Un gioiello di nome Noha

Un gioiello di nome Noha

Quando pensiamo ai viaggi molto spesso pensiamo all’estero, oppure a città italiane mai visitate o semplicemente ad altri luoghi lontani da dove viviamo.

In realtà però, ogni giorno ci troviamo a “viaggiare”. Nel nostro isolato, nel nostro quartiere, nella nostra città e molto spesso in un giorno qualsiasi ci accorgiamo di piccole modifiche di una strada, di un palazzo, di un giardino che rendono quel luogo un qualcosa di “nuovo”. Proprio come ci succede quando visitiamo per la prima volta una città oppure la visitiamo dopo alcuni anni.

Tutto questo però non vale più per una città italiana che non può più cambiare. Per non rischiare di perdere la sua bellezza riunita (come direbbe Battisti) e la sua incantevole stasi.

La bellezza di Matera

Sto parlando di Matera, una delle città più antiche del mondo.

Bella da togliere il fiato non solo per i suoi innumerevoli saliscendi ma anche e soprattutto per il suo modo di essere unica ed inimitabile.

Non a caso è diventata pochi anni fa Patrimonio dell’umanità per UNESCO. Un riconoscimento inevitabile per una città che, dopo aver conosciuto un lungo periodo di fasti e ricchezze, è piombata nell’oscurità e nel degrado profondo tanto da far fermare Cristo ad Eboli.

Oggi, per fortuna, dopo un lavoro importante e strutturale, Matera brilla di luce propria ed è soprattutto all’imbrunire che svela il suo incanto.

Camminare attraverso i suoi vicoli ed i suoi mille rivoli è un’esperienza unica grazie soprattutto alle decine di locali ed abitazioni che, con luci deboli (molto spesso candele), illuminano le piccole finestre, gli angoli e le scale dello storico rione Sassi.

Le luci di Noha

Ma non è solo per godere di questo affascinante spettacolo che bisogna andare a Matera almeno una volta nella vita. Uno dei motivi principali è nascosto in un’antica dimora meglio conosciuta come Casa Noha. Una casa divenuta oggi un luogo di conoscenza, di ricordi, di emozioni e di stupore.

Nel 2004 Casa Noha è stata donata al FAI – Fondo per l’ambiente italiano che, attraverso un accurato e preciso restauro conservativo, ha dato vita ad un vero e proprio museo della memoria.

Attraverso una precisa e studiata disposizione di proiettori, si può assistere ad un vero e proprio viaggio multimediale nel tempo. Dalla preistoria ai giorni nostri, perché è proprio dall’età paleolitica che quel territorio viene vissuto, coltivato ed abitato e ne sono testimonianza le numerose grotte nascoste lungo le Gravine materane.

Mentre ci si sposta di stanza in stanza all’interno di Casa Noha, ci si sposta contemporaneamente di secolo in secolo. E si scoprono realtà sconosciute ai più. Storie affascinanti di un Sud Italia ricco e fastoso. E al di là delle storie raccontate, ciò che ti rapisce e ti sorprende sono le mura, l’architettura di ed il modo originale di proiettare le immagini e raccontare le vicende vissute in quel territorio. Ma più ci avviciniamo all’età contemporanea e più lo stupore lascia spazio allo sgomento e all’incredulità.

Si scopre infatti, che dal 1800 fino a poche decine di anni fa, nelle centinaia di “grotte” ricavate dalle rocce di tufo, le vite di donne, uomini, anziani e bambini venivano schiacciate e lentamente annientate da condizioni di vita disumane. Le innumerevoli “abitazioni” erano vere e proprie stalle nelle quali uomini e animali condividevano tutto. Cibo, aria (poca) e luce (quasi assente).

Noha è un viaggio

Nel vedere le immagini di quell’umanità reietta così magistralmente proiettate si prova un senso di aridità, di povertà spirituale e di impotenza.

Sensazioni che ti restano addosso, nel cuore.

Le stesse che molto probabilmente hanno provato Togliatti e De Gasperi nel 1948 nel visitare quel territorio, che li portò a sollevare la famosa “questione dei Sassi”, molto spesso dimenticata ma forse la vera punta dell’iceberg di una questione meridionale ancora non risolta del tutto.

Quando ci si siede nell’ultima stanza di Casa Noha l’aria che si respira è più leggera e colma di speranza perché sui muri si riesce finalmente a vedere “la luce”, una luce fatta di impegno sociale, spirituale ed intellettuale che porteranno Matera ed i materani a rivedere le stelle dopo l’inferno vissuto per decenni e, a fine proiezione, si è portati a vedere tutto con occhi diversi.

Non ci si sente più turisti ma viaggiatori e forse è proprio questo l’obiettivo principale che si sono posti i diversi curatori che hanno perfezionato questo viaggio nel tempo

Un viaggio che è storia

È nelle testimonianze raccolte in presenza che si percepisce come sia stato l’impegno ed il sudore dei materani a “rigenerare” quella terra e ad annaffiare le speranze ed i sogni di un futuro migliore. Futuro che solo il riconoscimento dell’Unesco è riuscita a legittimare.

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Artemis

Nato nell’ormai lontano 1978 a Roma e vissuto tra il centro e la periferia, ho vissuto un’infanzia spensierata e ricca di emozioni, contornato da amici e cugini sempre pronti a divertirsi. Riesco a mettere la testa a posto quando capisco che studiare e conoscere il mondo è il vero inizio della vita ed è per questo che mi laureo in Scienze Politiche e, dopo 2 anni di lavoro, me ne vado in Australia per capire che aria tira ma è solo l’Amore che mi trattiene in Italia, un Amore che mi dona 2 meravigliosi bambini con i quali gioco, corro, urlo e mi diverto. L’AS Roma mi sceglie come tifoso e, a distanza di parecchi anni, posso dire che ha scelto bene anzi benissimo visto che cammino insieme a lei macinando chilometri e superando gli ostacoli. Radio, Cinema, TV (poca) e Musica mi fanno compagnia da sempre portando pensieri e parole nelle mie giornate, nelle mie corse mattutine, mentre lavoro, mentre mangio o mi perdo nei miei pensieri su come migliorare il mondo.

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