Luna sul Mare

Luna sul Mare

Nelle ultime settimane mi sono immersa in un documentario molto bello, incisivo, dal titolo emblematico: Luna sul Mare. Raccontato interamente dalla voce di Federica Botta, giornalista specializzata in documentari.

Luna sul Mare inizia con una famiglia, madre, padre e figlia il cui nome è appunto Luna. Insieme partono con un kayak per fare un giro del Tirreno fino ad arrivare al Mediterraneo. Tutto questo per fare un reportage sullo stato dei nostri mari e spiagge. Per capire quanta plastica c’è nei nostri mari.

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Questo viaggio avviene nell’estate del 2021. Mentre sono in mare Luna perde la sua paperella di gomma, dopo pianti e disperazioni la mamma la convince ad imbarcarsi su di un kayak per andare a trovarla. È così che inizia la loro avventura.

D: Intanto, Federica, complimenti per l’idea e soprattutto per Luna che si capisce essere una bimba molto curiosa. Come nasce l’idea di partire per un viaggio a tratti anche così complicato? Il tempo non sempre vi ha assistito.

R: Venivamo da un anno di lockdown, con l’impossibilità di muoverci dopo una vita dedicata al viaggio e al lavoro in giro per il mondo. Quindi partivamo con il grande desiderio di riprendere l’avventura. In più, il nostro lavoro languiva, eravamo in una bolla di immobilità ed attesa ed avevamo bisogno di una terapia shock per ripartire.

All’epoca lasciare tutto, casa e lavoro, per 5 mesi non ci sembrava una pazzia ma un’opportunità. In più nostra figlia di 4 anni, per cui avevamo sognato grandi avventure, stava crescendo, con già un anno chiusa dentro casa alle spalle. Ci è sembrato necessario darle un nuovo punto di vista, una buona base per comprendere davvero il problema dell’inquinamento da plastica non solo in maniera teorica. Volevamo costruire per lei dei ricordi che la legassero al mare e quindi al suo destino e alla sua protezione. Si impara meglio con il fare che con l’ascoltare. Anche se per noi era stato determinante ascoltare e leggere la storia delle 7200 papperelle disperse nel Pacifico nel 1992 e raccontata per la prima volta su Harper’s Magazine da Donovan Hohn.  

Ovviamente, una cosa è sognare l’avventura a tavolino un’altra è viverla: nel primo mese abbiamo avuto tempeste di vento da impedirci di navigare e, ad esempio, raggiungere l’isola della Maddalena solo in kayak. Poi è arrivato il caldo torrido dell’Anticiclone Apocalisse4800, soprannominato in Italia Lucifero, che ci impediva persino di dormire e ci ha chiuso nei 5 metri del furgone per giorni per sfuggire al sole infuocato. E infine, quando speravamo di goderci il tiepido autunno siciliano, ci siamo ritrovati nel mezzo del Medicane… con piogge torrenziali e venti da 100 km orari… 

Insomma una “passeggiata” tra le tempeste e i cambiamenti climatici…      

D: Caspita, immagino che non sia stato sempre facile. A Luna avevate detto quale era il senso reale di quel viaggio? Ovvero, la realizzazione del documentario per far luce sull’emergenza dell’inquinamento da plastica delle nostre spiagge?

R: Sì, lo sapeva sin dal primo giorno. Ma a 4 anni è difficile distinguere la realtà dalla finzione… ancora oggi non vuole mai rivedere la parte iniziale della prima puntata in cui perde la sua paperella… altrimenti piange. Anche se la “perdita” che si vede in video non era l’originale, accaduta realmente qualche giorno prima, ma era una replica, ricostruita per filmare le scena con una seconda paperella legata ad cordino e recuperata in fondo all’ansa del fiume. Però ha preso molto sul serio la sua “missione” sia di raccontare il problema agli altri, sia di ripulire tutte le spiagge… non possiamo più muoverci senza andare via con sacchettoni di spazzatura. E si è abituata a parlare e rilasciare interviste. E’ stata sicuramente una grande prima esperienza di “lavoro” per lei. 

D: Lo immagino, e si capisce che nel ruolo si è trovata bene. Io, personalmente, il documentario l’ho trovato molto bello e facilmente fruibile. Avete pensato, o magari siete già in contatto con delle scuole per trasmetterlo?

R: Siamo in contatto con alcune scuole del nostro territorio di residenza e con quelle delle località che abbiamo attraversato, ma ci sono sempre un po’ di problemi legati sia alla durata (12 puntate) che al reperimento fondi per le scuole. Essendo la realizzazione di documentari il nostro lavoro principale ed avendo fatto un grande sforzo per l’autoproduzione, non possiamo concederlo senza un rimborso spese, soprattutto nelle località più distanti che ci invitano alle proiezioni.   

