Mattia Torre un drammaturgo moderno

Mattia Torre un drammaturgo moderno

Mattia Torre era ciò che più di moderno potesse esserci nel panorama del teatro, della televisione e del cinema italiano. Era un drammaturgo moderno. Una di quelle persone che avendo la possibilità di parlarci, di leggerlo o di guardarlo ti rendevi conto che il suo innato talento riuscivi a respirarlo. Se ne è andato troppo presto. La sua malattia lo ha portato via nel pieno dei suoi anni. Della sua ispirazione, quando la sua scrittura si affinava sempre più e la sua genialità emergeva sempre prepotentemente.

Aveva solo 47 anni. Le sue opere però hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana. Boris, Ogni maledetto Natale, Il Grande Salto e Figli nella sceneggiatura. Love Bugs, Parla con me, Buttafuori e Dov’è Mario, per la televisione sono solo alcuni dei titoli di programmi e film che lui aveva scritto. Ma Mattia Torre era anche molto di più.

Da quando è comparso giovanissimo sulle scene dello spettacolo italiano si è capito che avrebbe lasciato il segno. Era uno sceneggiatore coraggioso e moderno. Non ha mai avuto paura di portare personaggi nuovi e drammatici, magari in veste comica. Personificazioni di chi ci circonda, somiglianti in modo spaventoso anche a noi stessi.

Mattia Torre approda alla televisione negli anni 2000. Si continuava a dire sempre più spesso che “non c’era più nulla da inventare” e “che tutto era stato scritto e visto”. E lui invece ha avuto il coraggio di farci entrare nel mondo stralunato di Boris. Una serie tv essa stessa parodia della televisione, dove, come capita spesso, non ci sono i buoni, ma solo personaggi cinici molto vicini alla realtà. La sua genialità probabilmente nasce proprio lì. Dalla capacità di guardare il mondo senza filtri e di rappresentarlo senza addolcirlo, anzi facendolo vedere per quello che è.

Nel 2018 su Rai 3 va in onda “La linea verticale”. Chi conosceva già lo sceneggiatore, poco si è stupito nel vedere la sua storia di malato oncologico. Portata sugli schermi, dopo il successo editoriale.

Chi, invece, ancora non lo conosceva, in poche puntate ha capito la genialità di un uomo che non potendo sconfiggere il suo male ci ha giocato!

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Mattia Torre

La verità è che Mattia Torre è stato veramente un uomo di talento paragonabile ai grandi drammaturgi del passato. Era un drammaturgo moderno. Un vero e proprio patrimonio. Dell’Italia, della letteratura, del teatro e dei grandi programmi televisivi. In lui si racchiude l’arte teatrale e la contemporaneità della televisione. Guardando ogni suo programma in televisione non si può non pensare a tutte quelle persone che continuano ostinatamente e con aria snob a sottolineare che la televisione oggi non propone nulla di bello. Queste persone probabilmente passano più tempo a criticare che a cercare la genialità dei veri autori televisivi. Mi dispiace per loro perché si sono persi programmi che, purtroppo, Mattia Torre non ci regalerà più.

Se ne è andato. Proprio quando, con il suo gruppo di amici e collaboratori, aveva deciso di portare al cinema il film “Figli”. Sapendo che non avrebbe potuto girarlo lui ha scelto personalmente il regista, Giuseppe Bonito. Ha scelto i protagonisti: Valerio Mastandrea, Paola Cortellesi e Stefano Fresi e ci ha regalato uno dei monologhi più belli della letteratura italiana.

Per “Figli” nel 2021 Mattia Torre ha ricevuto il David di Donatello come miglior sceneggiatura. Un riconoscimento importante. A ritirarlo è stata sua figlia Emma.

È il 21 maggio quando. la piccola ma gigantesca Emma Torre, sale sul palco.

Molti di noi hanno seguito la sua camminata fiera, che dal parterre la portava al palco. La guardavamo con curiosità e anche un po’ di ansia perché convinti che con due parole di ringraziamento sicuramente ci avrebbe commosso tutti.

In parte è stato così. Per i molti amici, colleghi e addetti ai lavori presenti in sala. In parte è stato molto di più.

Emma, come la migliore delle figlie, accompagnata dalla mamma, ha preso la parola, esordendo in questi termini: “Bravo papà! Sei riuscito a vincere questo premio anche se non ci sei più.”

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L’inquadratura su Valerio Mastandrea che ha recitato quell’ormai famoso monologo ha strappato un pezzetto di cuore a tutti. Lacrime però accompagnate da una sonora risata quando Emma ha continuato i suoi ringraziamenti.

Volevo dedicare questo premio a tutte le persone che mi sono state vicine. Dedico questo premio al mio fratellino Nico, che mi fa ammazzare dalle risate, e alla mia mamma che non si arrende mai. “Figli” parla di famiglie sole e di bambini che nascono. Per questo ringrazio anche le ostetriche che ogni giorno si impegnano per far nascere i bambini e medici e infermieri che si impegnano a non far volare via le persone. Bravo papà!”

E già “bravo papà” bravo perché ci hai regalato delle pagine importanti di vita.

Bravo perché come ci racconta tua moglie quando i medici ti hanno detto che non ce l’avresti fatta hai parlato con i tuoi amici. Lo hai fatto per raccontare loro come avresti voluto fosse il tuo funerale.

Bravo, perché in mezzo a tanta mediocrità la tua luce brillava. E sappiamo che il testamento che ci hai lasciato non smetterà mai di fare luce.

Bravo, perché non è facile essere il grande drammaturgo che sei stato.

Laura Cardilli

#ostinatamentepositiva

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