La fotografia è morta? No, mai stata meglio

La fotografia è morta? No, mai stata meglio

Ieri sera ascoltavo una diretta Instagram di Oliviero Toscani. Il celebre fotografo italiano si interrogava, insieme al suo ospite e collega Settimio Benedusi, sullo stato di salute della loro arte.

Molti addetti ai lavori considerano la fotografia “morta” a causa dell’avvento della tecnologia e dei social media, ma i due maestri sostenevano che non è così.

Allora mi si sono drizzate le orecchie e una forma di speranza mi ha attraversato la mente donandole una serenità che non provavo da un po’.

La fotografia non è morta. Parola di Toscani e Benedusi

Ah, non è morta? Eppure io pensavo di sì! Cioè, mi spiego meglio: io ci lavoro con la fotografia, quindi so bene che esiste, ma in quel momento, quando dal profilo Instagram di Toscani è risuonata quell’affermazione, quella rivendicazione di esistenza della Fotografia, ho iniziato a rendermi conto che, negli anni, involontariamente, le avevo attribuito sempre meno le sembianze di un’arte e sempre più quelle di un mestiere.

Ecco, il mestiere del fotografo, quello sì, sta parecchio in crisi. Se non è ancora morto, possiamo dire che è in profonda trasformazione (spero) e quindi poco lucido, ma la fotografia no, quella non è mai stata meglio. Si è espansa a macchia d’olio, ha raggiunto una diffusione e una fruibilità inimmaginabili anche solo cinquant’anni fa. Non è mai stata così viva ed è in forma smagliante.

L’evoluzione della fotografia non ha precedenti.

Nessuna arte si è evoluta come la fotografia. Tutte le forme d’arte hanno attraversato cambiamenti epocali. Si pensi alla musica o alla danza o alla stessa pittura: sono completamente diverse rispetto a cento anni fa. Eppure, mantengono inalterata una distinzione fondamentale, quella tra l’esecutore e lo spettatore. Oggi nella fotografia non c’è più questa distinzione: siamo tutti esecutori e tutti spettatori. Non esiste più nessuno o quasi che non sia in grado di scattare una fotografia.

Ci sono molte persone che non sanno mettere insieme due note, tantissime che non sanno ballare neanche un passo di bachata o disegnare una casetta. Ma ad oggi non c’è nessuno che non sappia scattare una foto.

“Ma quella non è fotografia” direte voi. E invece sì, quella è fotografia. Magari non risponderà alle regole accademiche, non seguirà i dettami che insegnano nelle scuole, ma non si può non affermare che quello che esce da un cellulare non sia una fotografia.

Analizziamo la fotografia “da cellulare” con Roland Barthes

Per capirlo scorriamo alcuni punti chiavi de “La camera chiara”, il capolavolo del semiologo Roland Barthes sulla fotografia (1980), e vediamo se ancora oggi le immagini che vediamo sul web o sui social li rispecchiano:

  • Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo solo una volta✔️
  • Una foto può essere l’oggetto di tre pratiche: fare, subire, guardare✔️
  • Esistono “Operator” (il fotografo), “Spectator” (chi osserva la foto) e “Spectrum” (l’oggetto fotografato)✔️
  • La fotografia ha permesso a tutti di vedere sé stessi senza dover usare uno specchio✔️
  • Esistono lo studium, cioè il contenuto della foto e il punctum, il particolare che mi colpisce, la ferita che la fotografia suscita in me✔️
  • La fotografia attesta che ciò che vedo nella foto è effettivamente stato, è esistito✔️

Ecco, su quest’ultimo punto c’è da escludere i fotomontaggi, ma per il resto mi sono sentita di spuntarli tutti perchè, onestamente, la fotografia è ancora l’unico modo per fermare il tempo e catturare un istante. Anzi, forse è più “fotografia” lo scatto di un bambino che con il cellulare immortala il bacio dei genitori. Chissenefrega se gli ha tagliato le teste. Quel momento è irripetibile. Quelle teste tagliate sono il punctum che strizza il cuore perchè ricorderà per sempre a chi la vedrà che dietro l’obiettivo c’era un fotografo speciale. Nessun fotografo professionista avrebbe potuto costruire un ricordo così prezioso. Il cellulare sì.

Quindi possiamo stare tranquilli, la fotografia non è morta. Sta cambiando, si sta trasformando, sta ampliando il suo bacino d’utenza al pari di un elettrodomestico. Durante il giorno apriamo più volte il frigo o scattiamo più foto? La risposta dipende molto dall’età e dalla fame che abbiamo, ma grossomodo avete capito cosa intendo dire.

La fotografia può ancora essere considerata un’arte?

Onestamente non so rispondere. Se la fotografia fosse ancora un’arte, allora saremmo tutti artisti. E non è così. Allora è un mestiere? No, perchè la maggiorparte dei fotografi oggi sono amatoriali (nel senso che non hanno partita iva). Quindi è un passatempo? No, non può essere ridotta solo a questo.

E allora, cos’è oggi la fotografia?

Non lo so. Non si può descrivere in un solo modo. Non è solo arte o solo mestiere o solo passatempo. Forse è tutto, ma allora sarebbe anche niente. Quindi no, non credo sia ancora possibile comprendere cosa sia la fotografia oggi. Forse lo capiremo fra qualche anno.

Questo sicuramente è il tempo per comprendere di chi sia. E ovviamente la risposta è: di tutti.


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Martina Vassallo

Una passione, quella per la Comunicazione, e tanti strumenti diversi per attuarla. Dal giornalismo alla fotografia, passando per uffici stampa, videomaking e scrittura. Dopo la Laurea, la tessera da Pubblicista e gli anni da cronista, ho girato cortometraggi, spot e documentari. Per non farmi mancare niente, ho anche aperto un'attività nel wedding. In questo blog uso le mie esperienze per parlare di vita, sentimenti e ricerca interiore. Riflessiva, sì. Ma sempre con un pizzico di allegria, perchè per affrontare le profondità è meglio viaggiare leggeri.

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