Stiamo pensando anche di realizzarne una versione in film unico per la proiezione al cinema. 

D: In effetti potrebbe essere una buona idea, anche appunto per la messa in onda nelle scuole. Dalla visione mi sembra di capire che enti, istituti o società pubbliche o private che lavorano sulla salvaguardia delle nostre spiagge ce ne siano. Ma allora, secondo te, cosa non funziona? Perché le persone, i turisti non capiscono la gravità che comporta la plastica in spiaggia?

R: Effettivamente nel nostro viaggio abbiamo trovato soprattutto molte iniziative di volontariato, come quelle dell’Associazione Plastic Free che ci ha concesso il patrocinio o di MareVivo con cui abbiamo collaborato  in Sicilia e anche molti Comuni che si impegnano per una gestione migliore, ma il problema è alla radice: produciamo troppi rifiuti plastici, imballaggi soprattutto. Ogni cosa che acquistiamo è avvolta nella plastica e spesso è persino difficile buttarla via.

Abbiamo provato a fare una spesa senza plastica, ma è davvero difficile nella normale grande distribuzione, bisognerebbe cambiare proprio l’organizzazione di come viene trasportato e servito il cibo. Per fortuna, qualcosa si sta muovendo, persino alcune grandi catene di fast food hanno eliminato la plastica monouso, ma c’è ancora molta strada da fare. Pensa ai giocattoli che si comprano in edicola, avvolti in bustine inutili o a tutti i pasti takeaway. Sulle compagnie di traghetto che abbiamo utilizzato per gli spostamenti più grandi non c’erano più posate o bicchieri di plastica. Persino le cannucce erano in cartone, ma non si può semplicemente sostituire la plastica con la carta, bisognerebbe limitare l’abitudine dell’usa e getta. Riprendere ad utilizzare il vuoto a rendere, sul latte ad esempio un problema grandissimo restano le bottiglie di bibite e i mozziconi di sigaretta.

Oltre ovviamente, a tutta la plastica industriale che viene dispersa nei processi di produzione. E a tutta la microplastica che si forma a causa delle fibre sintetiche. Dobbiamo continuare ad impegnarci per cambiare il sistema: limitare il consumo e la produzione, cambiare le modalità di spostamento alimenti ed oggetti. E’ una trasformazione sociale, che richiede anche un impegno personale notevole ed un cambio di abitudini che effettivamente semplificano la vita. Immagina una mamma che fa la spesa di corsa durante la pausa pranzo che dovrebbe pensare a comprare biscotti o cracker sfusi portandosi dietro il contenitore da casa o al bimbo che fa merenda a scuola e deve riportare a casa la bottiglia del succo di frutta… Si tornerebbe un po’ indietro a 50/60 anni fa, quando però molte donne non lavoravano e potevano dedicarsi a preparare in casa gli alimenti e quindi il loro trasporto.    

D: A me che l’ho visto tutto ha lasciato un senso di malinconia e di tristezza. Vedere le spiagge più belle al mondo “soffrire” così tanto. Ma a voi che lo avete girato cosa ha lasciato, o meglio come vi ha lasciati?

R: A metà viaggio eravamo molto scoraggiati… quando abbiamo iniziato a scoprire anche i problemi burocratici o legislativi che ostacolano la buona volontà o le grandi pressioni delle lobby petrolchimiche o le influenze nascoste delle eco-mafie. Quanto lavoro c’era da fare, con la sensazione che la nostra impresa fosse una piccola goccia nel mare. Eppure, proprio in Sicilia, dove la situazioni per certi versi è drammatica, abbiamo avuto la conferma di quello che già avevamo iniziato a “sentire” durante tutto il viaggio: ci sono migliaia di persone coraggiose che si stanno impegnando nononstante tutto, un piccolo passo alla volta. E i bambini colgono subito la gravità del problema e sono pronti ai cambiamenti perché flessibili, anche se coinvolge le loro attività. Se gli forniamo alternative e buon esempio sono pronti a cambiare. E  sono loro, anzi con loro, che piano piano potremmo cambiare il futuro. 

Perché come diciamo al termine dell’ultima puntata: la scienza non è niente senza il cuore,  alla fine non saranno le grandi scoperte, ma le persone che cambieranno la storia.  

Quindi abbiamo finito pieni di entusiasmo. Talmente tanto che siamo pronti per partire per la seconda stagione. 

D: Ottimo, anticipaci qualcosa.

