Yuca e quella strana voglia di mangiar sano

Yuca e quella strana voglia di mangiar sano

Oggi vi voglio parlare di una bellissima scoperta: Yuca! Qui in Svizzera c’è già da un pò di tempo ma ora è approdata anche in Italia. Si tratta di un app che, tramite la scansione del codice a barre, ci permette di capire quanto un alimento è sano. Ci offre delle alternative nel caso sia un alimento considerato “rischioso” e ci spiega cosa contiene. Insomma, Yuca ci aiutare a mangiare sano, a mangiare conoscendo quello che portiamo in tavola.

L’applicazione nasce in Francia e in poco tempo ha conquistato mezzo mondo.

Sia chiaro: io non sono una mitomane del mangiar sano. Però ammetto che, negli ultimi tempi, cerco di stare più attenta a quello che compro e a cosa cucino. Il fatto di essere mamma poi, mi ha spinto a cercare qualcosa di diverso, senza far mancare momenti di svago legati al cibo. Perché non si può stare perennemente a dieta e farsi mancare il gusto del mangiare “buono”. Insomma, anche lo “sgarro alimentare” ci sta tutto!

Il bello di Yuca è che non ti giudica. Ti dice solo quello che c’è dentro un prodotto. E ti offre delle alternative. Alternative alle quali difficilmente avremmo pensato. L’app elenca quanti zuccheri, sale, calorie, grassi saturi e additivi contiene il cibo e funziona anche con i cosmetici. Indica i componenti di ogni prodotto e assegna un bollino di un colore diverso in base al “rischio”: verde vuol dire che va bene; giallo il rischio è ridotto; arancione rischio moderato e rosso rischio alto.

Nel sistema Yuca c’è l’80% dei prodotti presenti in commercio di ogni Paese. Sono esenti categorie di cibi come latte per neonati, alcolici e quelli che si comprano sfusi. Un algoritmo la fa funzionare, come tutte le app e i criteri sono affidati alla scienza. Del team Yuca fa parte il nutrizionista Antohny Berthou e un comitato tecnico scientifico che raggruppa numerosi esperti in materia, più un gruppo di scienziati indipendenti.

Il punteggio è dato secondo bollini a colori, come già spiegato. Ma come si raggiungono i colori? Il 60% è basato sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto. La presenza di additivi rappresenta il 30% della valutazione. Ad ogni additivo si associa un livello di rischio, legato ovviamente a fonti scientifiche. Il 10% del punteggio è un bonus affidato ai prodotti bio perché anche l’impatto ambientale vale punti.

Come i cibi, anche il sistema di catalogazione dei cosmetici è molto rigido. Tra le caratteristiche che vengono valutate, c’è se il prodotto è un interferente endocrino, cancerogeno, allergene o irritante. I rischi potenziali associati a ogni ingrediente, anche per i cosmetici, sono visualizzati nell’app con le relative fonti scientifiche.

Inoltre, una cosa che trovo fantastica di questa app, è l’offerta delle alternative meno rischiose rispetto a quanto scelto.

Nelle foto qui sotto potete vedere come funziona con alcuni prodotti: una bibita gassata, uno yogurt bio e una maschera per il viso. Per ovvie ragioni i nomi e i marchi sono coperti.

Mangiar sano con Yuca

Yuca è un progetto indipendente e questo rende l’applicazione ancora più bella, a mio avviso. Non contiene pubblicità e non è collegata a nessuna azienda. Si sostiene con la versione avanzata dell’applicazione, con la vendita di libri scritti dal nutrizionista che l’ha creata e la vendita di un programma nutrizionale on line.

La pandemia, il lockdown e la forzata permanenza dentro le mura domestiche hanno portato molti di noi davanti ai fornelli, riscoprendo il piacere di cucinare e di mangiare in casa. Yuca è un passo in più per tutti coloro che decidono semplicemente di scoprire cosa c’è negli alimenti e crearsi un regime nutrizionale adeguato.

E qualcosa sta già cambiando.

Infatti, secondo uno studio condotto su 230mila consumatori e 21 grandi aziende del cibo, è emerso che il 94% usando Yuka ha smesso di comprare certi prodotti, l’83% compra meno ma di qualità migliore, e i produttori stessi sono pronti a migliorare. Un enorme passo verso un processo alimentare adeguato e ad impatto ambientale zero.

Se poi volete approfondire, e spingervi ancora di più avanti, vi consiglio la lettura di questo articolo della nostra @eloisa-dal-piai:

SEGUI DISTANTI MA UNITE! Non dimenticarti di seguire le nostre pagine social Facebook, Twitter Instagram. Se ti è piaciuto l’articolo lasciami qui di seguito il tuo commento e partecipa al nostro sondaggio, perché: La tua opinione conta.

Paola Proietti

Classe '77, giornalista professionista dal 2008. Ho lavorato in radio, televisione e, vista l'età, anche per la vecchia carta stampata. Orgogliosamente romana, nel 2015 mi trasferisco, per amore, in Svizzera, a Ginevra, dove rivoluziono la mia vita e il mio lavoro. Mamma di due bambine, lotto costantemente con l'accento francese e scopro ogni giorno un pezzo di me, da vera multitasking expat.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *