La dieta mediterranea

La dieta mediterranea

Lo so, starete pensando: “Si avvicina l’estate e ci piazzano qui un bell’articolo sulla dieta mediterranea”.

Ma in realtà non è del tutto vero. Parleremo della dieta mediterranea ma per raccontarvi soprattutto come e da dove nasce e perché porta questo nome.

Appunto, quando “nasce” la dieta mediterranea? Diciamo che si può affermare che nella metà degli anni 40 l’americano Ancel Keys si trovava nel Cilento. Qui ha osservato che in quel territorio la popolazione era molto più longeva che in altri luoghi. Ha riflettuto e associato questa caratteristica a due elementi: il primo una dieta (intesa come educazione alimentare) “mediterranea”, ovvero fatta da prodotti tipici dei paesi che si affacciano al mediterraneo associata, poi, per secondo uno stile di vita attivo.

Da lì a pochi anni inizia uno studio approfondito su quanto da lui osservato. E fa partire un esperimento dal nome “Seven Countries Study”.

Cosa fa nel dettaglio Keys? Prende in esame un campione di 12000 persone, di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Residenti in: Giappone, Stati Uniti d’America, Olanda, Jugoslavia, Finlandia e Italia. Grazie ad un’osservazione clinica lunga un ventennio, si rende conto che i gruppi etnici colonizzanti il bacino del Mediterraneo, grazie ad un’alimentazione più salutare rispetto a quella americana, avevano una minor incidenza di quelle patologie definibili “le malattie del benessere. Ovvero sovrappeso, diabete, colesterolo tra le più comuni.

Negli anni ’70, l’esito dell’esperimento è stato divulgato anche negli Stati Uniti. Con la pubblicazione di un libro Eat well and stay well, the Mediterranean way. Con l’intento di promuovere le abitudini alimentari responsabili della maggior longevità delle popolazioni mediterranee.

In linea di massima, Ancel Keys consigliava soprattutto di: aumentare il consumo di cerali, verdura, frutta, pesce e olio di oliva. E diminuire quello di carne (soprattutto rossa e grassa) e di zuccheri raffinati.

Quindi, possiamo dire che è definita dieta mediterranea proprio perché è un’educazione alimentare composta da cibi e prodotti del territorio del Mediterraneo. Alla loro base troviamo: alimenti di origine vegetale, cereali, frutta e legumi. Ma soprattutto il vero re di questa alimentazione: l’olio d’oliva.

In misura minore si preferisce la carne bianca e il pesce; sono banditi i grassi saturi, moderatamente c’è il consumo di uova e formaggi light. Possiamo tranquillamente dire, che negli anni ’60, periodo in cui nasce, è ispirata soprattutto dai prodotti alimentari di Italia, Spagna e Grecia.

Questa dieta, negli anni, è riuscita a mantenere la propria peculiarità, a tal punto che nel 2010 è stata riconosciuta a livello internazionale dall’UNESCO come bene protetto ed inserito nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità.

E questo anno, ovvero il 2023, è stata insignita del titolo di migliore dieta al mondo.

Ci siamo già detti quali sono gli alimenti che la compongono, ma nel dettaglio quale è la base della dieta mediterranea, o meglio come sono suddivisi gli alimenti che la compongono.

Iniziamo dicendo che è costituita da una piramide alimentare.

Ma cosa è la piramide alimentare? Guardando la sua immagine si può intuire. Ma proviamo ad entrare nel dettaglio. Alla sua base troviamo gli alimenti più importante per poi salire fino alla punta con gli alimenti che sono meno “importanti” per l’organismo.

Come già accennato Keys ha da subito intuito l’importanza dell’attività fisica, ed è per questo che l’ha inserita alla base della sua piramide alimentare, ovvero dove si poggia l’intera dieta mediterranea.

Diciamo che per noi che viviamo esattamente al “centro” del Mediterraneo è molto facile seguire questo regime alimentare che forse non sempre riesce a far perdere peso, specie se ci sono problemi di altra natura. Ma una cosa è certa, può aiutarci a vivere meglio e vivere più a lungo.

E visto che l’estate è alle porte e gli alimenti che compongono la piramide d’estate sono molto più gustosi, io direi che abbinata ad una passeggiata a passo veloce o una pedalata nel parco della nostra città, ci può aiutare a superare alla grande la prova costume.

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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