R: Da Giugno 2023 inizieremo le riprese per la seconda serie, che ci porterà lungo le coste francesi di Corsica e Provenza e quelle spagnole delle Baleari e della Costa Brava. 

Cercheremo di vedere come viene vissuto il problema all’estero, visto che il Mediterraneo non ha confini e che il problema è ovviamente mondiale e condiviso. 

Calcoliamo di viaggiare sino ad ottobre, sempre in camper, kayak a vela e traghetto.

Proporremmo nuove soluzioni e cerchiamo nuove idee: per questo abbiamo piacere che chi ha idee o consigli ci contatti alla nostra email (bottafederica@yahoo.it) o sulla pagina FB Luna Sul Mare. 

Abbiamo lanciato anche una raccolta fondi sulla piattaforma ulule https://it.ulule.com/luna-sul-mare-viaggio-plastic-free/ perché vorremmo riuscire a coprire i costi di produzione e poter offrire a tutti la seconda stagione gratuitamente su youtube, come abbiamo fatto con la prima puntata sul nostro canale You Tube Luna sul Mare https://www.youtube.com/watch?v=wXWSlXQ8drQ&t=4s

E’ indubbio che la plastica ci sta sommergendo. Le nostre spiagge, anche le più belle e famose al mondo, sono sporche. Le correnti trascinano, portando da una spiaggia all’altra quantità di plastiche che forse oggi non notiamo neanche più.

Per fare qualcosa di realmente concreto è necessario educare le nuove generazioni al rispetto della natura. Forse è impossibile bandire dalle nostre cucine, e dal carrello della spesa le plastiche ma molto si può fare. Dobbiamo iniziare a ragionare con una mente “ambientalista”.

La nostra chiacchierata con Federica è finita ma sicuramente, a breve, le nostre strade e i nostri racconti si intrecceranno di nuovo.

Infatti, Federica, Alessandro e Luna, come anticipato nell’ultima domanda stanno preparando un nuovo viaggio- avventura che prenderà il via da metà giugno e che le porterà, questa volta, in Europa. Anche questa volta il documentario sarà visibile…Se avete voglia

Io vi consiglio di vederlo Luna sul Mare, e di vederlo in compagnia. Perché di sicuro farà nascere confronti costruttivi.

Lo potete trovare il link di uam Uam.tv  https://uam.tv/serie/61eac6944d940/ e quello del loro canale youtube, https://www.youtube.com/watch?v=wXWSlXQ8drQ&t=4s.

In una puntata, ad esempio, vediamo come, tutto ciò che portiamo in spiaggia, che siano i giochi o le merende sono avvolti da plastica monouso. Ecco forse è il caso di iniziare a usare prodotti genuini. Ad esempio l’insalata non è necessario comprarla in busta, come anche la frutta già sbucciata e messa nei sacchetti.

Facciamo parlare la nostra coscienza ecologica. Educhiamo le generazioni future al plastica free. E forse riusciremo, per lo meno, a rallentare il cambiamento climatico, perché ormai riciclare non basta più, è necessario bandire la plastica.

E se i viaggi di Luna e i suoi genitori vi hanno appassionato e incuriosito allora avete poco da aspettare perché da giugno 2023 la serie sarà visibile sia sulla tv Byoblu, sia sul digitale terrestre, che su Sky, Tivùsat e internet. 

Laura Cardilli

#ostinatamenteottimista

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Laura Cardilli

Laureata in Sociologia, indirizzo Comunicazione e Mass media, da sempre mette al centro della sua vita proprio la comunicazione sotto tutti i suoi aspetti. Durante l’università prende il tesserino da giornalista pubblicista collaborando con due giornali romani, per molti anni solo la carta stampata le regala la gioia della professione di giornalista, poi, grazie ad un laboratorio di comunicazione incontra quella che per molti anni è stata la sua grande passione, la radio, per diversi anni ne è stata redattrice e anche speaker. La prima formazione è stata quella sportiva, calcio e tennis soprattutto, ma poi soprattutto attualità è stata autrice anche di alcune sue rubriche. Per molti anni abbandona le scene del giornalismo e lavora per una grande azienda italiana sempre nella comunicazione esterna. All’attivo ha la pubblicazione di un suo libro “L’eterna rincorsa” e la pubblicazione di qualche poesia. Appassionata di social media si definisce un’ironia e sarcastica…non sempre compresa. Dopo un po’ di tempo e tanta mancanza decide di riprendere a scrivere per Distanti ma unite. Il suo hashtag è #ostinatamenteottimista perché sostiene che niente e nessuno potrà farle vedere quel mezzo bicchiere vuoto.

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