Porto Flavia: il miracolo ingegneristico nascosto

Porto Flavia: il miracolo ingegneristico nascosto

Nascosto tra le maestose scogliere della costa sud-occidentale della Sardegna, si trova un capolavoro ingegneristico poco conosciuto ma di grande importanza storica ed estetica: Porto Flavia. Questo affascinante sito industriale, situato nei pressi di Bugerru, una minuscola cittadina che si affaccia sullo splendido mare della costa sud – ovest della Sardegna, è stato un tempo un importante centro minerario per l’estrazione e il trasporto del carbone. Oggi, il sito attira turisti e appassionati di storia per la sua unicità e per il ruolo che ha avuto nell’industria mineraria sarda del passato.

Una storia futuristica

La costruzione di Porto Flavia iniziò nel 1922 per volontà dell’ingegnere Cesare Vecelli, con l’obiettivo di semplificare il trasporto del carbone estratto dalle miniere della zona. Fino ad allora, il carbone veniva trasportato a dorso di muli lungo un percorso accidentato e pericoloso, che richiedeva un notevole dispendio di tempo ed energie.

Entrata Porto Flavia

L’ingegnere Vecelli ebbe l’idea audace di costruire un sistema di trasporto del carbone che sfruttasse l’accesso diretto al mare offerto dalle scogliere. Fu così che nacque Porto Flavia, un complesso sistema di gallerie, scivoli e cisterne scavati direttamente nella roccia. Il nome “Flavia” fu scelto in onore della figlia di Vecelli. Il funzionamento di Porto Flavia era stupefacente nella sua semplicità ed efficienza. Il carbone estratto dalle miniere veniva caricato su carri e portato fino al vertice della scogliera. Qui, una serie di scivoli e cisterne trasferiva il carbone direttamente sulle navi ancorate nel mare sottostante. Questo sistema di carico consentiva di evitare operazioni di trasbordo e spediva il carbone direttamente ai mercati internazionali.

Uno dei momenti più impressionanti di questo processo era l’inclinazione delle cisterne, che consentiva loro di versare il carbone sulle navi sottostanti senza bisogno di sforzi umani. Questa innovativa soluzione ingegneristica rese Porto Flavia un’opera d’arte tecnologica e un’importante tappa nello sviluppo dell’industria mineraria della Sardegna.

Porto Flavia, una vita breve

Con il passare degli anni e l’esaurirsi delle risorse minerarie, l’attività di Porto Flavia cessò nel 1991. Il sito cadde lentamente nell’oblio, lasciato alla mercé del tempo e dell’erosione naturale. Tuttavia, negli ultimi anni, il valore storico e architettonico del sito è stato rivalutato, e il sito è stato restaurato e aperto al pubblico.

Visitarlo è una vera scoperta. Attraverso un percorso guidato è possibile visitare le gallerie scavate nella roccia e immaginare il ritmo frenetico dell’attività mineraria di un tempo. La vista panoramica del mare dalle scogliere è mozzafiato e offre una prospettiva unica sulla bellezza della costa sarda.

Il sito attira sempre più turisti, affascinati dalla sua bellezza e dalla sua storia unica. Porto Flavia è un vero e proprio gioiello nascosto della Sardegna, un ricordo tangibile della storia industriale della regione e un esempio di ingegneria ingegnosa, made in Italy.

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Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

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