L’amore che move il sole…ah no!

L’amore che move il sole…ah no!

In una redazione in cui ho lavorato c’era S., un uomo maturo e forse segnato da chissà quale esperienza, che non faceva che ripetere “L’amore è importante, trovate l’amore. Il resto, il lavoro, la carriera sono tutte cazzate”.

Forse. O forse no.

Sono circolate in questi giorni la notizia e la foto della professoressa di Martina Franca che firma un contratto in abito da sposa. Il matrimonio era senza dubbio programmato da un po’ per quel giorno, la firma dell’assegnazione dell’incarico annuale forse no. Ma quando il lavoro chiama bisogna rispondere e mettere in attesa l’amore.

Il lavoro, precario, pesa quanto l’amore, eterno (?). 

Questa immagine di lei vestita di bianco ha, al solito, stuzzicato il web che ha reagito in modi diversi. Qualcuno ci ha visto abnegazione, qualcun altro mortificazione. Facciamo che la seconda ci convince.

C’è un velo di tulle in quello scatto ma anche uno di umiliazione. Non per la futura professoressa di matematica dell’Istituto Majorana, certo che no. Ma per una generazione che su un lavoro precario ci mette la firma e che a questo tempo determinato dà valore e importanza al pari di un contratto di matrimonio che – se tutto va bene- è per sempre. E nel giorno in cui sull’altare si suggella il sentimento, lei deve correre in cattedra a siglare il suo futuro…anno scolastico. Un appuntamento improcrastinabile, pena la perdita di un anno di lavoro.

Qui ci si prova a dire che l’amore è importante, più importante di. Poi però si insinuano parole concrete come mutuo, affitto, luce e gas. Ma anche quelle più astratte: realizzazione, soddisfazione, ambizione. A volte si guarda alle une, a volte alle altre, oppure a tutte insieme. 

E se quelle concrete hanno un senso, un’utilità, sono una necessità, le altre sono astratte e mendaci. Una suggestione, ma anche “a suggestion”, ovvero quello che ci suggerisce la società. La società e sempre più spesso i social.

Perché guardare gli altri, le storie e le stories di quelli che fanno grandi cose, splendidi lavori pailletati e collezionano successi e riconoscimenti ci fa venire voglia di occuparlo anche noi un posto nel mondo bello.

E il nostro tempo lo investiamo in questo: a guardare gli altri e a provare a imitarli. Tendiamo a credere che le occasioni professionali vadano colte, tutte, a costo di sacrificare quello che abbiamo o che potremmo avere. Ci convinciamo che quello che lasciamo lo prenderà qualcun altro e non possiamo permetterlo.

Allora scorriamo con indifferenza le storie(s) d’amore e guardiamo con sufficienza alla felicità in coppia a scapito della carriera.

Tanto è noto, l’amore sa aspettare. Se sei un’insegnante il tempo di una firma.

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Ivana Figuccio

Sono Ivana, trentabbé anni, siciliana nell'anima e a tavola ma ormai da qualche anno a Milano per amore...del giornalismo. Mangio, bevo e scrivo: spesso simultaneamente. Ma lo faccio anche per lavoro, sia chiaro. Il food&wine è infatti uno dei settori che più si addice alla mia penna e la mia bilancia lo sa bene. Odio correre ma amo guardare gli altri che lo fanno. Non pratico yoga e nemmeno lo yogurt. Lo sport nella mia vita c'è solo per alleggerire i sensi di colpa per i miei peccati di gola. Confesso il mio smodato amore per il cioccolato ma non mi pento. Da buona sicula adoro il mare e il vento di Scirocco. Ma non chiedetemi qual è casa, perché nel mio cuore c'è posto per la sabbia e per la nebbia.

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