagato poiché era festivo: era il 15 agosto.
Una volta in basilica, abbiamo ricevuto la pergamena che attestava la riuscita del cammino grazie ai vari timbri messi sulle nostre credenziali. Una luuuunga sorsata d’acqua e poi.. beh, e poi ci siamo riposate!

Resoconto

Sicuramente un cammino impegnativo, con poca acqua trovata lungo il percorso. Non è da fare nei mesi più caldi, ma in primavera o autunno (anche se la pioggia può rendere pericolosi alcuni tratti).
Eppure, la soddisfazione di completare le tappe, i panorami boschivi e il poter contare solo su se stessi, sul proprio zaino e sulla propria tenda, hanno reso questa esperienza indimenticabile.

Al prossimo cammino!

#FastidiosamentePaziente

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Federica Fiordalice

Classe 1994, da sempre il suo sogno nel cassetto è scrivere libri e vivere grazie ad essi. A furia di stare con la testa tra le pagine, è finita su DmU per scrivere e provare a imitare i tanti autori che legge. Al momento ancora non ha scritto alcuna pagina, ma gli scaffali di casa sua continuano ad accumulare libri in attesa di essere letti. Scout per la vita, tra le sue passioni troviamo la corrispondenza cartacea, collezionare cartoline da tutto il mondo e la sua bignè a quattro zampe di nome Wendy. Figlia di Tosca Tassorosso e Durin, capostipite dei Nani tra le file di Tolkien. Dolce, paziente, un po’ stacanovista (a giuste dosi), perfezionista (q.b.). Maneggiare con cura: potrebbe rifilarti freddure di punto in bianco come strategia di difesa.

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